Paolo Pescucci, candidato al consiglio regionale, n.3 della lista M5S, interviene, con una nota stampa, in merito alla questione dell'ex-Manifattura sud.
"Grazie all’opera assidua dei comitati cittadini e associazioni come Legambiente, Italia Nostra, Re.Te. ed altre - esordisce -, questa maggioranza in comune a Lucca, che agisce in modo avventuroso ed improvvido, si è dovuta fermare".
"La loro locomotiva - incalza -, lanciata a pazza velocità verso l’approvazione pedissequa della proposta che era stata avanzata dal privato Coima S.p.A., con sottostante l’attuale dirigenza della fondazione CrL, si è fermata prima del baratro. Da domandarsi, perché il comune ha ignorato per mesi la presenza di un parere della soprintendenza, che impediva le destinazioni d’uso che il privato aveva perentoriamente richiesto e il comune aveva subito accettato, facendo le corse contro il tempo per approvare quello che non poteva approvare, una variante semplificata al regolamento urbanistico che abolisca l’obbligo dell’approvazione di un piano attuativo. Infilandoci dentro residenziale, commerciale etc".
"Meno male - dichiara - che comitati ed associazioni, con una cosiddetta “Significazione” (atto che serve ad avvertire formalmente di un errore procedurale, così da porvi rimedio), redatta dall’autorevole Avv. Altavilla, esperto in diritto amministrativo, hanno fatto presente le incongruenze e le possibili illegittimità di un simile modo di procedere. Già dopo poche ore arrivava il dietrofront, il comune annunciava la decisione di tornare indietro, di riprendere l’iter regolare che prevede un piano attuativo con tutti i relativi passaggi previsti dalla legge".
"Nei giorni scorsi - prosegue - era stata presentata dal M5S anche un’interrogazione al Ministro Franceschini, affinché il ministero si esprimesse sulle procedure usate per l’ex-manifattura sud, mi sto già adoperando affinché nell’interrogazione venga recepita la novità della significazione, visto anche lo scossone già dato. Personalmente avevo, assieme a tante personalità della città, di autorevolezza e competenza certamente superiori, lanciato l’idea di un piano, di un progetto di sviluppo della città nel suo complesso, evitando gli interventi a spezzatino, che già hanno portato in città a tanti immobili più o meno ristrutturati e certamente mal utilizzati. Quello che manca è un piano generale che affronti e gestisca i beni culturali di cui siamo ricchi e che sono un patrimonio da valorizzare complessivamente".
"Un concorso di idee e progetti - conclude - che veda personalità e tecnici di fama nazionale e internazionale a portare il loro contributo, per amore della città, della città-stato che amiamo e dare poi ai lucchesi modo di scegliere i progetti considerati migliori. Cerchiamo di vedere lungo, al futuro dei nostri figli e nipoti in una città sempre più a misura d’uomo".