Politica
Il Papa gesuita che ci ha lasciato
Jorge Mario Bergoglio, il Papa gesuita assurto al soglio di Pietro con il nome di "Francesco", ci ha lasciati. Tutta la cristianità lo piange, come è giusto e…

Minniti a gamba tesa: "Bartolomei se ci sei batti un colpo e fai approvare il patto per la sicurezza già pronto"
La drammatica vicenda dell’accoltellamento in via del Battistero ripropone il tema della necessaria attività di prevenzione delle attività criminali svolta egregiamente da Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri ed alla quale ha attivamente contribuito anche la Polizia Municipale di Lucca quando ero assessore alla sicurezza

E nun ce vonn' sta
Un tempo, quando i cori da stadio erano meno sofisticati e si usava la “W” per dire “VIVA” e la si rovesciava…

La opposizione “nel suo labirinto”
Buona Pasqua a te e a tutti i lettori. Buona Pasqua alla maggioranza che esulta ed esalta il “bottino” che la Giorgia ha messo…

FdI Lucca: passaggio di consegne nel coordinamento provinciale
Passaggio di consegne tra Guido Bulleri, che entra a far parte del Coordinamento Comunale di Lucca di FDI, e Luca Bianchi che gli subentra nel coordinamento provinciale. Guido…

Taric 2025: aumenti contenuti grazie al recupero dell'evasione e a un contributo del Miur
E' iniziato questa mattina (18 aprile) nella commissione congiunta Politiche di bilancio e sviluppo economico del territorio con la commissione di Indirizzo e controllo sugli enti, aziende e istituzioni partecipate l'iter che porterà all'approvazione delle tariffe della Taric per il 2025

Aggressione a Lucca, Guidotti (Pd): “La sicurezza non ha colore politico: solo un confronto costruttivo può arginare il problema”
Quanto successo in via del Battistero non fa che confermare il momento di disagio e di impoverimento culturale che sta attraversando il nostro Paese e che…

Vietina: "Sicurezza: la destra lucchese alza le mani e si arrende"
Nel centro storico della nostra città è stato nuovamente teatro di un grave fatto di violenza: un accoltellamento che ha scosso profondamente la comunità e riportato all'attenzione pubblica…

Aggressione, Giannini (Pd): "Solite esagerazioni, Lucca non è una città da blindare e basta con le esternazioni di casalinghe frustrate"
Come ormai da tradizione consolidata, anche questa volta, di fronte a notizie di cronaca particolarmente eclatanti, una certa lucchesità non perde occasione di confermare i più bassi istinti…

Una mostra, la presentazione di due libri e visite guidate al palazzo: ecco le iniziative della Provincia per l'80° anniversario della Liberazione
La Provincia di Lucca e la Scuola per la Pace festeggiano gli ottanta anni della Liberazione con una serie di eventi, che ruotano attorno alla mostra 'Clero, guerra, resistenze in…

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Caro direttore,
Le considerazioni di Giovanardi non sono del tutto classificabili come bufale autunnali. Si conosce da tempo l’esistenza del “lodo Moro”, concordato dopo la strage di Fiumicino ad opera della Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP) nel 1973, governo Rumor, Moro Ministro degli esteri.
Le Brigate Rosse agevolarono l’organizzazione della strage: il collegamento fra le sinistre estreme e il terrorismo islamico trova storica conferma, nel silenzio delle sinistre istituzionali.
Il lodo permetteva libertà di transito in Italia di uomini ed armi del terrorismo palestinese, in cambio della promessa di nessun attentato compiuto in Italia (tranne che contro “gli ebrei italiani e gli interessi USA e israeliani”).
Fu citato più volte da Moro nel drammatico corso della sua prigionia come esempio di avvenuto patteggiamento con il terrorismo.
Ne derivò il sospetto che le tragedie di Ustica (81 morti) e di Bologna (84 morti) nonché la scomparsa in Libano dei giornalisti De Palo e Toni fossero una ritorsione palestinese per il non rispetto del Lodo Moro in occasione della condanna di Abu Saleh sorpreso a Ortona mentre trasportava missili di OLP, e poi per la “dichiarazione di Venezia” non gradita dai palestinesi.
Alle argomentazioni di Giovannardi si somma qualche “zone d’ombra” mai del tutto chiarita.
Non si tratta certo di negare le responsabilità dei NAR, di Fioravanti e della Mambro, che comunque ne hanno fatto di cotte e di crude, si tratta di avere le certezze “oltre ogni ragionevole dubbio” circa le zone d’ombra che hanno consentito un uso politico, anzi partitico di queste tragedie.
Il 17 giugno 1980 l’aereo ATI precipitò sopra Ustica per lo scoppio di una bomba collocata al suo interno, come affermato dalla commissione di esperti internazionali nominata dal giudice istruttore Rosario Priore nel 1992, oppure fu centrato da un missile statunitense o francese destinato a un paio di Mig libici che fiancheggiavano l’aereo civile per sottrarsi ai radar?
Quattro generali aeronautici, processati per “concorso in alto tradimento” (depistaggio) perché avrebbero occultato le prove che dimostravano l’abbattimento a causa di un missile, furono assolti per non aver commesso il fatto.
I procedimenti penali ebbero fine, mentre il processo civile del 2011 stabilì che l’incidente fu provocato da una “azione di guerra” (sentenza confermata in Cassazione).
La strage di Bologna ha un iter politico/giudiziario simile.
Non ripercorro la dolorosa ma infinita vicenda, con processi fatti, rifatti, dormienti, risvegliati, chiamate di reo e correo, condanne, assoluzioni, impegni decennali di tribunali, corti di Assise e Cassazione, sentenze emesse e riformate, carriere politiche correlate.
Rilevo solo - che Mambro e Fioravanti hanno ammesso decine di altri efferati delitti ma sempre negato personali coinvolgimenti in questa strage: perché? - che è accertata la presenza di figuri del terrorismo palestinese agli ordini di Carlos (il famoso Sciacallo) prima e durante l’attentato e nessuno sa che cosa ci facevano a Bologna in quella occasione.
Non sono un negazionista, nei miei (modesti) rapporti con la magistratura ho sempre trovato giudici competenti ed equi, e tuttavia mi pare che in entrambe le tragedie potrebbe trattarsi di un “a priori” politico su cui far convergere il giudizio processuale: le stragi “dovevano” essere rispettivamente ad opera di francesi o – ancor meglio – di americani ad Ustica, di neofascisti a Bologna. Qualunque altra pista fu elusa e infine esclusa, più che mai quella del terrorismo palestinese, all’epoca molto attivo e sanguinario, magari per preservare il Paese da ulteriori attentati.
Di sicuro la narrazione culturale e poi partitica che la sinistra ne fece e ne fa diventa uno strumento di condanna e di monito contro il risorgente fascismo e contro il cinismo dei guerrafondai occidentali.
La campana dei morti innocenti suona per tutti, il timore che i morti diventino arma fatta propria da un partito non attutisce il suono della campana.
Mambro, Fioravanti e i NAR restano terroristi con o senza la strage di Bologna, devono rispondere dei loro delitti a noi e al giudizio della storia, mentre il terrorismo palestinese, ieri acclamato da alcuni dementi a Roma, potrebbe aver compiuto questi ulteriori misfatti senza dover renderne conto né alle vittime, né a noi, né alla esecrazione della storia solo per sordido cinismo partitico.
Per questo le considerazioni di Giovannardi e di altri “informati dei fatti”, dovrebbero cogliere la attenzione di chiunque vuole capire oltre ogni ragionevole dubbio chi sono i delinquenti che hanno tolto la vita a centinaia di uomini e donne inermi e innocenti.
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