Riceviamo e pubblichiamo questa lettera, a firma del presidente MCL Lucca Massa Carrara, professor Moreno Bruni, sul tema del DDL Zan:
"In questi giorni si discute con molta forza sul DDL Zan anche per l’intervento di un artista che ha sollevato la questione dell’approvazione della legge durante il concerto dedicato alla festa dei lavoratori del primo maggio e subito si è scatenata la bagarre politica.
Le posizioni non sono così definite destra-sinistra ma sono trasversali e stanno dividendo partiti e movimenti con un dibattito duro ma utile per sensibilizzare i cittadini sul riconoscimento dei diritti e contro le discriminazioni nei confronti di chiunque.
Anche il Papa nell’enciclica Amoris Laetitia ribadisce con forza “«ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza» ma la domanda da porsi è se esiste un vuoto normativo da richiedere una nuova legge oppure no.
In realtà il nostro codice penale dispone già degli strumenti necessari per garantire in ogni situazione il rispetto della persona con sanzioni anche molto pesanti arrivando fino alla reclusione.
Anche la CEI in una nota ha ribadito “il sostegno a ogni sforzo teso al riconoscimento dell’originalità di ogni essere umano e del primato della sua coscienza. Tuttavia una legge che intende combattere la discriminazione non può e non deve perseguire l’obiettivo con l’intolleranza, mettendo in questione la realtà della differenza tra uomo e donna” inoltre con il concreto rischio che il tentativo di assicurare una maggiore tutela contro le discriminazioni arrivi a minare la libertà di pensiero.
Spesso gli incontri e i dibattiti anche nei vari talk show sono stati confusionari e spesso ideologici e non hanno garantito la comprensione della questione.
L’auspicio quindi è che si possa sviluppare con maggiore consapevolezza, nelle sedi proprie, sia a livello nazionale sia locale, un confronto aperto e non pregiudiziale che ogni voce anche in dissenso abbia il suo spazio di ascolto in modo da eliminare ogni ambiguità interpretativa e con il fine di costruire una società più giusta e solidale".