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Scritto da Redazione
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17 Aprile 2021

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Riceviamo e pubblichiamo questo intervento di Lodovica Giorgi, per 'Salviamo la Manifattura', che chiede confronto e chiarezza sul progetto per la città:

"Pochi giorni fa Eugenio Baronti per Sinistra Italiana ha svolto sulla stampa on line delle condivisibilissime osservazioni circa la assoluta necessità che una amministrazione che si definisce di sinistra offra ai cittadini piena chiarezza circa il futuro della ex manifattura sud. Non posso che fare mie, interamente, le sue osservazioni, che estenderei ad una qualsivoglia amministrazione tout court, qualunque ne sia il colore politico.

Stiamo assistendo da molti mesi a questa parte ad un continuo disvelamento e successiva confutazione delle ipotesi di "rigenerazione urbana" di una delle porzioni più significative della città, un continuo andirivieni di notizie e smentite, mezze verità e giustificazioni, secondo un copione che si ripete incessantemente, senza che l'amministrazione si annoi né tantomeno provi imbarazzo verso sé stessa.

Bianca Leonardi poche settimane fa ha dato la notizia che in relazione al progetto relativo a parcheggi e piazze era stato inviato alle ditte da invitare alla "concertazione privatistica" (così l'ha definita Manfredi Catella) un "progetto definitivo" che contemplava l'abbattimento di 34 piante del Parco della Rimembranza. Personalmente posso dire che in effetti su quelle carte vi era impressa la dizione "progetto definitivo" e che letteralmente si prevede l'abbattimento di 34 piante. Immediatamente il dott. Manfredi Catella ha dichiarato che non ci sarebbe alcun progetto definitivo firmato Coima per l'ex Manifattura sud e che le piante non verrebbero tagliate ma, limitatamente a quelle malate, "sostituite". L'Amministrazione dal canto suo ha precisato che non consentirà ad alcun taglio degli alberi. La notizia però è che il progetto esiste e che, se le parole hanno un senso, non è stata smentita, ma solo confusa: si è detto che non c'è un progetto definitivo sulla manifattura sud, ma la notizia riguardava un progetto definitivo di piazze e parcheggi e non degli immobili compresi nell'area ex manifattura sud, che è ben altra cosa. Si è altresì detto che non sarà consentito il taglio di alcun albero, ma non si è smentita l'esistenza del progetto definitivo relativo alle opere edilizie comprese nella proposta di project financing.

Insomma da parte di Coima Sgr e da parte della Amministrazione si sono confuse le acque, così che i cittadini non riuscissero ad avere alcuna chiarezza.

Il copione si ripete identico con le ultime informazioni fornite dall'opposizione in Comune. Esiste un progetto che disegna le funzioni che la ex manifattura sud assumerà, in esso sono previsti 4.000 metri quadrati di funzioni commerciali. Questa è la notizia. Anche qui posso confermare di aver visto quelle tavole.

Immediata la replica della Amministrazione: quel progetto "è solo una previsione tecnica per valutare i massimi consumi, decideremo le cose solo col piano attuativo"; aggiungendo che il regolamento comunale vieta uno spazio commerciale di 4.000 metri quadri.

Di nuovo non si smentisce, ma si genera nella cittadinanza l'idea di una smentita.

La verità è che è proprio per poter valutare i costi di realizzazione ad uno stadio superiore rispetto ad una valutazione di massima (e dunque valutare con precisione il rapporto costi / benefici) che si effettua, fra l'altro, una progettazione di impianti il più possibile aderente alla realtà, così che sia possibile, alla luce di compiti dettagliati, formulare valutazione economiche certe. E questo necessariamente il Fondo di investimento deve fare per non intraprendere una operazione che si riveli poi finanziariamente insostenibile. Dunque sembreremmo essere, secondo quelle tavole, in uno stadio avanzato della progettazione. E se è vero che la normativa urbanistica non consente un unico spazio commerciale di 4.000 metri quadri, esso non vieta però un insieme di spazi commerciali che sia complessivamente pari a 4.000 metri quadri; del resto ciò sarebbe coerente con la documentazione fino ad oggi acquisita o disponibile on line.

Di nuovo smentite che sembrano smentite, che in verità crollano facilmente come castelli di carta, ma che sono comunque adeguate a creare confusione. Noi avvocati penalisti, quando non abbiamo molte armi di difesa, diciamo che "è un processo in cui bisogna fare più confusione possibile" per tentare di rimescolare le carte e confondere l'avversario e magari anche il giudice. Ma ciò che è consentito in un processo penale, dove l'imputato non ha l'obbligo di dire la verità, non è consentito nel dibattito cittadino, o meglio non è consentito da parte di due istituzioni cittadine.

Non è consentito all'Amministrazione, che ha il diritto e il dovere di conoscere esattamente la destinazione di circa 18.000 metri quadri di beni immobili pubblici che si appresta a "cedere in modo definitivo e irrevocabile" e che ha parimenti l'obbligo di renderne conto con chiarezza alla città. Non è consentito alla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca che è un ente benefico che opera e deve operare non come potere ma come servizio.

E' consentito a Coima S.g.r., che è un privato, privo di alcun ruolo istituzionale e di alcun legame con la città: non è un caso se in Consiglio Comunale Manfredi Catella disse con chiarezza che il consiglio comunale e la città avrebbero potuto sapere quali erano i contenuti e le destinazioni degli immobili presenti nella ex manifattura solo una volta che i proponenti ne fossero diventati proprietari. Manfredi Catella non ha alcun obbligo di trasparenza, ma l'Amministrazione deve pretendere da Coima S.g.r. e dalla Fondazione che ciò che Coima S.g.r. vuole dire soltanto una volta divenuta proprietaria sia al contrario detto ora e con chiarezza. Perché l'interesse pubblico che il consiglio comunale dovrà valutare non può prescindere da quelle destinazioni. L'interesse pubblico, come più volte affermato dalla maggioranza, è rigenerare una porzione di città e, se così è, la valutazione circa l'esistenza o meno di un interesse è intimamente legata alle destinazioni di quegli immobili, che possono o meno essere di interesse od invece di danno.

La città è stanca, è stanca di queste continue false smentite, di questa nebbia, di questa "melma" come un mio caro amico urbanista ama definire un certo modo di rimescolare e seppellire i problemi della città da parte "di chi conta".

La sincerità piena, il confronto pieno, il disvelamento pieno dei progetti deve essere ora. Prima che, con la gara, la ex Manifattura sia definitivamente e irrevocabilmente persa".

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