Abito da circa sette anni nel centro storico di Lucca, in una zona relativamente marginale: davanti le Mura, dietro la ex Manifattura Tabacchi. In questi anni, ho visto un progressivo incremento delle attività turistiche e degli eventi, alcuni dei quali pregevoli, altri meno. Se da una parte queste opportunità rendono la città più viva e più nota, dall’altra mettono in crisi la qualità della vita dei residenti. L’impressione che si ricava dal di fuori è quella della mancanza di una regia che organizzi i flussi turistici e renda percorribili le strade a chi si deve spostare per le semplici esigenze quotidiane: il supermercato, la farmacia, il negozio…
Attualmente il centro e non solo della città è assediato dalla preparazione dei Comics, edizione 2024, certamente l’evento più seguito e più rilevante che ha fatto conoscere Lucca in tutto il mondo. Il cittadino residente, però, si trova bloccato per due mesi negli spostamenti sia dentro sia fuori le mura da un traffico impazzito che provoca lunghe file alle rotonde e ai semafori con conseguenze inquinanti incontrollabili, in barba ai buoni propositi di “rivoluzione green” promessa da ogni amministrazione in entrata. C’è, poi, la questione dei parcheggi… I tendoni degli stand ricoprono praticamente tutte le piazze e le aree aperte e accessibili, occupando una gran parte degli spazi adibiti a parcheggi, gialli e blu.
Al residente a cui è sottratto il suo stallo, viene annunciato sui giornali che può occuparne, senza pagare, uno blu. Il problema è che in quasi tutti i parcheggi dell’un tipo e dell’altro compaiono cartelli di divieto assoluto o transitorio: un vero e proprio rompicapo… Che fare? Porto un esempio tratto dalla zona dove abito, corso Garibaldi: nel tratto che va dall’incrocio con via Veneto sino a via del Pallone, tra sbarramenti e sensi unici è praticamente impossibile trovare un parcheggio. Mi viene spontanea una domanda: perché non si apre il cortile dell’ex caserma Lorenzini?
L’area è da anni invasa da macerie e immondizie che periodicamente il Comune scarica intorno a un prato abbandonato all’incuria e infestato da erbacce. Sotto quel “prato” ci sarebbe un tracciato di mattoni dell’Ottocento che portava i mezzi militari del tempo alle porte neogotiche della caserma e al di sotto ancora esiste la tomba di un soldato longobardo i cui scavi sono stati interrotti per mancanza di fondi. Perché dunque non trasformare quel luogo degradato in un parcheggio per residenti?
E sottolineo cittadini residenti, non turisti o comuni avventori. Nel primo caso, infatti, gli spostamenti sono ridotti; nel secondo, invece, lo scambio continuo dei mezzi in un’area ristretta che non consente il passaggio di due auto rischierebbe l’effetto “tappo” con conseguenze facilmente immaginabili.
Nella speranza che l’amministrazione voglia tener conto di questi suggerimenti, rimango in attesa.