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Gioco online e minori: come funziona la normativa internazionale
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Casinò digitali sempre più popolari: +31% di iscrizioni nel 2025
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Come il settore del gioco d’azzardo sta sostenendo l’economia italiana
Il settore del gioco d’azzardo rappresenta una componente significativa dell’economia italiana. Negli ultimi anni, la sua incidenza è cresciuta non solo in termini di gettito fiscale ma anche per quanto riguarda l’occupazione e l’indotto generato in ambiti collaterali

Lucca dietro le mura: segreti, fantasmi e colpi di scena
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Sport notturni: cosa si nasconde dietro la febbre delle attività dopo il tramonto
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Il successo dei giochi da casinò nella versione online
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De Bruyne Tentato dal Trasferimento al Napoli tra le Voci di un Addio dalla Premier League
La brillante carriera di Kevin De Bruyne al Manchester City sembra volgere al termine, e la corsa per assicurarsi la sua firma si sta intensificando in tutta Europa.

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La vacanza al mare anche quest’anno ha la meglio su tutte le altre opzioni di viaggio. Gli italiani hanno voglia di rilassarsi in riva al mare, sorseggiare una bevanda fresca, abbronzarsi e deliziare la vista avendo davanti a sé spettacoli naturali d’eccezione.
Dove trovare tutto questo se non nella nostra magnifica Italia. I chilometri di costa, da nord a sud, sono pressocché infiniti e le idee e le mete su dove andare di certo non mancano. Complice il periodo delicato dal quale stiamo uscendo, sono in tantissimi i vacanzieri che preferiscono non allontanarsi troppo dal Bel Paese preferendo una delle tante mete lungo la costa tricolore o nelle isole sparse al largo dello Stivale.
Le possibilità per organizzare una vacanza al mare sono infinite, da quelle più classiche a quelle decisamente alternative, dai posti più tranquilli e a portata di famiglia a quelli dove la movida e il divertimento non manca, come quelli che riescono a conciliare anche mare, tintarella e relax con tour in città alla scoperta di storia e cultura del posto.
Insomma ognuno può organizzare la propria vacanza al mare secondo i propri desideri grazie a Tramundi, il tour operator online che fa di organizzazione, condivisione ed esperienza il fulcro del proprio lavoro. Ogni viaggio ti permette di conoscere gente nuova, appassionati di viaggio come te che sono pronti a vivere emozioni che solo la condivisione sa regalare, andando alla scoperta di culture che solo apparentemente possono sembrare lontane. E invece grazie alle guide locali entrare a far parte di un nuovo mondo non è per nulla difficile.
Ecco perché non è estate se non vai al mare e con il compagno giusto. Tramundi ti guida dalla scelta della meta fino al tuo ritorno a casa, regalandoti la tranquillità di non dover pensare a nulla e di scegliere un viaggio organizzato nei minimi dettagli. Pronto con carta e penna per segnare tutte le bellissime e interessanti destinazioni per una vacanza al mare in Italia?
Riomaggiore, Portovenere, Levanto, Monterosso e Manarola, le tappe del tour in uno dei luoghi Unesco dello Stivale, le Cinque Terre. E dal Nord ci spostiamo verso il Sud, in Puglia per un tuffo in Salento. Gallipoli, Lecce, Otranto, ti dicono qualcosa? Alcune delle mete più rinomate del Tacco d’Italia da scoprire con delle rilassanti pedalate in bicicletta tra un bagno e un altro. Orosei, Supramonte, Oliena e molti altri nomi non famosissimi che descrivono la magia della Barbagia, la regione centrale della Sardegna. Sarà una scoperta magnifica andare oltre le classiche mete.
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Il 29 floreale dell’anno X (19 maggio 1802), il primo console Napoleone Bonaparte istituì, in nome del Popolo francese, dopo un lungo ed articolato dibattito, l’onorificenza della Legione d’onore al fine di ricompensare le virtù ed il servizio civile e militare, indipendentemente dalle origini sociali, in ottemperanza all’articolo 87 della Costituzione dell’anno VIII il quale prevedeva che si sarebbero dovute assegnare delle ricompense a coloro che avessero reso un eccellente servizio alla Francia combattendo per la Repubblica francese.
Il decreto di istituzione prevedeva che fosse retta da un Gran consiglio d’amministrazione affiancato da quindici coorti, poi sedici, distribuire sul territorio nazionale sulla base della suddivisione del territorio francese in circoscrizioni, su modello delle legioni romane. Il Gran Consiglio di amministrazione era composto dai tre consoli della Repubblica francese e da altri quattro membri nominati dal Senato, dall’Organo legislativo, dal Tribunato e dal Consiglio di Stato all’interno dei componenti dei propri organi. I membri di tale Consiglio ottenevano a vita il titolo di grand officier anche qualora fossero stati sostituiti a seguito di nuove elezioni.
Al primo console Napoleone Bonaparte spettava per diritto il titolo di capo della legione e la presidenza del Gran consiglio di amministrazione.
Ciascuna coorte era composta da sette grand’ufficiali, venti comandanti, trenta ufficiali e trecentocinquanta legionari.
La nomina a membro della Legion d’onore era a vita e ad ognuno, a seconda del rango, era corrisposto un premio previsto in 5000 franchi ai grand’ufficiali, 2000 franchi ai comandanti, 1000 franchi agli ufficiali, 250 franchi ai legionari.
Ad ogni membro era chiesto di giurare, sul proprio onore, di dedicarsi al servizio della Repubblica francese conservandone l’integrità del territorio, difendendone il governo ed i suoi beni e soprattutto di combattere contro qualsiasi tentativo di ristabilire in Francia il regime prerivoluzionario consacrandosi ai principi della libertà e dell’uguaglianza.
Per i membri di ciascuna coorte erano previsti dei servizi di assistenza, il decreto del 1802 prevedeva infatti che in ciascuna sede fossero istituiti un ospedale e degli alloggiamenti in modo da poter ospitare o curare coloro che per malattia o infermità non fossero più stati in grado di servire la Repubblica.
Componevano la Legion d’onore tutti i soldati che avevano ricevuto l’onore delle armi oppure coloro i quali avevano ottenuto meriti importanti durante la guerra di liberazione dalla monarchia oltre che i cittadini che per le loro virtù o il loro talento avessero contribuito a difendere o rafforzare i principi di libertà e giustizia, fondamenta della Repubblica. I membri erano scelti e nominati dal Gran consiglio di amministrazione.
L’organizzazione della Legion d’onore fu portata a compimento due anni dopo la sua istituzione, come previsto nel 1802, con un decreto del 1 vendemmiaio dell’anno XII (24 settembre 1804) a nome di Napoleone Bonaparte, da circa un mese, per grazia di Dio e della costituzione della repubblica, imperatore dei francesi.
Si adottò come decorazione una stella bianca a cinque raggi doppi, smaltata di bianco, incorniciata da una corona composta da rami di quercia ed alloro, da appendersi all’abito tramite un nastrino di colore rosso moiré, con al centro, sul recto, su un disco d’oro, il ritratto di Napoleone di profilo cinto da una corona di alloro, ad imitazione dei modelli imperiali romani, circondato dalla leggenda Napoleon empereur desfrancais, e sul verso, sempre su un disco d’oro, l’immagine dell’aquila napoleonica, circondata dalla leggenda Honneur et Patrie.
La decorazione era in oro per i grand’ufficiali, i comandanti e gli ufficiali ed in argento per i legionari.
A Napoleone spettava, quale membro principale della Legion d’onore, il collier de la Legion d’honneur, che indossò durante la cerimonia dell’incoronazione, oggi perduto, e pertanto definito di primo tipo. Ad esso si affiancò un secondo tipo, di cui si conserva presso il Museo de l’Armée – Invalides di Parigi quello appartenuto allo stesso Napoleone, realizzato dall’orafo francese Martin Guillaume Biennais (La Cochère, 1764 – Parigi, 1843), posto sulla tomba dell’imperatore nel 1843 per volere del fratello Giuseppe Bonaparte, che l’imperatore era solito assegnare ad alti dignitari o ai principi dell’Impero per propria decisione sovrana.
Il collare di secondo tipo si componeva di sedici aquile in oro, rappresentanti le sedici coorti, alternate ad altrettanti medaglioni con i simboli delle discipline caratterizzanti i membri dell’ordine, quali la geografia, l’architettura, l’arte della guerra, la musica, la medicina, la farmacia, la navigazione, circondati da un filetto composto da piccoli cartigli con le api imperiali e piccoli medaglioni con stelle a cinque punte, terminanti nel grande monogramma napoleonico costituito dalla lettera N, cinta da un serto di alloro, da cui pendeva la croce della Legion d’onore sormontata dalla corona imperiale.
Con un decreto del 30 gennaio 1805 fu istituita la grande décoration, da conferirsi come onorificenza di grado superiore ai quattro ordini istituiti nel 1802, caratterizzata da una grande placca ricamata in argento a forma di stella a cinque raggi doppi, raggiata, da apporsi sul lato sinistro degli abiti, portante al centro, entro un medaglione, l’aquila imperiale circondata dalla leggenda Honneur et Patrie, ed una fascia rossa, passante dalla spalla destra al lato sinistro, con all’estremità l’aquila della legione. È proprio per la foggia di tale decorazione che questo grado fu denominato Grand Aigle.
Era prerogativa dell’imperatore concedere tale onore che fu limitato al numero di settanta, esclusi i membri della famiglia imperiale, e fu attribuito, per citare alcuni nomi, allo zio cardinale Joseph Fesch, ai cardinali Jean Baptiste de Belloy, arcivescovo di Parigi, e Giovanni Battista Caprara Monteccucoli, delegato pontificio per conto di Pio VII Chiaramonti, ai generali Louis Alexandre Berthier, Gioacchino Murat, Michel Ney, André Masséna, a Charles François Lebrun, arcitesoriere dell’Impero francese, Charles Maurice de Talleyrand-Périgod, ministro degli affari esteri.
La prima cerimonia di assegnazione della Legion d’onore avvenne il 14 luglio 1804 a Parigi presso Les Invalides seguita da una seconda cerimonia, il 16 agosto 1804, al camp de Boulogne in cui lo stesso Napoleone decorò 2000 uomini di fronte a 60000 soldati e 200000 spettatori.
Oltre alla Legion d’onore il 5 giugno 1805 Napoleone istituì, a seguito della sua incoronazione come re d’Italia il 26 maggio precedente, l’onorificenza della Corona di ferro.
Napoleone da Imperatore amava portare la Legion d’onore indossandola sulla parte sinistra della divisa sia quella in oro riservata ai grand’ufficiali ed ai comandanti sia in argento destinata ai legionari.
Non sappiamo con certezza, dato che la documentazione riferita a questo episodio è andata dispersa durante un incendio, ma si ha notizia che almeno tre donnecombatterono con le armate di Napoleone e ricevettero la Legion d’onore: Virginie Ghesquière, Marie-Jeanne Schellinck, che si arruolo nelle armate francesi ricevendo nel giugno del 1808 dallo stesso Napoleone l’onorificenza, e la monaca, suor Marthe Biget.
Malgrado la caduta di Napoleone e la fine dell’Impero francese la Legion d’onore fu mantenuta dal nuovo re Luigi XVIII che la denominò Ordine regio della Legion d’onore e tutt’ora sopravvive come la più alta onorificenza della Repubblica francese.