Non appena abbiamo letto di questo generale di divisione messo in croce per aver non solo pensato o detto, ma scritto il suo pensiero, abbiamo ordinato immediatamente il libro su Amazon e non vediamo l'ora di leggere attentamente le pagine prima di poterne scrivere in maniera esauriente.
Ma a parte questo, non ci serve la lettura del libro Il mondo al contrario per sentire non solo il dovere, ma, quasi, l'obbligo di manifestare il nostro incondizionato appoggio morale al generale Roberto Vannacci. Il motivo? Semplice. In mezzo a tanti alti ufficiali con lauti stipendi e prebende che, una volta andati in pensione, raccontano le proprie memorie e esprimono i propri pensieri, lui, al contrario, non soltanto ci ha messo la faccia, ma, se ci concedete il francesismo, soprattutto, il culo. Perché questo signore di 54 anni, già comandante della Brigata Folgore, è ancora a libro paga del ministero della Difesa e potenzialmente sottoposto a procedimenti disciplinari con il rischio, fondato, di trascorrere gli ultimi anni della propria vita professionale sbattuto in qualche ufficio che dire di periferia sarebbe un eufemismo. In sostanza, in mezzo a tanti generali con stellette e mostrine in gran quantità, lui ci ha aggiunto un paio di attributi non proprio indifferenti.
Ma che cosa avrà scritto, poi, di così eclatante, di così blasfemo, di così irritante, di così scomodo, ma anche di così veritiero e ricco di buonsenso comune questo generale con le stellette che, a differenza della stragrande maggioranza degli ufficiali di questo sfasciato Stivale, ha dimostrato di possedere due coglioni grossi così? Roberto Vannacci, almeno da quello che abbiamo potuto vedere e si tratta, ripetiamo, solo di alcuni brevi periodi pescati qua e là o in quarta di copertina o anche in terza e magari anche sulla seconda, non ha fatto altro che mettere nero su bianco quello che gli italiani o, comunque, quelli che non sono verniciati del colore rosso-fucsia della Sinistra, pensano su come sta andando il mondo. Alla rovescia diciamo noi da anni, da sempre, al contrario ha scritto ora il generale di divisione.
Un mondo al contrario o alla rovescia dove tutto ciò che è sempre stato viene travolto da chi vorrebbe non ci fosse più e, addirittura, nemmeno ci fosse mai stato; un mondo dove ciò che fino a ieri era la verità assoluta o, comunque, qualcosa che gli assomigliava parecchio, dovrebbe lasciare il posto all'assioma per il quale tutto deve essere relativo perché non c'è niente di assolutamente assoluto; un mondo dove ciò che è stato evidente e lapalissiano fino a ieri, oggi non lo è più in nome di un cambiamento voluto da minoranze le quali hanno capito, mediante lobbies al potere economico-finanziario-culturale, che il buonsenso e anche il comune buonsenso devono essere banditi per sempre; un mondo dove non esisterà più alcuna identità sessuale e fisiologica, semplicemente perché ognuno, la propria identità, se la sceglierà come, quando e dove vorrà a seconda di come si sveglierà la mattina; un mondo dove tutte le altre identità frutto di millenni di storia, devono essere cancellate siano esse geografiche, storiche, religiose, culturali, antropologiche. Il tutto per una omogenizzazione spinta il cui unico obiettivo è annullare ogni differenza così da plasmare meglio il nulla che ne conseguirà. Teoria Gender intesa come bomba capace di far esplodere ogni principio naturale così come è sempre stato dagli inizi dell'umanità.
Bene, contro tutto ciò il generale Vannacci si è ribellato e anche incazzato e ha ritenuto di mettere giù i suoi pensieri pubblicandoli in un libro che, adesso, è diventato il più letto e comprato sulla piattaforma Amazon. Questo, intanto, il principale risultato prodotto dalla campagna di denigrazione intentata contro di lui dagli intellettuali del (dis)ordine costituito e del Pensiero Unico Dominante, ma gli italiani, si sa e lo sanno anche in quella discarica a cielo coperto denominato Unione Europea e come era solita dire Ida Magli, sono disubbidienti sempre e comunque fino all'estrema unzione e non accettano passivamente i dogmi vomitati da una classe digerente capace solo di fare e imporre i propri interessi.
Abbiamo frequentato per oltre 35 anni carabinieri e polizia e forze speciali. Sappiamo benissimo che in qualunque corpo militare tutti la pensano esattamente come il generale Roberto Vannacci. Nessuno escluso, ma non ce n'è uno che abbia avuto e abbia altrettanto coraggio da metterci la faccia. Così ci ritroviamo i principali corpi di élite di questo disgraziato Paese che vivono perennemente una schizofrenia determinata dall'essere perfettamente consapevoli che i loro principi, i loro valori, le loro esperienze, vengono considerati da parte di una fetta, sempre la stessa sempre a Sinistra, superflui, inutili e, addirittura, dannosi della serie se non ci fossero sarebbe sicuramente meglio.
Perfino il ministro della Difesa Guido Crosetto, uno che, per noi, al massimo, potrebbe dirigere un autogrill sull'autostrada, uno che ha candidamente ammesso di aver detto una bugia inventandosi di essersi laureato in Economia e Commercio senza mai averlo fatto. Ecco, questo signore e siamo teneri e gentili, ha parlato, a proposito delle esternazioni di Vannacci, di 'farneticazioni personali'. Ed è un ministro del Governo di Giorgia Meloni, una che prima di essere nominata capo del Governo faceva fuoco e fiamme su tutto e che adesso, invece, è più a Sinistra della Sinistra stessa. E con lei quell'altro, il Matteo Salvini che un tempo lottava contro l'immigrazione selvaggia, poi, da quando lo hanno salvato dal rinvio a giudizio, nemmeno ne parla più o quasi.
Se anche un Governo che si dice di destra finisce per essere sbugiardato dalla realtà dei fatti e diventa più ridicolo di un clown di un circo, se Fratelli d'Italia è il partito degli acchiappacitrulli che ci credono ancora così come lo è stato (S)Forza Italia, allora perché meravigliarsi e fare tanto casino se un generale con le palle sceglie di metterci la faccia e dire quello che la maggioranza pensa e che, invece, una minoranza assolutamente insignificante vuole nascondere e capovolgere?
Hanno, addirittura, cacciato il generale Roberto Vannacci dal ruolo che ricopriva dietro una scrivania in quel di Firenze, lui che è sempre stato, recita il suo percorso militare, un operativo e un decisionista, uno che non si è mai cagato addosso nell'assumersi le proprie responsabilità. E adesso, i soliti quaquaraqua del Transatlantico italiano di piazza di Monte Citorio, starnazzano come oche senza alcuna dignità né senso della misura che non sia quello delle stupide comari di cortile. Per noi, poveri dementi, starebbero bene sì, ma sulla tavola imbandita come tanti vassoi di patè de foie gras.
Siamo uomini o generali pardon, caporali si domandava Totò. E noi, di rimando, rispondiamo che non ci sono uomini e nemmeno generali, tutti con le stellette, ma privi di palle come degli eunuchi senza gloria dediti al razzolare giornaliero in cerca di cibo e prebende.
Forza generale Vannacci. Noi e tutta l'Italia, almeno la migliore e quella che non ci sta a farsi tappare la bocca, sta con lei. Non molli perché noi non molleremo. E le Gazzette, ancora una volta, si confermano l'unica voce fuori dal coro dentro un'orchestra di sole voci bianche.