Cultura
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Si arricchisce di un'opera in più - il curioso Doppio autoritratto di Alfredo Catarsini appena rintracciato a Firenze -, la mostra Alfredo Catarsini: dalla darsena alla Linea gotica. Paesaggi, figure e grandi composizioni pittoriche (1917 – 1945), prima, grande retrospettiva dedicata all'artista viareggino curata da Rodolfo Bona, che prosegue al Palazzo delle esposizioni della Fondazione Banca del Monte di Lucca, in Piazza San Martino, fino a domenica 8 maggio.
Aperta il giovedì e venerdì (ore 15:30-19:30) e sabato e domenica (ore 10-12 e 15:30-19:30), la mostra sarà aperta straordinariamente anche il giorno di Pasqua - domenica 17 aprile - dalle 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 19.30, sempre con ingresso libero.
Doppio autoritratto: dalla foto al dipinto
Fino a ora era solo una fotografia in bianco e nero, conservata nell'Archivio Catarsini, a Palazzo Paolina Bonaparte di Viareggio, con la firma dell'artista piemontese Felice Carena e una data, 9 agosto 1936.
Poi, qualche settimana fa, il ritrovamento del Doppio autoritratto dipinto a Firenze e, dopo un sommario intervento di manutenzione, la decisione di esporlo in mostra, quale testimonianza della pittura creativa di Catarsini, ma anche dell'azione della Fondazione che nel settembre 2021 ha lanciato la grande campagna di «ricerca di opere fuori circuito di Alfredo Catarsini per il loro inserimento nel catalogo generale in corso di realizzazione» che sta dando ottimi frutti.
Si tratta di un dipinto a olio su compensato, di 59 x 73 centimetri, realizzato nel 1934, in cui Catarsini recupera modelli figurativi illustri, che gli consentono di mostrarsi simultaneamente sia di fronte, al lavoro davanti al cavalletto, sia di profilo, riflesso nello specchio.
Il quadro sembra anticipare i temi e il fascino che esattamente 70 anni più tardi il curatore francese Pascal Bonafoux avrebbe inserito nella mostra "Moi. Autoritratti del XX secolo" proponendo, prima al Musée de Luxembourg di Parigi e poi nella Galleria degli Uffizi di Firenze, ben 149 autoritratti di artisti senza la pretesa né l'ambizione di dire che cos'è l'autoritratto, ed evitando rigide classificazioni; secondo Bonafoux, infatti, nell'autoritratto si riflettono avanguardie, rivoluzioni, manifesti, mille implicazioni storiche, sociologiche e psicologiche a tal punto che l'immagine che l'artista ha di sé, oppure l'immagine che l'artista vuole dare di sé, finisce per diventare un gioco infinito delle parti.
Un meccanismo che evidentemente affascinò anche Catarsini - autore di innumerevoli autoritratti (uno, proprio del 1934, fu donato dai figli Mity e Orazio agli Uffizi ed è visibile in mostra a Lucca) - a tal punto da sperimentare perfino il "raddoppio" del tema.
Il Doppio autoritratto di Alfredo Catarsini sarà già visibile nella mostra di Lucca da giovedì 14 aprile fino all'8 maggio.
I "mai (o poco) visti" di Catarsini
Curata da Rodolfo Bona con la collaborazione di Claudia Menichini e Elena Martinelli, e promossa da Fondazione Banca del Monte di Lucca, Fondazione Lucca Sviluppo e Fondazione Alfredo Catarsini 1899, l'esposizione propone oltre 80 opere - tra dipinti a olio su vari supporti e disegni a carboncino e china - che permettono uno studio sistematico dei primi 30 anni d'arte di Catarsini nonché alcuni importanti dipinti che presero parte alle grandi esposizioni degli anni Trenta e Quaranta del Novecento.
Nelle intenzioni del curatore, questa mostra intende ripercorrere le principali tappe dell'itinerario artistico del pittore versiliese durante gli anni che, dagli esordi viareggini sulle sponde della Darsena, all'ombra dalla Torre Matilde, lo condussero alle esposizioni artistiche nazionali dell'Italia fascista, durante gli anni Trenta, alla realizzazione dell'affresco di Viareggio del 1936 e, nel 1944-45, alla realizzazione del ciclo degli affreschi di San Martino in Freddana e Castagnori nel periodo dello sfollamento in Lucchesia. Questo cammino iniziò alla fine del secondo decennio del '900, nelle più contenute dimensioni del quadro di paesaggio o del ritratto, per giungere alle grandi composizioni a soggetto storico, sacro e celebrativo che saranno visibili in mostra attraverso un video.
E nella scelta delle opere che ben raffigurano la parabola artistica del pittore viareggino, vi sono molte opere "mai viste", alcune conosciute solo perché pubblicate su testi a stampa o altre che ricompaiono dopo un periodo di relativo oblio.
Per esempio saranno in mostra alcune opere di Catarsini quasi ventenne, ambientazioni e ritratti degli anni '30 tra cui l'Autoritratto di Alfredo Catarsini del 1934, donato nel 2005 alla Galleria degli Uffizi e da allora mai più mostrato in pubblico; Il grano della bonifica lucchese, il grande dipinto che prese parte al "Premio Cremona" del 1940 e che è stato rintracciato di recente a Grosseto; e il piccolo Veliero ormeggiato, che risale al 1917 e che quindi è l'opera più antica fino a questo momento ritrovata presente in mostra e rappresenta l'alfa della produzione pittorica di Alfredo Catarsini.
Per la prima volta si vedono - in originale - sette degli otto disegni del periodo dello sfollamento che alla fine degli anni Sessanta illustrarono il romanzo Giorni neri di Catarsini, recentemente ristampato per i tipi de "La nave di Teseo".
Il percorso espositivo
La mostra si articola in nove sale che occupano tre piani del Palazzo delle esposizioni lucchese, nella centralissima Piazza San Martino.
Al piano terra vi è una prima sala dal carattere introduttivo con un Autoritratto che fa parte, con altre tre opere in mostra, delle 30 opere che i figli Mity e Orazio Catarsini donarono nel 2001 al Comune di Viareggio, l'opera più antica in mostra e il grande dipinto del Premio Cremona; al primo piano trovano spazio vedute di darsene, marine e alcuni disegni; al secondo e più articolato piano del palazzo espositivo, sono ben sette le sale dove si potranno ammirare paesaggi di campagna, ritratti, autoritratti, tra cui quello del 1934 prestato dalla Galleria degli Uffizi, immagini familiari, accanto ad opere dedicate ai temi della guerra e della religione, disegni e dipinti preparatori degli affreschi delle Chiese di San Martino in Freddana e Castagnori dove Catarsini fu sfollato, e ancora disegni e dipinti dedicati ai rifugi antiaerei, immagini di Bastia (in Corsica) dove l'artista soggiornò ed espose negli anni '30, e alcune nature morte.
La mostra comprenderà anche due postazioni video che mostrano attraverso immagini - alcune provenienti anche dall'archivio delle Teche Rai - gli affreschi, dal più antico a Viareggio e quelli di San Martino in Freddana e Castagnori (che l'Artista realizzò durante il periodo bellico) e una selezione di documenti, foto, cataloghi, manoscritti del periodo facenti parte dell'Archivio storico di Catarsini, aggiornato costantemente dalla Fondazione, attualmente conservato negli spazi della Villa museo Paolina Bonaparte di Viareggio, dove è consultabile e visitabile unitamente al suo atelier, ricostruito sin nei minimi particolari nel 2003.
Per l'occasione è stato realizzato il catalogo della mostra edito da Maria Pacini Fazzi che recherà i testi dei presidenti delle tre fondazioni che promuovono la mostra - Andrea Palestini (Fondazione Banca del Monte di Lucca), Alberto Del Carlo (Fondazione Lucca sviluppo) ed Elena Martinelli (Fondazione Alfredo Catarsini 1899) - di Rodolfo Bona (curatore) e di Cristina Acidini, Marco Cigolotti, Adolfo Lippi, Renzo Maggi, Claudia Menichini ed Elena Torre.
Da segnalare, infine, la possibilità di ammirare la mostra da remoto - collegandosi al sito web www.fondazionecatarsini.com oppure direttamente alla visita virtuale https://my.mpskin.com/it/tour/7ew3xb6qwg - grazie al percorso realizzato dalla ditta Review di Marco Francesconi.
Gli incontri culturali
Parallelamente alla mostra dedicata all'arte di Catarsini durante gli anni giovanili, l'auditorium della Banca del Monte di Lucca sta ospitando una serie di incontri culturali in stretta connessione con l'evento espositivo. Il programma dettagliato è in via di definizione, ma i temi di cui si parlerà riguardano la Versilia dipinta, le atmosfere della Viareggio durante gli anni Trenta e Quaranta del Novecento, i toscani che presero parte alle tre edizioni del "Premio Cremona" tra il 1939 e il 1941, gli archivi degli artisti lucchesi, gli affreschi realizzati da Catarsini in Lucchesia durante la seconda guerra mondiale, la "Linea Gotica", il romanzo scritto dall'artista Giorni neri e la recente XX edizione del "Premio Catarsini" riservato agli studenti delle scuole toscane.
Sono disponibili visite guidate gratuite con un minimo di 8-10 persone per gruppo da concordare con la Fondazione Catarsini, scrivendo a:
INFO MOSTRA
Alfredo Catarsini: dalla darsena alla Linea gotica.
Paesaggi, figure e grandi composizioni pittoriche (1917 – 1945)
Mostra promossa da Fondazione Banca del Monte di Lucca, Fondazione Lucca Sviluppo e Fondazione Alfredo Catarsini 1899
A cura di Rodolfo Bona, con la collaborazione di Claudia Menichini ed Elena Martinelli
Fino all'08.05.2022
Orari: giovedì e venerdì ore 15:30-19:30; sabato e domenica ore 10-12 e 15:30-19:30
(chiuso il primo maggio)
Ingresso libero
Palazzo delle esposizioni della Fondazione Banca del Monte di Lucca
Piazza San Martino 7, Lucca
Tel. +39 342 1684031
Catalogo di Maria Pacini Fazzi Editore
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“Il taglio delle importazioni del gas russo a quale grado di criticità sottoporrebbe le imprese? Che durata e natura può avere un intervento tempestivo contro l’inflazione? Le aziende quanto possono sentirsi tutelate dalle politiche antinflazionistiche eventualmente adottate dal soggetto pubblico? Come incide il processo inflattivo sulla gestione industriale ‘just in time’? E’ possibile trasformare una minaccia economica globale in una opportunità altrettanto globale?”
Sono solo alcune delle domande che, lunedì 4 aprile, gli studenti delle classi quinte dell’ITE “F. Carrara” hanno rivolto al professore Mario Morroni, docente di Economia Politica presso l’Università di Pisa, nel corso della videoconferenza organizzata per loro dalla professoressa Santina Di Lallo.
Il professore Morroni, oltre a rispondere ai quesiti con la disponibilità al dialogo e la competenza professionale che lo contraddistinguono, ha tenuto, nella prima ora dell’incontro, una lectio magistralis sulla storia dell’economia italiana degli ultimi trent’anni, ripercorrendone in modo articolato, esauriente e con il supporto di numerosi grafici, le fasi e le caratteristiche più significative: la bassa crescita, il contenimento del debito pubblico, la stagnazione dei salari, l’aumento del precariato, la crisi della lira, l’entrata in vigore dell’euro e la progressiva perdita della competitività internazionale che hanno contrassegnato il periodo 1990-2007; la crisi finanziaria globale, la grande recessione, la caduta del PIL e la crescita del debito pubblico evidenziatesi negli anni 2008-2014; la lieve ripresa economica del 2015-19; la crisi del 2020-21, dovuta alla pandemia e palesatasi, dunque, con il crollo verticale del PIL -in recupero nel ‘21-, l’aumento della povertà, il blocco delle catene di fornitura delle materie prime e dei semilavorati, la forte carenza di alcuni beni intermedi e l’aumento dei costi di trasporto; infine il 2022: un anno in cui il varo del PNRR e l’inizio della ripresa economica hanno subito il grave contraccolpo dell’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo e patito la conseguente impennata dei prezzi dei prodotti energetici, la crescita di quelli al consumo, la riduzione, a causa delle sanzioni contro la Russia, delle stime di crescita del PIL, e la prospettiva di una stagflazione, ossia della coesistenza di inflazione e stagnazione. A questa congiuntura, secondo Morroni, bisognerebbe rispondere con una politica monetaria molto prudente, tesa ad evitare bruschi aumenti del tasso di interesse o forti riduzioni dell’offerta di moneta, la continuazione della politica fiscale espansiva del PNRR, il contrasto alla speculazione sui prezzi delle materie prime, specie quelli delle fonti di energia, la riduzione della crescita della povertà e delle enormi disuguaglianze nella distribuzione del reddito e della ricchezza.