Politica
Villa Basilica, Corti: "Trasparenza e partecipazione, chiediamo un cambio di passo"
Questo l'intervento della consigliera Camilla Corti della lista Futura sull'ultimo consiglio comunale
“Contributo affitto subito”: il Pd di Lucca lancia la campagna a livello locale e nazionale
A presentare l'iniziativa sono stati Valentina Mercanti, presidente dell'assemblea regionale Partito Democratico e consigliera regionale del gruppo Pd, Francesco Battistini, membro della segreteria regionale PD, Mario Dianda, membro della segreteria comunale PD con delega al sociale, Gabriele Marchi, segretario comunale Partito Democratico ed Enzo Alfarano, consigliere comunale del Partito Democratico
“Emergenza abitativa a mille, contributo affitto zero spaccato”: Sinistra con-SCE si mobilita
Il gruppo consiliare Sinistra con Lucca-Sinistra civica ecologista si mobilita di fronte alla decisione dell’Amministrazione comunale di azzerare il contributo affitto alle famiglie lucchesi in difficoltà
Ilaria Vietina sull’episodio di violenza a Massa Pisana: “Fallimento della società e del mondo adulto”
E' il commento di Ilaria Vietina, capogruppo di Lucca è un grande noi, sull’episodio di violenza consumatosi fra Massa Pisana e San Lorenzo a Vaccoli la sera del 26 novembre, quando due ragazzini hanno aggredito un uomo perché rimproverati verbalmente mentre rovinavano una staccionata
Consiglio di ragazzi e ragazze a Palazzo Santini
Si è svolto questo pomeriggio il Consiglio comunale dei ragazzi e delle ragazze di Lucca, un organo di rappresentanza democratica che coinvolge gli studenti delle scuole di Lucca
Sciopero del 29 novembre, FP Cgil Lucca: “Contro una politica sempre più sorda alle richieste dei lavoratori”
Ci sono diverse ragioni per cui questo rinnovo rappresenterebbe un passo indietro per le condizioni dei lavoratori, a partire dal fatto che prevede un valore reale delle retribuzioni in rapporto all’inflazione più basso rispetto al rinnovo precedente, e troppo basso per fare fronte all’aumento del costo della vita
Piano operativo, Cecchini e Di Vito: “L’impianto normativo è frutto di 10 anni di governo Pd”
I due capigruppo: "Le critiche che vengono mosse rispetto ad un'eccessiva cementificazione dipendono dalle scelte sbagliate fatte in passato. Adesso interverremo per correggerle dove possibile"
Bianucci a Minniti: “A che punto sono le misure per la protezione sociale delle famiglie lucchesi?”
E' il consigliere comunale del centrosinistra Daniele Bianucci ad intervenire sull'aggressione di Massa Pisana e a rispondere alle dichiarazioni dell'assessore alla sicurezza e al welfare Giovanni Minniti
Mercanti (Pd): “Sgomenta per l’accoltellamento a seguito di un riprovero"
Così commenta Valentina Mercanti, consigliera regionale e presidente dell'assemblea regionale del Partito Democratico, la notizia dell'uomo accoltellato da due ragazzini
"I contatti tra Lucchese e amministrazione comunale sono costanti. Mai un'amministrazione si è impegnata così tanto direttamente"
Sono molte settimane che l'amministrazione Pardini sta seguendo la situazione societaria della Lucchese. Ci sono stati molti contatti e l'ultimo incontro, in teleconferenza, si è svolto proprio lunedì…
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Nel corso della commissione congiunta Lavori Pubblici e Politiche Formative presiedute da Marco Santi Guerrieri e Laura da Prato l'assessore allo sport Fabio Barsanti ha tenuto ai consiglieri un'approfondita relazione sugli impianti sportivi polivalenti e sugli indirizzi che l'amministrazione attuerà nei prossimi anni. "In questa sede – approfittando di una mozione del consigliere Bianucci - ho avuto modo di esaminare in modo completo assieme ai responsabili dei nostri uffici la situazione generale di tutti i campi polivalenti all'aperto dei quartieri e delle frazioni – ha dichiarato l'assessore Barsanti - La filosofia adottata dall'amministrazione è quella di intervenire in modo da dotare ogni area del territorio di un impianto funzionante per garantire che possa essere luogo di attività fisica, di aggregazione ma anche occasione per singoli e associazioni di organizzazione di attività del tempo libero ed eventi sportivi. Vogliamo favorire l'intervento di associazioni e privati come avvenuto per il campo di basket di San Filippo: in quel caso gli Amici della Pallacanestro "Luca Del Bono" Onlus e la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca hanno riqualificato un luogo importante per il quartiere creando anche un'opera di arte contemporanea con l'intervento di Moneyless attraverso un bando regionale ottenuto dall'associazione StArt. Ma molti degli impianti che dobbiamo riqualificare necessitano di lavori molto più impegnativi. L'amministrazione ha selezionato alcune priorità e si sta adoperando per programmare questi interventi a partire dal 2025 proprio partendo dal campo di via Volpi a Ponte a Moriano e da quello di Nozzano Castello, dove vi sono due impianti ormai abbandonati da decenni il cui recupero consentirebbe di dotare di spazi sportivi e gratuiti due tra le frazioni più lontane dal centro, potendo così trasformarsi in due poli uno del Morianese e l'altro dell'Oltreserchio. A San Concordio invece abbiamo già avviato un'interlocuzione con la scuola e la società di basket che gestisce la palestra della Leonardo Da Vinci per rendere pubblico il campino di oggi di pertinenza del plesso scolastico, per metterlo a disposizione del quartiere in un area molto urbanizzata e carente di strutture sportive. A San Filippo invece vogliamo riqualificare il campo da tennis accanto a quello da basket, in modo da valorizzare ancora di più quella zona del quartiere. Vi sarebbe poi anche quello di San Cassiano a Vico, ma per poter programmare qualsiasi intervento su quell'impianto sarà necessario attendere l'esito del contenzioso con il vecchio gestore, che proprio su un ex polivalente ha realizzato le opere oggetto dello stesso contenzioso. Come detto – conclude Barsanti - questi interventi vogliono creare strutture funzionanti e accessibili per vari sport distribuiti in modo equilibrato nelle varie zone del Comune, andando a definire il quadro di insieme degli interventi da fare e a completare le riqualificazioni già fatte in precedenza".
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È di pochi giorni la pronuncia della Corte dei Conti che indica che il 50 per cento dei percettori del Reddito di Cittadinanza abbia truffato lo Stato. Dovendo il massimo rispetto alla Magistratura, non possiamo che prenderne atto, evitando vuote contestazioni e distinguo. Mettiamoci intanto l’anima in pace: son soldi che nessuno recupererà mai. Sorvoliamo poi sul fatto che gran parte dei fruitori non fossero cittadini italiani, o si trattasse di delinquenti capacissimi di commettere reati per garantirsi di che vivere.
Quando rivestivo un ruolo di responsabilità, circa 4 anni orsono, lanciai una campagna d’indagine, nella giurisdizione di pertinenza, dalla quale emerse che almeno il 10% dei percettori non ne avessero diritto. Il risultato era il primo frutto di accertamenti elementari, ovviamente, e l’adozione di ulteriori strumenti e risorse fornisce un quadro di situazione ancor più devastante.
Fra i sostenitori della misura, allora, qualcuno replicò che la normativa fosse stata mal concepita, occorressero modifiche, ma loro stavano in Parlamento per questo. Sottintendendo magari che ce li dovessimo lasciare perché rivedessero la normativa. Meno male che per molti non è stato così, due anni fa.
Avesse fatto perdere quei soldi un dirigente dello Stato, sarebbe stato arrestato. Arduo comprendere perché, se siedi in Parlamento e scrivi una legge coi piedi, che consente innumeri sotterfugi per fruirne illecitamente, tale da richiedere profonde e sostanziali modifiche, ti si debba dire - parafrasando il foglietto della gomma da masticare che consentiva di vincere un magico pallone da calcio - “Ritenta, sarai più fortunato!”
Nulla contro la necessità di sostenere chi abbia davvero bisogno, per infermità o altre situazioni che precludano la possibilità di lavorare, in quanto lo Stato moderno deve aver riguardo per tutti i suoi cittadini. Tuttavia una società progredisce in base alla propria capacità produttiva, frutto d’investimenti, non certo se estende pressochè senza limiti il bacino dei percettori di sussidio. Questi acquisteranno, certo, ma chi produce ciò che loro chiederanno? E da dove si recuperano le somme per i sussidi, se non si produce?
L’eliminazione sostanziale del RdC ha portato ad un aumento della popolazione occupata, e in Italia vi sono settori che tuttora richiedono mano d’opera, corrispondendo salari onesti. Sono purtroppo proprio le regioni del Sud che hanno visto una maggiore presenza d’imprenditoria rapace, disposta solo a sottopagare “in nero”, a registrare il più elevato numero di percettori del RdC. A conferma del fatto che il RdC si fonda sovente con i salari-burla, talora erogati “in nero”.
Purtroppo l’incubo dell’emigrazione interna non vuole abbandonare l’Italia, e credo occorra farsene una ragione. Comprensibile la resistenza a piegarsi a ciò, ma se non si trova un lavoro, non è dignitoso affidare la propria sopravvivenza alla combinazione di pensioni d’invalidità e vecchiaia, RdC e stipendiucci finti frutto di bieco sfruttamento del proprio lavoro. Anche l’eccezione collegata all’elevato costo della vita e dei fitti al nord è abusata. Vi sono aree d’Italia che son capaci d’assorbire mano d’opera nazionale, a condizione che moglie e marito partano insieme, e si cerchino entrambi un lavoro ad altre latitudini. In due a lavorare un fitto lo paghi.
È ciò che accadde nell’Italia del boom degli anni ’50 e ’60, quando si trasferirono in tanti nelle regioni settentrionali, avendo a casa propria solo l’alternativa della terra da coltivare. Comprensibile il desiderio di trovare il posto di lavoro a casa propria, ma ove ciò risulti irrealizzabile una decisione drastica va presa.
Oggi sappiamo quanto ci sia costata questa misura miracolosa che doveva far sparire la povertà, e soprattutto quanto costerà negli anni a venire. Forse dovremmo recuperare la voglia di rompersi la schiena dei nostri padri e nonni, e di noi che abbiamo superato almeno i 50 anni. Generazioni che per la casa da comprare e ristrutturare non potevano ricevere sostegno, e neanche pensavano di poterlo pretendere, dallo Stato. Che non recuperavano il 50-90-110% di quanto speso, e che una cosa la compravano se potevano permettersela. Eppure queste generazioni la loro colpa l’hanno: aver creato un artificioso Paese dei Balocchi ove fosse consentito di credere di poter vivere al di sopra delle proprie possibilità. Forse l’aver stretto la cinghia li ha spinti a voler far soffrire il meno possibile gli eredi.
E il guaio è che questo Paese dei Balocchi che abbiamo creato, oggi, lo stiamo facendo godere prima di tutto a chi viene da fuori. Dalle case popolari, ai mille bonus.
Credo vi sarebbe da meditare.
Le nostre Mamme regalavano la merenda all’amichetto che veniva a trovarci a casa per giocare, ma se si era in periodo di ristrettezze, non apparecchiavano, semplicemente.