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Ci sono allenatori che credono nel seguente mantra: per vincere è importante segnare un goal in più dell’avversario, mentre altri preferiscono iniziare a non subirne e poi pensare alla fase offensiva.
Soprattutto in Serie A, si è notato che spesso le miglior difese riescono a finire la stagione nelle posizioni che contano, magari riuscendo pure a vincere il campionato.
L’ esperienza del giocatore di ogni squadra è quindi capire questo principio, scendendo in campo con la massima attenzione e senza l’obbligo di prendersi rischi inutili, che potrebbero compromettere l’esito dell’incontro stesso.
Antonio Conte è ha dimostrato nella sua carriera quando sia importante avere una difesa solida e quest’anno la sua Inter ha subito imparato la lezione concedendo 26 goal alle squadre avversarie, e addirittura ha mantenuto la porta inviolata di Samir Handanovic in 11 occasioni.
I nerazzurri sono sicuramente una squadra molto solida che forse non sarà ricordata per un gioco spumeggiante, ma dopo la prematura esclusione dalla Champions League, giornata dopo giornata si sta avvicinando a vincere quel titolo tricolore che ormai manca da parecchi anni.
La squadra prima in classifica però non ha la miglior difesa del campionato, record che attualmente (prima dei recuperi) spetta alla Juve di Andrea Pirlo. Il debutto dell’allenatore bresciano non sta andando secondo i piani, visto che la squadra è fuori dall’Europa e lontana dalla capolista Inter, ma il reparto composto da giovani talenti come de Ligt e Demiral e dall’esperienza di Buffon, Bonucci e Chiellini, si sta comportando bene, visto che i goal subiti sono 25, cioè uno in meno dell’Inter.
A sorpresa oltre ad altre due big come Napoli e Milan che hanno subito pochi goal, troviamo il Verona di Ivan Juric che ha subito le stesse reti dei rossoneri, cioè 34. Il segreto della squadra veneta sta nella preparazione che l’allenatore ha saputo dare ai suoi giocatori, che non è cambiata dopo la cessione di alcune pedine fondamentali della scorsa stagione come Rrahmani e Kumbulla. Il portiere Silvestri spesso infatti ha salvato il risultato con le sue parate e l’esplosione di un talento come Lovato ha dato sicurezza all’intero reparto.
La squadra gialloblù ha segnato anche poco (36 reti) però la sua solidità difensiva gli stà garantendo una tranquilla posizione di metà classifica.
Se analizziamo i vari dati si nota infatti che esiste una relazione tra goal subiti e posizione in classifica:
La prima è quella del campionato mentre la seconda tiene in considerazione solo il numero di goal subiti.
Inter, Milan, Atalanta,Napoli, Juventus, Lazio, Roma,Verona, Sassuolo, Sampdoria, Bologna, Udinese, Genoa, Fiorentina,Benevento, Spezia, Torino, Cagliari, Parma,Crotone.
Inter, Juventus, Napoli, Milan, Verona, Atalanta, Lazio, Udinese, Genoa, Sampdoria, Roma, Bologna, Sassuolo, Fiorentina, Cagliari, Torino, Spezia, Benevento,Parma, Crotone.
Si può notare come facciano d'eccezione la Roma e il Sassuolo principalmente, ma c’è un motivo. Le due squadre infatti puntano molto sul bel gioco per questo motivo devono concedere qualcosa in fase difensiva.
Mentre Genoa e Udinese ad esempio giocano molto chiuse, pensando prima a difendersi e poi ad attaccare. Il Crotone ultima in entrambe le classifiche è una squadra che prima con Stroppa e poi con Cosmi, vuole sempre provare a proporre un bel gioco, ma se da una parte sono stati segnati 35 goal ne hanno dovuti concedere più del doppio, addirittura 74 rivelandosi la peggior difesa del campionato.
Inoltre quest’anno si parla tanto di costruzione dal basso, cioè molte squadre hanno la volontà di far partire l’azione dal portiere e dai difensori, scelta che in varie occasioni si è dimostrata deleteria, visto che alcuni errori hanno portato a goal subiti che una volta si sarebbero evitati.
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Nel corso dell’ultimo secolo, gli addetti ai lavori che sono molto attenti al mondo delle materie prime, sanno perfettamente come si siano verificati dei super cicli. In base a quanto è stato diffuso da parte di JP Morgan, l’ultimo super ciclo di cui si sta parlando ha preso il via verso la fine degli anni Novanta, correva l’anno 1996, e ha toccato la sua parte apicale nel 2008, con una dozzina di anni di espansione.
Nel medesimo anno è insorta la crisi finanziaria che tanti danni ha fatto in tutto il mondo, portando l’intero settore ad avere un costante e graduale declino. Bisogna mettere in evidenza come la richiesta di materie prime non abbia riscontrato dei periodi di calo, spinta in modo particolare dalla progressiva espansione della domanda asiatica, ma al tempo stesso i prezzi hanno dovuto fare i conti con una contrazione di tutto rispetto. I vari grafici che si possono trovare online, mettono in evidenza, però, come negli ultimi tempi pare ci sia stata un’inversione di tendenza.
Siamo nella prima fase di un nuovo super ciclo?
Per poter comprendere meglio se tale tesi sia effettivamente reale, è necessario tenere a mente i fattori che l’hanno provocata nel 1996. Una prima ragione è da ricercare nella fase iniziale dell’espansione del continente asiatico, stimolata in modo particolare da parte della Cina. Un evento che, sotto diversi aspetti, non era assolutamente atteso e, di conseguenza, colse anche di sorpresa i vari produttori di materie prime, che arrivavano da una fase di domanda stabile particolarmente prolungata nel tempo e non avevano una preparazione tale per affrontare un aumento a tal punto veloce e importante.
Nel corso degli ultimi anni Novanta, ecco che il dollaro americano affrontò un periodo di forte incertezza: una situazione che andò chiaramente a fare il gioco delle commodities, molto più apprezzate, visto che queste ultime vengono scambiate tradizionalmente in dollari.
Questi due trend furono individuati dai gestori patrimoniali di quell’epoca, che decisero di conseguenza di far partire un importante e pesante ciclo di investimenti finanziari su questo settore. Una scelta che andò di pari passo inevitabilmente con l’incremento dei prezzi e portò a un trend al rialzo particolarmente lungo, sostenuto quindi da parte degli investitori.
La depressione dei prezzi, particolarmente lunga, venne poi inevitabilmente portata con sé da parte della recessione che colpì l’economia globale nel 2008, senza dimenticare anche i momenti di stallo nel 2011 nel Vecchio Continente e nel 2015 in Cina.
Lo scenario odierno rispetto al 1996
Sono tanti gli aspetti in comune tra la situazione attuale e quella di fine anni Novanta. Prima di tutto, c’è da registrare la forte analogia dell’espansione asiatica, che è tornata impetuosa come non mai. Infatti, i consumi in Cina stanno nuovamente raggiungendo cifre da record e nemmeno la pandemia da Coronavirus è stata in grado di scalfire questa tendenza.
Un altro punto in comune è rappresentato da un momento di debolezzache sta nuovamente colpendo il dollaro americano. Infatti, lo US Dollar Index mette in evidenza come la ben nota valuta a stelle e strisce viene scambiata sui mercati mondiali a dei prezzi decisamente favorevoli ed ecco che diverse valute internazionali permettono l’acquisto di materie prime a fronte di cifre estremamente favorevoli. Tra le altre motivazioni che stanno spingendo nella direzione di un altro superciclo, troviamo sicuramente una politica monetaria fortemente espansiva da parte delle banche centrali, che sta portando a un incremento dei flussi finanziari verso i beni reali, e la ripresa dell’economia mondiale che si staglia all’orizzonte, frutto dei numerosi passi in avanti che sono stati fatti a livello di vaccini nella lotta alla pandemia e, infine, gli incentivi a livello di politica fiscale rispetto agli investimento infrastrutturali.