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Nuove professioni e opportunità lavorative: cinque giovani diventano accompagnatori equituristici
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La storica Bancarella e la Festa di Primavera del Ccn: una domenica da non perdere a Sant’Anna
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Sicurezza, spaccate e il fenomeno delle baby gang al centro di 'Legalità, ci piace'
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Si è svolta martedì pomeriggio a Palazzo Sani una riunione della Commissione Città di Lucca di Confcommercio, convocata dal presidente Giovanni Martini a seguito dell'ultimo Dpcm firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ha imposto la chiusura alle 18 dei pubblici esercizi e altre gravi restrizioni.
Nel corso della riunione i componenti della Commissione – che rappresentano non soltanto bar e ristoranti, ma anche diverse altre tipologie di negozi tradizionali – hanno convenuto alla unanimità sul fatto che quello decretato da Conte sia a tutti gli effetti un vero e proprio "lockdown mascherato".
La chiusura di bar e ristoranti alle 18, infatti, svuota di fatto la città e di quartieri e basta farsi un breve giro a quell'ora per rendersi conto del desolante vuoto offerto sia dal centro storico che dai quartieri della prima periferia.
"Ma anche nel corso della giornata – si legge in una nota della Commissione -, non è che le cose vadano tanto meglio, a causa anche della decisione del Governo di incentivare lo smart working, il che costringe le persone a rimanere in casa. Una situazione, questa, che penalizza fortemente anche i negozi tradizionali, a tutto vantaggio, come se ce ne fosse bisogno, del commercio on line, ormai da tempo concorrente sleale dei nostri negozi. Ecco perché stigmatizziamo il fatto che il Governo non abbia previsto già in questi giorni aiuti anche per le attività tradizionali, che sono a loro volta molto penalizzate da queste restrizioni".
I presenti alla riunione hanno concordato sul fatto che anche dal tessuto commerciale della città di Lucca debba arrivare una protesta forte, univoca e decisa, attraverso una manifestazione ben strutturata sulla scia di quanto sta accadendo in tante altre città italiane e come avvenuto ad esempio mercoledì mattina a Firenze con il sit in organizzato da Fipe Confcommercio.
"Una manifestazione – spiegano i componenti della Commissione - che nasca all'insegna del fronte unito fra tutti i commercianti, nessuno escluso: l'ultimo Dpcm è divisorio nelle forma, perché consente ad alcune categorie di lavorare e ad altre no, ma noi dobbiamo invece rimanere uniti e compatti perché in realtà colpisce tutte le categorie, chi più chi meno. Nei prossimi giorni verrà approfondito questo aspetto assieme al presidente di Confcommercio Rodolfo Pasquini, al direttore Sara Giovannini e ai presidenti degli altri sindacati dell'associazione, in modo da dar vita a una manifestazione rispettosa di tutte le normative, ma comunque capace di esprimere al meglio la rabbia e la preoccupazione degli imprenditori per il futuro delle rispettive attività".
"Al tempo stesso – prosegue la nota della Commissione – l'amministrazione comunale ha il dovere di muoversi subito, oltre che i poteri per farlo, per sostenere a sua volta il tessuto economico produttivo della città. Nei giorni scorsi abbiamo letto un appello del sindaco Tambellini al Governo, dove lo invitava a erogare subito gli aiuti alle imprese: tutto giusto, ma l'amministrazione comunale non può e non deve rimanere ferma ad attendere che facciano tutto gli altri Gli appelli non bastano: l'amministrazione deve fare la sua parte".
"La scorsa settimana – insiste la nota - abbiamo protocollato già due lettere all'attenzione del sindaco stesso e degli assessori di riferimento, nelle quali abbiamo presentato alcune nostre richieste - proposte in tema di varchi telematici e parcheggio a stallo blu, necessarie per consentire alle persone di raggiungere il più comodamente possibile le attività commerciali del centro storico e dei quartieri della prima periferia. Proposte che siamo naturalmente disposti a discutere con l'amministrazione, ma che necessitano di risposte più rapide. Leggiamo sugli organi di informazione di vari provvedimenti adottati anche nelle ultime ore dalla giunta, ma senza voler mancare di rispetto a nessuno, crediamo che in questo momento le priorità di una giunta e in particolar modo degli assessori di settore dovrebbero essere altre. Non è possibile né accettabile che, in questa situazione di emergenza totale, in una settimana di tempo non ci sia ancora arrivata neanche un cenno di risposta alle nostre domande. Bisogna, oggi più che mai, che la politica stia al passo con le necessità dei cittadini. E i cittadini che vivono grazie al mondo del commercio, fra addetti ai lavori e indotto, sono migliaia".
"In queste ore – aggiunge la Commissione – il Comune ha ufficializzato il prolungamento del suolo pubblico gratuito fino a giugno 2021. Misura lodevole, ma del tutto parziale e quindi insufficiente: intanto perché agevola solo una parte dei pubblici esercizi e non tutti. E poi perché non coinvolge tutti quei settori che non usufruiscono del suolo pubblico. Ma più in generale, è una misura insufficiente perché proiettata alla prossima primavera, non tenendo conto del fatto che senza aiuti immediati tantissime attività alla prossima primavera non ci arriveranno perché chiuderanno prima. Già l'inverno era un periodo complicato per il commercio lucchese a cose normali, figuriamoci quest'anno dove è a rischio persino il commercio legato al Natale. E se ciò avvenisse, sarebbe una catastrofe".
"Oggi più che mai – chiude la nota - occorrono azioni rapide e incisive da parte di tutti: il mondo del commercio vive un dramma senza precedenti e senza risposte forti moltissime aziende moriranno, con ricadute disastrose dal punto di vista economico, ma anche occupazionale e sociale".
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C'era anche una nutrita delegazione di imprenditori del comparto dei pubblici esercizi provenienti dalle province di Lucca e Massa Carrara alla manifestazione promossa da Fipe Confcommercio e tenutasi questa mattina (mercoledì) in piazza del Duomo a Firenze, tappa toscana di una iniziativa su scala nazionale che ha coinvolto 18 città e altrettante piazze all'insegna dell'hastag #siamoaterra.
Una protesta nata sulla scia dell'ultimo Dpcm firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte che, come noto, ha imposto la chiusura dei pubblici esercizi (bar, ristoranti, pasticcerie, pub, gelaterie, pizzerie) alle 18, creando danni gravissimi alle attività. Ecco dunque questa manifestazione, che ha visto i suoi partecipanti mettere simbolicamente a terra i loro "coperti". Una quarantina, come detto, gli imprenditori partiti dalle province di Lucca e Massa Carrara e guidati dal presidente interprovinciale di Confcommercio Rodolfo Pasquini e dal direttore Sara Giovannini.
Una manifestazione civile e rispettosa delle normative vigente in materia anti covid, ma al tempo stesso di grande impatto, che ha registrato anche la partecipazione del governatore della Regione Toscana Eugenio Giani e del sindaco di Firenze Dario Nardella, dai quali sono giunte parole di vicinanza e in particolare – da parte di Giani – l'impegno concreto a rivedere la fascia oraria di chiusura dei locali, non appena la situazione epidemiologica lo consentirà. Oltre a partecipare all'evento fiorentino, Confcommercio aveva lanciato anche una iniziativa di supporto più locale, chiedendo ai negozi di ogni settore, oltre naturalmente che agli imprenditori dei pubblici esercizi impossibilitati a recarsi a Firenze, di aderire mettendosi simbolicamente a terra all'esterno delle proprie attività. E la risposta è stata massiccia: diverse decine sono stati gli imprenditori di tutto il territorio provinciale che hanno risposto, da Lucca fino a Castelnuovo Garfagnana.
"Auspichiamo – commenta Confcommercio - che i "ristori" annunciati dal Governo arrivino davvero entro novembre come previsto e promesso. Al tempo stesso chiediamo aiuti anche per le altre categorie che pur non essendo direttamente colpite dalla riduzione di orario ne subiscono indirettamente le conseguenze: oggi le nostre città alle 18 si spengono e oltre ai pubblici esercizi ci rimettono anche gli altri negozi".