Cronaca
Sarà il “Polar Express” che ci porterà all’incontro con Babbo Natale: luci accese in piazza Anfiteatro
Se il treno che è stato acceso, nel pomeriggio di domenica 24 novembre in piazza dell’Anfiteatro, ci condurrà al Polo Nord, siamo certi che la stazione di partenza sarà proprio uno dei luoghi più belli e rappresentativi della nostra città
Serie C, il Porcari vince in rimonta 3 a 1 a Donoratico e mantiene la terza posizione
La Mc Donald's Porcari torna al successo nella tensostruttura di Donoratico con un 3-1 che le consente di mantenere solitaria in classifica la terza posizione, ma ancora non convince sul piano del gioco
“Aggiungono danno al danno e disagio al disagio”: il presidente dell’ASD Circolo nuoto Lucca di nuovo contro Enel Distribuzione
Dopo la risposta di Enel Distribuzione, il presidente dell’ASD Circolo nuoto Lucca Pietro Casali torna sul tema dell’interruzione di energia…
Premi del Coni: riconoscimenti anche a Pasquini e Martinelli
Anche alcuni soci del Panathlon Club di Lucca sono stati premiati sabato 23 novembre a Palazzo Ducale, sede della Provincia di Lucca, nell'ambito della cerimonia di consegna delle benemerenze sportive assegnate dal CONI per l'anno sportivo 2024
Marco Chiari ricoverato d'urgenza al Versilia: "La diagnosi è leucemia mieloide acuta, comincia un'altra dura battaglia che voglio vincere"
Era capitato, in passato, che per motivi di vario genere ci fossimo un po' presi. Politici, ma, soprattutto, giudiziari per via di un comunicato che ci aveva inviato…
Pronto soccorso, 220 gli accessi al percorso anti-violenza in provincia di Lucca
I dati raccontano che nei primi dieci mesi del 2024, cioè fino al 31 ottobre, sono state 591 le persone che hanno avuto accesso al Codice rosa attraverso i pronto soccorso dell’Azienda USL Toscana nord ovest, di cui 442 donne, ovvero il 75% dei casi
"Coltiviamo il rispetto": successo per la conferenza organizzata dalla Asl Toscana nord ovest nell’ambito dell’iniziativa "Bollini rosa"
Si è svolta ieri, 22 novembre, in modalità online, la conferenza “Coltiviamo il rispetto”, organizzata dall’Azienda USL Toscana nord ovest nell’ambito della campagna Bollini rosa, un’iniziativa finalizzata a promuovere la salute e il benessere delle donne e la medicina di genere
Eny Antonetti spegne 100 candeline: auguri!
Anche l'amministrazione comunale di Lucca ha voluta festeggiarla con un bel mazzo di fiori ed una pergamena ricordo consegnata dall'assessore Giovanni Minniti
Nuovo codice della strada, Sangiorgio (Aci Lucca): "Un cambiamento necessario"
Così Luca Sangiorgio, direttore di Aci Lucca, commenta il nuovo codice della strada che entrerà in vigore a breve: nuove norme più rigide che puniscono duramente chi guida in stato di ebbrezza e l'uso del cellulare al volante, oltre all'introduzione di importanti novità per neopatentati e per i guidatori di monopattini
Socialità in campo tra genitori della scuola Giovanni Pascoli che si sfidano a calcetto e finiscono a cena
Ieri sera si è svolta sotto un cielo stellato e con una temperature rigidissima la terza sfida partita di calcetto tra genitori 2^C scuola primaria Giovanni Pascoli centro…
La Cappella S. Cecilia festeggia la chiusura dell’anno in Cattedrale
Domenica 24 novembre la Cappella S. Cecilia festeggerà la chiusura dell’annata in due modi: il primo, con il consueto servizio liturgico nella Cattedrale di S. Martino alle ore 10,30
Lucca Magico Natale: sabato alle 17.30 la prima grande accensione in Piazza Napoleone e Piazza San Michele
La terza edizione di Lucca Magico Natale è pronta a trasformare la città in un incantevole villaggio di festa, con un ricco calendario…
Il Lions Club Lucca Host ha ospitato, nella serata di ieri, 21 novembre, la visita ufficiale del Governatore Distrettuale Francesco Cottini
Il Lions Club Lucca Host ha ospitato, nella serata di ieri, 21 novembre, la visita ufficiale del Governatore Distrettuale Francesco Cottini. In un clima di festa oltre 70…
La vita di Giacomo Puccini nei francobolli di tutto il mondo inaugurata la mostra al Teatro del Giglio
È inaugurata questo pomeriggio nella biglietteria del Teatro del Giglio la mostra "Il romanzo della vita di Giacomo Puccini attraverso la filatelia", una estesa esposizione di capolavori della filatelia internazionale che illustrano e celebrano la vita e le opere di Giacomo Puccini
Lucca e Valle del Serchio: da gennaio trapiantati di rene 9 pazienti della Dialisi – 111 i pazienti seguiti nell’ambulatorio del follow-up
Da gennaio 2024 ad oggi sono stati trapiantati di rene - nei Centri Trapianti di Firenze, Parma e Genova - ben 9 pazienti afferenti alle strutture di Nefrologia e Dialisi degli ospedali di Lucca e Valle del Serchio, di cui è responsabile Manuela Parrini
- Scritto da Redazione
- Cronaca
- Visite: 38
Sono 238 (+ 54 rispetto a ieri) i nuovi casi positivi al Coronavirus registrati in Toscana a ventiquattro ore dal precedente bollettino. Salgono dunque a 2.699 i contagiati dall’inizio dell’emergenza, restano 21 le guarigioni virali (i cosiddetti "negativizzati") e 30 quelle cliniche. I nuovi decessi sono 21 contro i 17 di ieri. I casi attualmente positivi in cura sono 2.519.
Questi i 21 decessi che si sono verificati in Toscana nelle ultime 24 ore, con l'indicazione di sesso, età, Comune di domicilio: M 82 anni Firenze F 76 Carrara, M 86 Cascina, M 85 Massa, F 90 Livorno, M 78 Capannori, F 95 Mulazzo, M 79 Carrara, M 75 Pontedera, M 80 Pieve a Nievole, M 80 Pistoia, M 69 Pistoia, M 82 Pistoia, F 65 Figline e Incisa, M 77 Montecatini Terme, M 80 Ponte Buggianese, F 81 Monsummano Terme, F 92 Serravalle Pistoiese, M 69 Scandicci, M 84 Piancastagnaio e M 78 Sestino.
Spetterà in ogni caso all’Istituto superiore di sanità attribuire le morti al Coronavirus.
Per quanto riguarda i ricoveri, ad oggi sono in totale 1.162 di cui 244 in terapia intensiva.
Questi i numeri che fotografano la situazione toscana alle ore 15 di martedì 24 marzo, così come sono stati trasmessi dall’assessorato al diritto alla salute al Ministero della salute.
Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 1.850 tamponi, il numero più alto dall'inizio della crisi.
Dei 2699 tamponi risultati positivi questa è la suddivisione per provincia di segnalazione, che non sempre corrisponde necessariamente a quella di residenza: 622 Firenze, 243 Pistoia, 159 Prato (totale Asl centro: 1.024), 387 Lucca, 314 Massa-Carrara, 285 Pisa, 162 Livorno (totale Asl nord ovest: 1.148), 140 Grosseto, 176 Siena, 211 Arezzo (totale sud est: 527).
Dal 1° febbraio ad oggi nei laboratori toscani sono stati effettuati in tutto 15.701 tamponi su 14.149 casi. I laboratori impegnati nel testare i tamponi sono: i tre laboratori di microbiologia e virologia delle tre aziende ospedaliere universitarie di Careggi, Pisa e Siena, in funzione dall’inizio di febbraio, a cui negli ultimi giorni se ne sono aggiunti altri sei: Ispro (Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica), i laboratori di Arezzo e Grosseto (Asl sud est), Livorno e Lucca (Asl nord ovest), più un laboratorio privato.
Dal monitoraggio giornaliero sono 10.405 le persone in isolamento domiciliare in tutta la Toscana: 4.543 nella Asl centro, 3312 nella Asl nord ovest, 2.570 nella Asl sud est.
Le informazioni sui singoli casi saranno fornite dagli uffici stampa delle aziende sanitarie, nel rispetto della privacy, con successivi comunicati stampa o per telefono.
- Scritto da Redazione
- Cronaca
- Visite: 67
Sono (siamo?) tutti degli irresponsabili. Senza alcuna distinzione. Coloro i quali dovrebbero trasmettere fiducia, ottimismo, speranza, in realtà lasciano che le televisioni trasmettano h24 il numero dei morti come un bollettino di guerra. Ma non siamo in guerra e questo è bene dirlo a voce alta. La guerra è altra cosa e i morti sono molti, ma molti di più oltre alla fame, alla distruzione di tutto il tessuto socio-economico, alla mancanza di ogni cosa, al caos e al terrore generalizzati. In guerra salta tutto, dall'acqua calda all'energia elettrica, dal carburante alle attività economiche, dai rapporti personali alla solidarietà che non esiste e si frammenta fino a scomparire suo malgrado. Noi, in fondo, una doccia la possiamo fare a qualunque ora e accendere il fornello pure.
Invece stanno seminando il terrore a piene mani. Trasmettono dati e immagini che riguardano una parte e anche minima della popolazione italiana e impongono a tutti misure che vengono applicate anche laddove le condizioni sono molto differenti. Con la conseguenza che la paura aumenta e con essa il rischio di perdere la testa. Le folle non sono individui a se stanti, ma greggi che agiscono in preda a istinti, spesso, ingestibili e incontrollati.
Il governo Conte sta agendo a colpi di decreti stringendo sempre di più il cappio intorno al collo dell'impiccato ancor prima e ancor più che dell'emergenza Coronavirus. La conseguenza di questo allarme generalizzato per un virus che, è bene dirlo e lo sostiene anche l'istituto superiore di sanità, colpisce molti, ma uccide solamente alcune categorie e soltanto a certe condizioni, è l'aumento del terrore che spinge ognuno a pensare da e per sé sperando che qualcuno, non certo dio che è oggettivamente impossibilitato, si preoccupi per tutti.
I lavoratori hanno paura e non vogliono lavorare. Accade ovunque, alle poste, nelle banche, nei supermercati, nelle fabbriche grandi o piccole, nei pubblici uffici, nelle aziende sanitarie e a tirare avanti la baracca ci sono una miriade di medici e infermieri e personale ospedaliero che, al contrario, rischiano e pagano in prima persona, ma non si tirano indietro. E sono sul punto di scoppiare.
Anche qui, come sempre accade, c'è una Italia che si fa il mazzo anche per l'altra mentre una buona parte di essa, al contrario, se ne sta a casa e se ne frega. Allora accade che gli stessi dipendenti si domandino perché un trattamento diverso per situazioni uguali, ossia perché loro devono essere al pezzo mentre altri stanno, comodamente, a casa senza correre rischi.
Non c'è un cane che dica che in questi momenti non serve l'unità come dice Mattarella alle Fosse Ardeatine - ma Mattarella la storia la conosce o gliela dobbiamo spiegare noi che un po' di libri, in proposito, abbiamo scritto? - bensì serve la responsabilizzazione di ciascuno di noi perché non se ne può più di un Paese, il nostro, dove la colpa è sempre degli altri e mai di qualcuno, quindi, di nessuno.
I sindacati pressati dai lavoratori e dalle categorie che non vogliono rischiare, hanno deciso di scendere, probabilmente, in agitazione cosicché altri settori importanti finiranno per essere messi in ginocchio. I benzinai, fondamentali nella catena della distribuzione, chiudono in autostrada perché si sentono abbandonati. Bene, qualcuno ci spiega come si potrà continuare a garantire il trasporto delle derrate alimentari e delle merci necessarie?
Ci rendiamo conto che piano piano stiamo correndo contro un muro dove ci spaccheremo la testa? E poi si lamentano se la gente si fionda a fare provviste nei supermercati e si dicono, per consolarsi, che è sempre meglio di quello che accade in America dove la gente fa la fila davanti alle armerie per acquistare pistole e fucili.
La nostra sensazione è che siamo immersi in una vera e propria follia collettiva dove chi dovrebbe rassicurare e assumersi sulle spalle il peso di scelte anche impopolari e apparentemente ciniche, segue, invece, l'emotività e finisce per preparare il terreno più adatto all'avvento del kaos.
Facciamo un semplice esempio. Anche i lavoratori del settore bancario premono affinché le filiali siano chiuse e, del resto, non si capisce per quale ragione qualcuno dovrebbe sacrificarsi quando tutti gli altri stanno a casa in congedo o in ferie o, peggio ancora, in malattia più o meno giustificata. Ma che cosa accadrà qualora dovessero chiudere davvero le banche?
Questo vale anche per la grande distribuzione e, in generale, per tutti quei lavori che comprendono una esposizione al pubblico. Lo smart-working, del resto, è un'altra favola che ci raccontano senza spiegarci che, alla fine, qualcuno a lavorare dovrà pure andarci altrimenti ci sarà poco working e altrettanto meno smart.
Bene anzi, male. Con le attività economiche rimanenti tra cui alcune davvero essenziali e il rischio che chiudano i battenti i distributori di carburante anche sulle strade ordinarie, con il blocco totale della circolazione e con la gente che, ovviamente, non potrà più nemmeno andare al lavoro o al supermercato a fare la spesa, l'anarchia e il kaos saranno serviti.
Certo, file estenuanti ai supermercati, ma per quanto e se non c'è la benzina, chi porta la roba da comprare/mangiare? E allora è prevedibile che scoppino incidenti e sommosse. Ed ecco che a sedarli, eventualmente, saranno chiamati i soliti, carabinieri, polizia e altre forze dell'ordine che devono sempre fare il lavoro sporco anche per chi se ne sta comodamente seduto in poltrona davanti al monitor. Ma che cosa accadrà se anche carabinieri e polizia, infiliamoci anche l'esercito, dovessero esitare e non rischiare di venire contagiati? Chi potrà biasimarli se preferiranno restare nelle caserme piuttosto che scendere in piazza e affrontare non tanto o non solo i centri sociali, ma la gente normale, quella che non era mai scesa a fare casino perché, in fondo, aveva preferito godersi quel poco di tranquillità che, oggi, purtroppo, sembra correre il pericolo di essere compromessa?
Negli ultimi giorni sono pressoché scomparsi i reati predatori, lo spaccio di droga, che c'è, avviene, sostanzialmente, a domicilio e la maggior parte degli interventi riguarda le liti in famiglia che sono aumentate a seguito della forzata segregazione. A mano a mano che passano i giorni e che le Tv continuano a seminare il panico anche a Matera che, perdonateci, ma sta leggermente meglio di Bergamo e di Brescia, cominciano anche a scarseggiare le risorse economiche. I contanti sono, pressoché scomparsi e la gente preferisce pagare con carte di credito e bancomat, ma quando sui conti correnti non ci sarà più molto da prelevare, dove si potrà andare per chiedere che qualcuno - chi? - ci versi sopra qualcosa?
Ecco perché vorremmo che tutti, governanti e politici compresi, si rendessero conto che se anche loro guadagnano 12 mila euro al mese, la stragrande maggioranza degli italiani è con le pezze al sedere o quasi. Pensiamo agli ambulanti, ai commercianti, ai liberi professionisti, alle partite Iva, ai precari, ai dipendenti dei settori turistici come la ristorazione e l'alberghiero. Ma abbiamo anche solo una vaga idea di che cosa accadrà fra qualche settimana e se, come abbiamo letto, le misure saranno estese fino a estate inoltrata?
Ma come cazzo pensano di far campare la gente se non versando, ogni mese, almeno 800 euro sui conti correnti di ognuno salvo dipendenti pubblici che, loro, di problemi non ne hanno se si pensa che, con le scuole che riapriranno, probabilmente, a settembre, gli insegnanti, ad esempio, saranno a casa per sei mesi regolarmente stipendiati. Beati loro.
E tutti gli altri?, quelli che per vivere devono lavorare, cosa faranno? Gli spostiamo le tasse e le imposte? Ma se non lavorano i soldi dove li troveranno fra quattro mesi se non li hanno già adesso? E le bollette, che avevano promesso di rinviare? Una presa per il culo. Pagatele perché fra qualche tempo, se sarete morosi e sarà finita l'emergenza, o vi staccano il contatore oppure dovrete, nella migliore delle ipotesi, rateizzare.
Cari lettori, è evidente che, mentre mezza Italia piange e ne ha tutte le ragioni e un'altra grossa fetta ha gli occhi lucidi, una piccola parte, al contrario, ha tutto il tempo di giocare in borsa e speculare. E chi ha i soldi, come è sempre avvenuto, ne farà ancora di più mentre chi pochi ne aveva, ne avrà ancora di meno.
Allora, suggeriamo noi, non sarebbe il caso di cominciare a pensare a analizzare ogni singola situazione a sé stante invece di trattare tutte le regioni allo stesso modo? E, soprattutto, qualora l'emergenza dovesse essere prolungata per settimane, non sarà il caso di far passare il messaggio che ognuno di noi, visto e non concesso che siamo uomini liberi, ha tutto il diritto, con le dovute precauzioni, di scegliere se preferisce rischiare il contagio e, difficilmente, la morte per Coronavirus piuttosto che la certezza matematica di finire in miseria e alla disperazione?
(Foto di archivio)
- Scritto da Redazione
- Cronaca
- Visite: 190
Siamo attorniati da notizie alla televisione, sul web e anche via social, ma quante sono vere e quante invece sono solo fake news, che rischiano, ancor di più di confonderci, in questo difficile periodo di emergenza coronavirus? Una buona regola è quella di verificare una notizia, di non accontentarsi insomma di informazioni non verificate, parziali o deliberatamente false.
Ma come fare a riconoscere un'informazione vera da una falsa? Per prima cosa, quando si riceve un messaggio o una notizia, è buona norma, prima di divulgarla ad altri, verificarne le fonti. E' un sito attendibile? Se si tratta di un audio su Whatsapp è importante saper identificare la persona dalla voce: in un audio dove una persona si presenta come medico di un determinato ospedale ma non dice il suo nome e cognome, bisogna riflettere, cercare informazioni e aspettare prima di credere alle parole ascoltate.
E' importante verificare le notizie, cosa che di questi tempi non è poi così difficile, grazie anche alle molte fonti accessibili on line. Infatti quando due settimane fa circolava la falsa informazione che sulla città, avrebbero sparso a una determinata ora del disinfettante con gli elicotteri, bastava cercare su Google: elicotteri disinfettante coronavirus per trovare scritto che si trattava di una bufala. Quello che è ancora più preoccupante è quando tra le fake news troviamo consigli di salute
per contrastare il coronavirus: bisogna sempre stare attenti e non dare nulla per scontato e attenersi alle indicazioni fornite dal Ministero della Salute su http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioFaqNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&id=228
Per conoscere invece le fake news più frequenti ovvero le dodici notizie false che non hanno validità scientifica è possibile fare riferimento su https://bit.ly/2QyWP3l