Piana
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Successi in serie per le ginnaste montecarlesi a Dubai, i complimenti di Bassini e Centoni
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Traffico della Piana, Fornaciari: "Sì alla gratuità dell'autostrada Lucca-Altopascio"
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Torna Capannori Underground Festival con grandi nomi della musica alternativa italiana e non solo
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“Ricordiamo chi ci ha regalato il presente”: cerimonia per la festa dell'Unità Nazionale a Camigliano
“Ricordiamo chi ci ha regalato il presente”. Con questo proposito l’Associazione Combattenti e Reduci di…
Nuovo veicolo per il servizio di mobilità gratuita inaugurato dalla Misericordia di Capannori
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In 5 mila a Villa Reale con Halloween Celebration Carnival 2024 per la notte più buia e senza tempo
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Montecarlo, vertice con Acque sulle problematiche idriche dei giorni scorsi
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Tutti i posti a sedere occupati e un affollarsi di persone in piedi, persino fuori dalle porte: questa la situazione della sala parrocchiale di Capannori in occasione del confronto di ieri sera circa l’impianto di Salanetti, che ha attratto una vasta gamma sia di capannoresi che di porcaresi.
Protagonisti del dibattito i tre candidati a sindaco: Paolo Rontani del centrodestra, Nicoletta Gini di Capannori Popolare e… una sagoma bianca con un punto interrogativo al centro. Questo simpatico stratagemma, anche se leggermente acre, è stato trovato per sostituire il candidato del centrosinistra e attuale assessore all’ambiente Giordano Del Chiaro, che aveva annunciato la sua non partecipazione a quella che aveva definito “una farsa messa in piedi dai sostenitori del centrodestra di Capannori e di Porcari”. Una situazione che ricorda vagamente quella del confronto fra i tre candidati al comprensivo Don Aldo Mei di San Leonardo in Treponzio lo scorso 9 maggio, disertato da Rontani che l’aveva definito “una manovra elettorale”.
“Vorrei che in questa serata non ci fosse il tifo da stadio: stiamo parlando di un argomento importante che determinerà problemi di salute e di portafoglio per tutti, da Ruota a Matraia- ha esordito il moderatore della serata, Liano Picchi, con un invito non rispettato fino in fondo dai presenti, comprensibilmente coinvolti dall’argomento- Io non emetterò commenti personali, ma come ho sempre fatto mi limiterò a leggere ciò che enti e scienziati hanno scritto in merito, riferendomi ad atti e documenti che a richiesta ognuno potrà avere”.
Picchi ha dunque cominciato esponendo la protostoria dell’impianto di Salanetti, che comincia nel 2003 per volontà della società Fater, joint venture paritetica tra Gruppo Angelini e Procter & Gamble, “mamma” di prodotti come Pampers, Lines e Tampax: “Stanno venendo fuori forti resistenze all’uso dei pannoloni, dei pannolini e degli assorbenti, in quanto contengono sostanze dannose: queste multinazionali dal 2003 cercano strumenti per evitare che non vengano più prodotti- ha spiegato Picchi- Ma cosa contengono i pannoloni e gli assorbenti in generale? PCP, grifosato e, soprattutto, i FAS, che da tempo mettono in grave difficoltà il nord Italia dove ci sono falde già irrimediabilmente inquinate da questi inquinanti eterni, come sono chiamati. Si stima che già quattromila morti siano riconducibili a questo”.
L’impianto di Salanetti in che modo intende trattare queste sostanze? “Questa grossa lavatrice, come la chiamano i suoi fautori, non fa altro che portare ad elevate temperature questi prodotti che sono intrisi di fluidi umani, potenzialmente patogeni e che quindi vanno portati a temperature oltre i 200 gradi, per cui saranno necessari un milione e 200mila metri cubi di metano annuo- ha spiegato il moderatore- Dopo di che, li sbriciolerà in migliaia di particelle. Ma il depuratore sarà in grado di intercettare questi FAS? Noi l’abbiamo chiesto con PEC ad Acquapur: ci hanno risposto che l’impianto non è specificamente progettato per il trattamento e l’abbattimento di questi FAS. Questo vuol dire che non c’è speranza di poterli trattare: finiranno in quei fossi che i contadini d’estate usano per irrorare i campi, e ce li ritroveremo attraverso il ciclo alimentare; un’altra parte finirà nella falda, per cui il problema da locale diventa generale. Ma non solo: Acquespa, la società che detiene il controllo delle reti fognarie, ha tra Salanetti e il depuratore aperti tre sfioratori, attraverso cui, quando piove di più, per evitare che il depuratore vada in sovraccarico butta le sostanze direttamente nei fossi vicini: quell’acqua la bevono da Ruota a Matraia, ma anche in tutta la Valdinievole”.
Lo stesso proponente dell’impianto, Reti Ambiente, ammette che lo stesso provocherà disagi alla popolazione locale: tra questi disagi, ruolo di spicco ha la componente odorigena, che rischia di avere effetti dannosi sulla salute, sulla qualità di vita e anche in forma di deprezzamento delle case. “Tre dirigenti del comune di Capannori del settore ambiente e urbanistica hanno scritto che l’impianto potrà creare un impatto odorigeno, che interesserà il 50 per cento della popolazione ricadente su ampie aree sia del comune di Capannori che di Porcari: capite bene che Porcari si è opposto non per fare la guerra a Capannori, ma per tutelare i cittadini”, ha ripreso Picchi.
Ma non è tutto: oltre al fatto che Reti Ambiente comunica anche che il progetto in esame non risulta conforme al regolamento urbanistico e al piano strutturale vigente, e che anche se è stato detto che non ci sarà consumo di nuovo suolo tremila metri dei settemila dell’impianto dovranno essere edificati, il fatto che Picchi ha presentato come il più grave è che, come gli stessi funzionari del comune riferiscono, la zona dell’impianto ricade in un’area ad alta pericolosità per alluvioni frequenti. “Vi immaginate, visto che quella zona si è allagata tre volte dal 2000, un metro d’acqua e diecimila tonnellate di pannoloni che galleggiano con i loro effluvi? Il rischio di alluvioni si potrebbe eliminare solo rialzando il tutto di due metri, ma questo comporterebbe un aumento di rischio per tutte le altre attività- ha affermato Picchi- I politici si sentono esenti dalle comuni normative in senso urbanistico e idrogeologico, e si meravigliano quando la gente le invoca? Si sentono sopra tutti?”
“Quando sarò sindaco, non firmerò mai un atto che vada nel senso della realizzazione dell’impianto- ha dichiarato a questo punto con forza il candidato sindaco Paolo Rontani- Dopo 20 anni da amministratore, mi sono stancato di vederci proporre progetti calati sistematicamente dall’alto, e un progetto del genere grida vendetta perché non c’è stato il coraggio e l’umiltà di coinvolgere la cittadinanza”.
“La questione di Salanetti va oltre quella dell’impianto: è una zona che è sempre stata iper-sfruttata e viene ancora una volta utilizzata per dare sfogo alle manie di profitto di alcune aziende; sappiamo bene che il mercato dei rifiuti è quello più grosso in questo momento storico”, ha aggiunto la candidata Nicoletta Gini.
Con tutti i disagi ambientali che ci sono, ha ripreso Liano Picchi, almeno ci dovrebbe essere un vantaggio di costi. “Siamo andati a vedere il bilancio dell’azienda Fater a Spresiano e abbiamo visto che, stranamente, da due anni il bilancio è zero- ha dichiarato però Picchi- Quando il sindaco di Capannori ha chiamato in teleconferenza in consiglio comunale l’amministratore e ha chiesto se l’impianto funziona o no, lui ha preso tempo e solo dopo 17 minuti ha ammesso che sono due anni che ha smesso. Quindi, noi prendiamo un impianto sperimentale, che dal 2003 sta facendo delle prove, nel 2019 è passato a scala industriale e nel 2020 ha chiuso. Io ho fatto personalmente questa domanda a Giordano: tu compreresti mai un’auto nemmeno da 15 milioni di euro, che è il costo dell’impianto, ma da diecimila euro, che non ha mai funzionato bene e da due anni non viene più prodotta? Ma visto che sono soldi pubblici, e i danni non li paga mai nessuno, va bene. E sì, sono soldi del PNRR, ma vanno restituiti e già cinque milioni di euro devono finire in tariffa”.
Picchi ha poi rievocato l’intervento di Legambiente, che si è espressa nettamente a favore della validità dell’impianto; salvo poi scoprire che c’è un legame economico e commerciale tra Legambiente e Procter & Gamble. “Un vecchio detto medievale dice di non chiedere all’oste la qualità del vino. Qui c’è tutto un insieme di persone che si danno ragione tra di loro, e poi scopri che sono legati da un filo comune: è umano non fidarsene”.
Picchi è passato poi all’esposizione del secondo documento della serata sottoposto al giudizio dei candidati sindaci intervenuti: la dichiarazione del general director di Zero Waste Europe, società preposta alla sovrintendenza di tutti i ricicli e recuperi di materie seconde in Europa, interrogato circa l’efficacia e la funzionalità dell’impianto. “È logico riciclare invece di bruciare- ha dichiarato così Joan Marc Simon- Attualmente, però, non è economicamente fattibile avviare il riciclo dei pannoloni, come ha dimostrato l’esempio dell’impianto a Treviso: i pannolini sono costosi da raccogliere e da trattare e i ricavi non compensano nemmeno i costi di trattamento”.
“Mi chiedo perché si sia voluto investire su qualcosa del genere quando da anni è urgente e necessaria la questione della chiusura del ciclo dei rifiuti e del compostaggio, e non piuttosto sulla diffusione di strumenti riutilizzabili e sulla prosecuzione dell’educazione collettiva alla raccolta differenziata- ha osservato Gini- Penso che la risposta sia legata ai fondi del PNRR, che da almeno quattro anni si ripete che vanno spesi, ma non si creano dei progetti reali che permettano veramente di portare un vantaggio sul territorio. Questo progetto non porta veramente in direzione di un futuro sostenibile”.
A questo secondo documento ha replicato anche Rontani, concentrandosi in particolare sull’aspetto economico: “Perché Capannori e Porcari devono sopportare quello che finora nessuno ha voluto?- si è domandato- E quale azienda prima di dare le gambe ad un progetto acquista un fabbricato, come se battezzassero un bimbo prima della nascita? Forse sotto c’è qualche assicurazione”.
Sulla stessa considerazione di Rontani è tornato anche Picchi, che ha notato come la nostra sia una zona di intenso riciclaggio e che di questo paga il conto, soffrendo di sostanziali problemi sanitari: “Conviene davvero aggravare la situazione?- ha domandato con enfasi- Ci dobbiamo sentire egoisti se non smaltiamo qui i rifiuti di cinque province toscane e oltre? Per me questo non ha logica”.
L’ultima questione principale affrontata nel corso della serata è stata condensata in una domanda tanto circostanziata quanto significativa: a chi giova tutto questo? “Il guru Ercolini afferma che con questo progetto noi aumentiamo di quattro punti nella classifica dei più bravi in Italia per queste tematiche; ma questa classifica chi l’ha tirata fuori per primo? L’ex presidente di Ascit, Alessio Ciacci. Che è stato rimosso dall’anticorruzione- ha dichiarato Liano Picchi- Lui da presidente di Ascit a Capannori faceva conferimenti senza gara d’appalto ad un’azienda di Massa, la Cermec, di cui era amministratore unico. Noi lezioni da gente così non le prendiamo”.
Ai candidati è stato allora chiesto cosa faranno circa il progetto in caso di elezione: dopo l’intervento abbastanza standard di Rontani, che ha ribadito la sua netta contrarietà all’impianto e stigmatizzato le contraddizioni interne all’attuale amministrazione, è stata la volta di Nicoletta Gini, che si è lanciata in una vera e propria filippica contro l’impianto stesso, ma anche contro il centrodestra.
“Tutto quanto è stato detto stasera è vero per l’impianto, ma anche per gli assi viari: non capisco la contraddizione interna al centrodestra per cui su questi si vuole accelerare- ha esordito- La prima dichiarazione legata alla realizzazione dell’impianto di Salanetti risale all’agosto 2023: da allora l’opposizione cosa ha fatto rispetto al progetto? Nel dicembre 2023 è stato votato il piano intercomunale in cui si è parlato dell’ampliamento dell’area produttiva e dell’isola ecologica di Salanetti: perché nessuno ha parlato dell’impianto? Perché in consiglio comunale nessun consigliere di opposizione ha detto nulla? In 20 anni, di Salanetti non è importato niente ha nessuno. Questo progetto è fatto con i piedi, senza gli studi adeguati: bisogna accantonarlo e lavorare ad un impianto di compostaggio, o continueremo a parlare delle stesse cose senza risolvere niente”.
La serata si è chiusa, dopo il ringraziamento di Picchi ai cittadini intervenuti per il grande senso civico da loro dimostrato, con la promessa di entrambi i candidati, in caso elezione non a sindaco ma a consigliere comunale, di impegnarsi a chiedere un consiglio comunale aperto sul tema.
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Elisabetta Triggiani, una donna come tante innamorata della politica: "Ecco perché dovreste votarmi"
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Chi è, innanzitutto, Elisabetta Triggiani?
Elisabetta è una donna come tante. Impegnata a 360° nella famiglia, nel lavoro, nel sociale e nei suoi hobbies che sono stare in compagnia degli amici e nel fare lunghe passeggiate a cavallo. L'unica cosa che Elisabetta lascia indietro è l'ordine della casa troppo spesso sommersa da panni da stirare o da cianfrusaglie da mettere a posto: infondo le priorità di Elisabetta sono altre.
Lei milita nel partito di Fratelli d'Italia. Perché, a suo avviso, un elettore del comune di Capannori dovrebbe votarla?
Dovrebbe votarmi perché sono sempre a disposizione degli altri; lo sono per mia natura e lo sono per deformazione professionale. Sono un avvocato e la mia missione è cercare, laddove sia possibile, di risolvere i problemi delle persone o di limitare i danni; insomma il mio motto è : i problemi vanno risolti e non creati.
Lei è stata più volte tirata in ballo come possibile candidato unico del centrodestra. Avrebbe accettato?
All'inizio assolutamente no. Avevo sposato convintamente il progetto del mio partito che aveva individuato un ottimo candidato. Successivamente, quando il piano A è sfumato e quando decine di persone mi chiedevano di mettermi a disposizione, ho iniziato a farci un pensierino; alla fine, sebbene fosse tardissimo, percepito l'entusiasmo che si stava creando intorno al mio nome sia da parte dei cittadini, che degli amici storici facenti parte del mondo della politica, avevo abbracciato l'idea pensando che sarebbe stato bello mettersi a disposizione. Resta inteso che Paolo Rontani è un ottimo candidato molto competente e capace e sarà un ottimo sindaco.
Capannori è governata, ormai, da venti anni, dal centrosinistra. Pensa sia stato fatto tutto il possibile per cercare di contrastare un eventuale quinto mandato verniciato di rosso fucsia?
Molti colleghi politici, per prendere voti, parlano un po' sempre delle stesse cose: confronto, dialogo, cambiamento ecc...io sono diversa e parlo di "verità"; credo che l'elettore a cui chiedi fiducia abbia il sacrosanto diritto alla verità. Ecco che allora a questa domanda rispondo secondo verità: no, non è stato tutto il possibile. Poteva essere fatto molto di più, ma mi riservo di dire cosa. Ma, nelle ultime settimane, percepisco un entusiasmo crescente verso il centrodestra.
Se dovesse essere eletta come consigliere comunale, cosa si impegna a fare per Capannori?
Mi impegno nel capire se davvero sia così impossibile fare bene le cose e farlo in maniera veloce. Mi riferisco ai servizi alle persone, al recupero o alla manutenzione delle strutture, alla cura del territorio in generale, alla tutela ed alla valorizzazione dell'ambiente e degli animali; mi impegno, inoltre, a capire se è davvero impossibile modificare sostanzialmente il progetto degli assi viari o a impedire la realizzazione dell'impianto a Salanetti che sarebbe una rovina per la salute dei cittadini e per l'ambiente - magari anche con iniziative forti - infondo mia nonna diceva, senza riferimento alcuno e solo per citare un proverbio, che con i matti ci vogliono gli spiritati. Mi impegno, infine, anche a rispondere sempre al telefono per chi vorrà chiedermi qualcosa; può sembrare banale, ma quando sono io a chiamare per questioni di lavoro o per faccende private gli uffici pubblici e non mi rispondono o mi danno fasce orarie di risposta mi imbufalisco.
E se, invece, non dovesse riuscirci?
Se non ci riesco, allora, penserò un po' di più ad Elisabetta rimanendo sempre me stessa e continuando, privatamente o tramite le associazioni di cui faccio parte, ad aiutare chi ha bisogno delle mie competenze; continuerò a battermi come membro dell'associazione Una Zampa per Capannori, che ho fondato il 15 aprile 2021 insieme ad altri otto amici del mondo civico, a che il Comune si occupi degli amici animali più sfortunati. Mi impegnerò, anche, sulla base delle mie competenze, se sarà possibile, sostenere i giovani ed i giovanissimi cercando, con seminari o incontri, di contrastare la violenza, il bullismo, le discriminazioni negli ambienti scolastici, l'abuso di alcol e droghe.
Ma in famiglia cosa dicono di questa sua passione per la politica?
In famiglia sono straordinari: mi hanno sempre lasciata libera nelle mie scelte. Sia che si tratti di politica o di passioni personali. Crediamo tutti e tre (io, mio marito e mia figlia) che la famiglia non deve essere "una prigione" di faccende domestiche, ma deve essere il luogo dove le personalità dei singoli possono svilupparsi liberamente con il supporto ed il sostegno reciproco. Ne è una prova mio marito che mai si lamenta dei panni da stirare che restano lì, sulla poltrona di sala, a fissarci mentre noi, indisturbati, guardiamo un film!