Politica
Il generale Enrico Celentano è andato
Ciò che sto scrivendo sarebbe destinato solo a chi è paracadutista, ma credo che parlare di persona seria faccia bene a tutti, e allora ho scelto di mandarlo a tutti i miei lettori. Neppure il titolo mi veniva

Saluti al nostro Papa
Ebbene sì. Pur apprezzando e condividendo, da fedele, il diffuso cordoglio e l'omaggio reso, dal popolo tutto (cristiani ed "atei devoti" senza differenza alcuna), a Papa Francesco, non…

"Il dibattito sulle "casalinghe frustrate" deve essere un'opportunità per riflettere su come possiamo tutti, uomini e donne, lavorare insieme per superare le divisioni"
La frase "casalinghe frustrate", pronunciata durante un dibattito in consiglio comunale, ha acceso un incandescente e confronto. Il consigliere Pd, Gianni Giannini, ha sottolineato come, secondo dati statistici,…

Altra archiviazione per Roberto Vannacci: come volevasi dimostrare
Sembra naufraghi la frenetica ricerca di accuse per trascinare in catene il generale che – a detta di una certa stampa –…

Lettera alle istituzioni toscane da alcuni cittadini lucchesi: i fatti devono seguire le parole di democrazia
Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera aperta dei cittadini Giuliano Fanucci, Michele Guidi, Raffaello Stanghellini, Antonio Carta, Debora Lucchesi, Ilaria Quilici, Simone Lunardi, Renato Pini, Fabiana Martini di Lucca, indirizzata al presidente della regione Eugenio Gianiiani

Claudio Gemignani e Laura Lucchesi alla guida di Forza Italia Bagni di Lucca
Claudio Gemignani e Laura Lucchesi saranno alla guida di Forza Italia a Bagni di Lucca, rispettivamente nel ruolo di commissario e vice commissario. Lo ha annunciato il segretario…

Assi Viari, incontro pubblico del gruppo consiliare di sinistra: “Sul progetto silenzio preoccupante"
“È calato un silenzio preoccupante sull’iter del progetto degli assi viari, che rischia di essere una delle opere più impattanti dell’ultimo secolo sul nostro territorio. Mentre le procedure…

Il caso delle “casalinghe frustrate”: lettera aperta di Giannini a Nicodemo e Fantozzi
La concentrazione di attenzione sulla mia figura e su quanto espresso in un mio articolo seguito l’accoltellamento di un cittadino lucchese, mi porta a dare una risposta alle…

Forza Italia Lucca: ‘Bene il consiglio intercomunale sul tema dell’acqua. Ma Geal deve essere salvata"
"Creare l'opportunità di un confronto fra tutti i rappresentanti del territorio su un tema cruciale, per il presente e per il futuro, come è quello dell'acqua è…

Lucca, Michele Giannini contro il consigliere del Pd: "Frasi sessiste inammissibili"
Bufera in consiglio a Lucca, dove il consigliere del partito democratico Gianni Giannini si è lasciato andare a commenti inaccettabili sotto il profilo della discriminazione di genere. Superando…

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Il consiglio comunale aperto di Lucca del 24 aprile 2023 è iniziato alle ore 17.05 ed aveva il seguente ordine dei lavori: “Celebrazioni del 25 Aprile”. Un modo per accontentare la Sinistra che, altrimenti, non sa più a cosa aggrapparsi, forse per compiacere anche il nuovo segretario nazionale Elly Schlein. In sostanza una perdita di tempo e anche di soldi visti i gettoni che la comunità lucchese è costretta a pagare ai presenti.
Immediatamente il residente del consiglio comunale ha chiesto al segretario di procedere all’apertura formale del consiglio e ai consiglieri di sottoscrivere la loro presenza mano a mano che giungevano.
Enrico Torrini ha dato quindi la parola al capogruppo di Lucca è un grande noi, Ilaria Maria Vietina, quale prima firmataria della richiesta di convocazione del consiglio comunale, che ha spiegato i motivi per cui le opposizioni avevano richiesto il consiglio comunale aperto sul 25 aprile. La stessa ha effettuato un breve exscursus storico sul perché di questa manifestazione nazionale, chiarendo che le celebrazioni del 25 aprile sono iniziate nel 1946, sotto il governo di Alcide De Gasperi, per poi diventare una tradizione che dura ancora oggi ed è una festa che riguarda tutti perché parla della repubblica, della democrazia e della costituzione.
Ha continuato dicendo che il 25 Aprile è di tutti perché per giungerci vi è stata una pluralità di soggetti di diversa condizione sociale, di idee e appartenenze politiche diverse che hanno combattuto per ottenere la liberazione dell’Italia e che per fare ciò vi era stata una convergenza unanime. Si tratta di storia e di memoria e l’una si intreccia all’altra e per questo è particolarmente grata a chi ha voluto rendere testimonianza per arricchire la storia che permette sempre nuove scoperte per le future generazioni e alla luce di ulteriori documenti che vengono scoperti può dare ulteriori elementi per formare giudizi ed opinioni. Ha anche sottolineato che un momento di storia e memoria come il 25 Aprile doveva essere anche visto con riguardo al passato e al futuro. Quindi citando il passato richiamava una frase di Mussolini che riferendosi al fascismo lo definiva :” …un movimento di protesta che si alimentava nel rancore..” ed ancora adesso il rancore e la protesta erano visibili e si vedono nel sovranismo, nel populismo ecc quindi era necessario ricordare chi aveva combattuto per la libertà. Ha terminato dicendo che la libertà è di tutti e che bisogna continuare a combattere per la stessa.
Strano. A noi sembra che la libertà sia proprio minacciata da chi vuole imporre a tutti i costi una memoria a senso unico lontana quasi un secolo senza tentare alcun tipo di rielaborazione che non vuol dire revisionismo. I verniciati di rosso parlano di rancore e protesta senza rendersi conto che ce l'hanno proprio loro nel Dna.
E' intervenuto il presidente del consiglio comunale Enrico Torrini per affermare che ci sarebbero stati sei interventi di un quarto d’ora ciascuno da parte di altrettanti ospiti e poi si sarebbe aperto il dibattito, quindi ha chiamato a parlare il primo invitato Andrea Giannasi che è uno storico e membro del Consiglio Nazionale della Federazione Volontari della libertà. Questi ha aperto il suo intervento con i saluti ed ringraziamenti a tutti i presenti per poi entrare subito nel vivo dell’argomento dicendo di voler sgombrare subito il campo da ogni fraintendimento chiarendo che il 25 Aprile è la data fondante della democrazia per cui adesso si poteva parlare liberamente perché se avessero vinto i totalitarismi molti si sarebbero trovati nei campi di concentramento, nelle fosse comuni o negli ospedali psichiatrici.
Nello stesso contempo ha voluto precisare però che questa festa non era solo dei comunisti o dei partigiani che si richiamavano a quell’ideologia perché quando si parla di Resistenza bisognava ricordare che molteplici sono state le anime politiche che la componevano e che fin dall’8 settembre i primi a battersi contro i nazisti furono reparti del regio esercito richiamando le diverse località in cui gli scontri erano avvenuti sia in patria sia all’estero.
Poi ha parlato anche degli IMI (internati militari italiani) che per fedeltà all’Italia rimasero rinchiusi nei campi di concentramento tedeschi piuttosto di arruolarsi nella RSI e ha voluto precisare che bisognava recuperare il termine Patria perché la resistenza non ha visto soltanto una precisa parte politica praticarla, ma molte così come i militari che in clandestinità operavano sotto il CNL comandato dal Generale Cadorna che era formato da esponenti della democrazia cristiana, del partito liberale, del partito d’azione, dai monarchici, dai socialisti e dai comunisti.
Ha voluto rappresentare che dal 1943 al 1945 vi è stato un conflitto civile sanguinario che ha visto caduti da entrambe le parti che comunque avevano scelto di combattere per le loro idee e per ciò in cui credevano o erano stati abituati a credere, mentre la maggior parte della popolazione non prendeva posizione, ma attendeva l’evolversi degli eventi non esponendosi come un po' accade ancora oggi quando si sceglie di non andare a votare. Ha ringraziato il sindaco Mario Pardini per aver donato 2 mila 500 copie della costituzione su cui i giovani devono formare i loro ideali. Ha attaccato comunque quella parte politica ed una associazione partigiana che si richiamano alla stessa e che ancora oggi cercano di essere predominanti, ma la verità è che la Resistenza è stata fatta da tanti e di tutte le ideologie. Ha concluso con l’invito ad inneggiare a tutte le resistenze.
Il presidente Enrico Torrini ha chiamato a parlare il signor Divo Stagi che è stato anche direttore generale della Cassa di Risparmio di Lucca e gli formulava gli auguri, in anticipo di quattro giorni, per le sue 99 primavere che si scherniva da solo dicendo che appunto per la veneranda età preferiva leggere parte del suo intervento. Divo Stagi ricordava che era nato nel periodo fascista e lui stesso lo era stato perché aveva vissuto la sua infanzia ed adolescenza sotto quell’influenza, ma giunto alle superiori, grazie a dei professori lungimiranti e a suo padre che aveva fatto l’emigrato negli USA e conosceva la democrazia, cominciò a maturare una idea diversa che, al momento di fare il servizio militare di leva nella RSI, si fece sempre più forte e decise di darsi alla macchia per raggiungere tanti altri giovani della sua età tra le montagne. Tra i tanti ricordi il più significativo è stato quello relativo a una donna di nome Jolanda che l’aveva aiutato e sfamarsi e che successivamente andò a ricercare, ma che nel frattempo era stata fucilata dai tedeschi. L’emozione del ricordo dell’aneddoto è stata molto forte per il narratore che ha voluto terminare lì il suo intervento lasciando lo scranno tra gli applausi unanimi dei consiglieri comunali che si sono alzati tutti in piedi per farlo.
La massima carica istituzionale di Palazzo Orsetti ha chiamato a parlare Paolo Buchignani storico e scrittore di storia che esordiva con una lunga reprimenda dell’attuale situazione in analogia con quanto avveniva il 25 aprile 1946. Ha parlato di un trauma storico che oggi potrebbe ripetersi perché la risposta ai problemi di allora fu il ricorso a regimi totalitari ed ora ci sono i prodromi in molti paesi europei. Nuovi nazionalismi pericolosi che potrebbero mettere a repentaglio il futuro dell’Europa ed i 70 anni di pace che abbiamo finora avuto.
Il conflitto russo-ucraino ricorda ciò che fece Hitler, che con la scusa di voler salvaguardare le minoranze tedesche, portò la guerra in tutta Europa successivamente. Il nazionalismo è un male che si sta diffondendo anche in Italia e va evitato. Il nuovo sovranismo digitale ci porterà in una democrazia illiberale come quella di Orban, ma ciò non è possibile perché la democrazia può essere liberale, ma mai illiberale poiché non esiste e sarebbe una dittatura. Ha insistito sui valori dell’anti nazismo e anti fascismo affermando che il 25 Aprile deve essere un giorno di riflessione e di difesa della libertà. Ha aggiunto che il fascismo era nato come rivoluzionario rispetto al vecchio stato liberale, ma nella realtà è stato un regime totalitario in cui molti italiani non si erano riconosciuti e lo avevano combattuto prima in sordina e poi sempre più in maniera eclatante fino a giungere alla liberazione. La costituzione afferma che la sovranità appartiene al popolo ed era il frutto della lotta anti fascista. Ha ricordato che comunque i partigiani appartenevano ad una pluralità di soggetti politici di diversa matrice ideologica e dagli appartenenti al regio esercito, chiarendo che anche il clero aveva fatto la sua parte citando nominalmente sacerdoti ed episodi che li hanno visti protagonisti. Ha concluso il suo intervento dicendo che il 25 Aprile deve essere festeggiato da tutti gli italiani senza se e senza ma perché è la festa della libertà di tutti.
Torrini ha chiamato a parlare Paolo Razzuoli, docente delle secondarie superiori e saggista, che ha ringraziato tutto il consiglio comunale, il sindaco, gli assessori e i due relatori che lo hanno preceduto, in particolare il professor Buchignani di cui ha citato titoli di libri da quest’ultimo pubblicati. Anche lui ha voluto sottolineare che la costituzione ha tra i suoi valori fondanti l’antifascismo. Ha aggiunto che dopo 80 anni non era più il caso di fare i conti anche perché molti in quel periodo sono stati volenti o nolenti fascisti. Ha ribadito che la democrazia o è liberale o è dittatura. Ricorda che perfino Pier Paolo Pasolini diceva che negli antifascisti c’era del fascismo. Ha fatto anche lui un esaltazione dei valori dell’antifascismo citando anche il presidente della Repubblica Mattarella e ha concluso gridando buon 25 aprile a tutti coloro che si riconoscono liberi.
Il presidente Enrico Torrini ha invitato l’avvocato Romano Ripolini, presidente dell’ANPI sezione di Lucca a portarsi presso gli scranni del consiglio per fare il suo intervento che iniziava con i saluti e i ringraziamenti di rito. Ripolini ha condiviso ciò che aveva detto il suo predecessore Andrea Giannasi dei volontari della libertà sul 25 Aprile festa delle resistenze. Ha proseguito affermando che il 25 Aprile è la festa della ritrovata libertà del popolo italiano, del ritrovato onore e della dignità che il regime fascista aveva soffocato.
L’esponente dell’ANPI ha voluto richiamare tutti i difetti del regime fascista, tutto l’orrore che la guerra in cui ci aveva condotto aveva portato soprattutto l’alleanza con il nazismo e tutto ciò che ne conseguì. Poi ha detto che per l’ANPI il fascismo fu un crimine e rivendica che la sua organizzazione è tra le più fervide sostenitrici della costituzione avendo molti suoi esponenti fatto parte dei padri costituenti. Ha ricordato che il fascismo non era finito con la guerra, ma molte sono state le stragi di matrice fascista successive che hanno insanguinato gli anni di piombo. Il 25 aprile è la festa anche dei giovani perché giovani erano i partigiani, i preti, i militari che si erano ribellati al fascismo. Ha aggiunto che il compito di ANPI è quello di trasmettere i valori dell’antifascismo ai giovani e che i giovani devono essere ascoltati. Terminava affermando che l’ANPI avrebbe festeggiato il 25 aprile ricordando i valori dell’antifascismo.
L’ultima ad intervenire su invito di Torrini è stata Carla Andreozzi, docente di scuola secondaria superiore e membro dell’istituto storico della resistenza di Lucca a nome del quale ha portato, oltre ai suoi personali, i saluti e ringraziamenti all’assemblea comunale ed i suoi rappresentanti.
La professoressa Andreozzi ha parlato della cosiddetta resistenza taciuta, ossia di quella resistenza delle donne che ne hanno fatto parte e di cui si parla poco. La partecipazione alla resistenza delle donne non è stata di poco conto e anche numericamente molto elevata, più di 70.000 vi hanno partecipato e notevole anche il contributo nelle formazioni partigiane armate.
Le donne entrarono a pieno titolo nelle dinamiche della fine del 1945 che poi portarono alla nascita della Repubblica. Presero coscienza dei loro diritti e dei valori fondamentali della democrazia. Durante il ventennio le donne erano state relegate nel ruolo della brava massaia quindi con la resistenza ebbero un riscatto da questo stereotipo che non corrispondeva al vero ruolo che invece avrebbero dimostrato fino ai giorni nostri. Molte le presenze femminili nei partiti comunista, socialista, democratico cristiano, repubblicano, d’azione, liberale che hanno contribuito a fondare la Repubblica e di cui alcune li hanno rappresentati negli organi di elettorato passivo che vennero formati prima nella costituente e poi in parlamento. Ha ricordato la figura di Maria Eletta Martini, già staffetta partigiana, nel panorama politico italiano e ha concluso di ricordare l’uguaglianza richiamata nel dettato costituzionale.
Ha ripreso la parola il presidente del consiglio comunale Enrico Torrini che ha ringraziato tutti i relatori e ha esaltato il fatto che il 25 Aprile esprime quei valori di libertà che sono patrimonio indistinto e comune a tutti, quindi ha sospeso il consiglio per 10 minuti dichiarando che sarebbe stato ripreso con gli interventi dei consiglieri comunali.
Alle ore 19.20 sono ripresi i lavori e la parola è stata concessa a Gianni Giannini del Pd.
Il consigliere Giannini ha esordito ringraziando particolarmente il sindaco Mario Pardini per aver sollecitato gli esponenti della sua maggioranza, non in grado di sostenere i valori dell’antifascismo, a partecipare al consiglio e quindi ha iniziato il suo intervento citando un libro biografico di una partigiana della brigata Osoppo, Paola Del Din che aveva il nome di battaglia Renata e ancora in vita che nel libro affermava di preferire essere chiamata patriota, non solo partigiana, perché aveva combattuto per tutti e non per una parte sola.
La parola che lo ha più colpito è stata appunto patriota che è stata scippata ed abusata dalla destra che dell’uso delle parole ne fa una strategia. Ha fornito la lettura della definizione patriota citata dalla Treccani così come della parola partigiano. Ha invitato tutti a fare una riflessione sul fatto che Mussolini durante il primo anno della RSI aveva parlato della repressione eseguita dalle truppe germaniche insieme ai repubblichini del fenomeno partigiano e quindi contro altri italiani. Ha citato anche il Maresciallo Graziani, massacratore di Etiopia e antesignano della rappresaglia indiscriminata che aveva anticipato le dure repressioni poi avvenute anche sul territorio nazionale, nonché tutti gli eccidi perpetrati ad opera dei nazifascisti richiamando anche quelli accaduti in Toscana.
Si è lasciato andare ad una dura reprimenda nei confronti dei fascisti che non potevano essere definiti patrioti perché avevano aiutato il nemico tedesco alla ricerca e soppressione dei partigiani italiani e ha chiesto agli astanti presenti se questi potevano essere considerati patrioti o piuttosto complici di assassini che indossavano la divisa germanica.
Ha ricordato che il fascismo è stato sempre violento e che fin dagli albori le squadracce che lo formavano sono state protagoniste di bastonature e ubriacature di olio di ricino in danno di chiunque non condividesse le idee del regime. Anche Lucca non fu immune dalla presenza di queste squadracce e che aveva avuto il suo campione nel ras Carlo Scorza, personaggio ambiguo e violento, segretario cittadino del fascio che nel 1925 partendo da Lucca, insieme ad un centinaio di energumeni in camicia nera, si presentava a Montecatini Terme dove alloggiava il deputato liberale ed antifascista Giovanni Amendola prelevandolo con forza e consegnandolo a dei picchiatori fascisti montecatinesi che lo massacrarono di botte fino alla morte.
Ha continuato il suo intervento chiamando in causa, pur non nominandolo né per incarico né per nome, il capogruppo di FdI in consiglio comunale Lido Fava che non era presente, perché durante il precedente consiglio comunale aveva tacciato la sinistra di strabismo storico durante la discussione sull’aggressione avvenuta al liceo Michelangiolo di Firenze. Ha detto che non ci sarà riconciliazione nazionale fino a quando non ci sarà abiura del fascismo e a nome di tutti i gruppi di opposizione regalava una costituzione al sindaco Mario Pardini, in cui era stato messo in evidenza l’articolo 12, suggerendogli di darne una copia ad alcuni esponenti della sua maggioranza che sembra non l’abbiano ancora bene assimilato. Concludeva augurando un buon 25 Aprile antifascista a tutti.
Ha chiesto di intervenire il consigliere comunale di Lucca 2032 Luciano Panelli e dopo aver ringraziato tutti i relatori intervenuti, ha fatto un intervento che ha esaltato quanto fatto dal sindaco che aveva donato una copia della costituzione a tutti gli studenti delle scuole lucchesi, proseguendo con l’affermazione che il 25 Aprile deve essere una giornata di memoria collettiva e dovrebbero terminare le contrapposizioni. Questa giornata di riconciliazione nazionale si dovrebbe fondare sul riconoscimento degli errori del fascismo da una parte e del fatto che la Resistenza non fu una lotta di una sola parte politica, ma la rivolta di un popolo intero. Concludeva dicendo che la liberazione e la resistenza devono essere superate da un clima politico più disteso perché non rimangono solo parole del passato.
Lia Joy Stefani del gruppo di minoranza Lucca Futura ha spiegato che il 25 Aprile serve a ricordare l’uguaglianza previsto dall’articolo 3 della Costituzione che non è solo giuridica, ma anche sociale. Non bisogna abbassare la guardia perché gli errori del passato non vengano ripetuti. Il 25 Aprile deve essere un giorno per ricordare che i valori della solidarietà, della libertà e dell’uguaglianza che sono patrimonio di tutti. Ha concluso ringraziando in lingua inglese.
Ilaria Maria Vietina ha rappresentato in nome della sensibilità della cittadinanza la questione della casa della memoria e della pace con il sindaco che ha ricevuto una richiesta con 800 firme per ottenere non solo delle stanze, ma un impegno come con la precedente amministrazione per concordare il calendario delle manifestazioni civili che necessita del coordinamento del comune che dovrà fare da centro propulsore e i consiglieri comunali di opposizione la sosterranno con forza. Ha letto, quindi, un intervento di un cittadino, il professor Fabiano D’Arrigo, che rappresentava che il 25 Aprile è il giorno in cui si celebra la libertà perché la resistenza è stata come il Risorgimento una ricorrenza di tutto il popolo italiano.
E' arrivato, poi e non poteva essere diversamente, il turno del capogruppo di Sinistra Civica Ecologista Daniele Bianucci che ha cominciato dicendo di aver chiesto ed ottenuto il consiglio comunale che si stava svolgendo, insieme agli esponenti dell’opposizione, per meglio far comprendere quell’azione unitaria delle sinistre che hanno chiamato Lucca Resiste e che si vedrà meglio nella giornata del 25 Aprile.
Ha ringraziato tutti i relatori invitati per i loto interessanti contributi ed in particolare quelli di Divo Stagi e di Andrea Giannasi perché gli avevano suggerito buoni spunti di riflessione. In particolare il secondo quando aveva parlato del fatto che alcuni non sono presenti quando è importante essere presenti. Prendeva quindi ad esempio di mancata presenza anche nei passati consigli comunali della memoria della precedente legislatura di Fabio Barsanti che era capogruppo di CasaPound ed anche oggi che ricopre un ruolo importante nell’amministrazione ha deciso di non esserci.
Al contrario del suo collega di opposizione Gianni Giannini non ha ringraziato il sindaco che aveva certamente sensibilizzato i componenti della sua maggioranza a partecipare. Ha aggiunto che non ha mai pensato che il 25 Aprile fosse di una sola parte politica, ma anche lui crede che appartenga a tante culture politiche come spiegato da Giannasi. Evidentemente se alcuni esponenti di alcuni partiti della maggioranza non sono presenti non è certo per colpa della sinistra, ma perché non si riconoscono nei valori fondanti della democrazia.
Ha lodato l’intervento del presidente dell’ANPI di Lucca e dichiarava che i valori della resistenza si evidenziavano anche nelle 800 firme raccolte a sostegno della petizione consegnata al sindaco durante il consiglio comunale perché non avvenga la chiusura della casa della memoria e della pace che non è una scelta neutra dell’amministrazione ma una scelta politica dettata da una parte politica importante della maggioranza che non è presente al consiglio comunale. Ha concluso citando Sandro Pertini: “….il fascismo per me non può essere considerato una fede politica, il fascismo è l’antitesi di tutte le fedi politiche, perché opprime le fedi altrui…”.
Vincenzo Lorenzo Alfarano ha letto un passo di un libro di un ex appartenente del consiglio comunale di Lucca dal titolo Democrazia, Roberto Guidotti, che parlava di quanto era accaduto anche a Lucca al termine del conflitto specie con la creazione della sezione della DC che era in contrapposizione all’altra fazione politica comunista. Ha ricordato anche lui un altro presidente della Repubblica Azeglio Ciampi e rappresentava che il 25 Aprile è il giorno di tutti coloro che amano la libertà e che non c’era alcun bisogno di fare i conti con il passato perché già con la costituente il presidente del Consiglio di allora, Alcide De Gasperi, sollecitava il ministro di Grazia e Giustizia, Palmiro Togliatti, a emanare il provvedimento di amnistia che chiuse la questione.
La capogruppo di Lucca Civica Volt Lucca è Popolare Valentina Rose Simi ha voluto ringraziare tutti i relatori intervenuti ricordando poi che sono trascorsi 78 anni da quel 25 Aprile e che domani si andranno a celebrare la vittoria di un popolo su una dittatura e sui totalitarismi. Ha concluso con una richiesta di pace generale.
Il capogruppo della Lega Salvini Premier Armando Pasquinelli ha ringraziato i relatori prima e i colleghi dell’opposizione poi aggiungendo che questi li avevano costretti tra virgolette a assistere a questo consiglio comunale che ha ritenuto molo utile perché è stato evidenziato il fatto che non si deve parlare di una sola resistenza ma di più resistenze. Ha elogiato il comportamento di uno dei relatori, il professor Paolo Razzuoli che nonostante l’orario era ancora presente in aula ad ascoltare, a differenza di altri, dimostrandosi un esempio vivente di democrazia partecipativa. Richiamava tutti a prendere atto purtroppo che il 25 Aprile è ancora oggetto di odio e divisioni che devono essere superati perché diventi un giorno di pace e avrebbe preferito non udire alcune polemiche perché sono proprio queste ad alimentare gli scontri .
Il consigliere del gruppo di FI UDC Giovanni Ricci ha dato lettura di un discorso pronunciato da Silvio Berlusconi nel 1994 durante le celebrazioni del 25 Aprile dicendo che è ancora molto attuale. Purtroppo ci sono ancora dei residui di intolleranza che frenano le democrazie nate per contrastare tutti i regimi totalitari sia di destra che di sinistra e la dimostrazione si è verificata nel nostro parlamento nazionale qualche giorno prima dove due mozioni presentate una dall’opposizione e l’altra della maggioranza avevano avuto risultati diversi per colpa di resistenze mentali dure a morire, infatti mentre la prima passava all’unanimità la seconda otteneva solo i voti di chi l’aveva proposta. Il 25 Aprile deve essere un giorno di ricordo senza colori di parte e di riflessione e la costituzione è di tutti senza simboli (evidente il riferimento alla costituzione consegnata da Giannini a Pardini al termine dell’intervento del primo e con la richiesta di darne copia ai rappresentanti dei partiti di maggioranza non presentatisi al consiglio comunale).
Di nuovo la parola a Bianucci per contestare l’intervento di Giovanni Ricci affermando che le minoranze consiliari non accettavano (sic!) lezioni di condanna dei totalitarismi da nessuno perché loro li hanno sempre condannati e che quindi provvedesse invece ad impartire lezioni di democrazia ai suoi colleghi di maggioranza ed in particolare a Fabio Barsanti che non si è mai presentato alle giornate della memoria mentre loro sono sempre stati presenti a quelle del ricordo. Non si devono utilizzare paragoni di vicende storiche e quindi il 25 Aprile non è la liberalizzazione da tutti i totalitarismi, ma dal nazifascismo, anche se si trova d’accordo e lo aveva già detto, nel condannare ogni forma dittatoriale e di qualsiasi colore politico.
Il consigliere della Lega Salvini Premier Massimo Fagnani che senza alcuna vena polemica ha affermato che non era bello fare riferimento a persone che non erano presenti. Poi ha messo in evidenza che il dibattito è stato interessante, ma che ci sono tante forme di fascismo che vengono praticate nei fatti anche dalle sinistre quando gridano slogan poco simpatici all’indirizzo degli avversari politici. Ci sono molti modi di espressione fascista che vengono praticati da chi dice di avversarli.
Il sindaco ha, finalmente, chiuso il dibattito ringraziando tutti gli intervenuti affermando che il 25 Aprile è la festa di liberalizzazione dal nazifascismo e nessuno lo aveva mai minimamente messo in discussione.
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Via libera da parte della giunta alla delibera che definisce le tariffe della Taric per il 2023 e che dovrà essere approvata dal consiglio comunale nei prossimi giorni per divenire operativa.
Le nuove tariffe sono il risultato combinato di due fattori: da una parte infatti, e questo riguarda in particolare le attività economiche, termina il periodo caratterizzato dall’abbattimento delle tariffe legate all’emergenza Covid, e dall’altra si registra l’incremento di 800.000 euro della spesa del Piano economico finanziario di Sistema Ambiente, approvato ad aprile del 2022 dalla passata amministrazione comunale.
Per questi motivi subiranno aumenti rispetto al 2019, l'anno pre-Covid, sia le tariffe non domestiche, sia quelle domestiche, ma queste ultime fanno registrare alcune diminuzioni rispetto allo scorso anno.
“L'amministrazione comunale – spiegano gli assessori alle finanze Moreno Bruni e all'ambiente Cristina Consani – si è dovuta confrontare con una situazione praticamente ingessata. Il Piano economico finanziario di Sistema Ambiente, approvato alla fine della precedente consiliatura, non poteva per legge essere modificato quest'anno e la fine dell'emergenza Covid, decretata a marzo del 2022, avrebbe dovuto essere registrata fin dall’anno scorso anche nell'applicazione della Taric, riportando tutte le utenze non domestiche sullo stesso piano. Ci impegniamo quindi a monitorare l'andamento dell'applicazione della Taric nei prossimi mesi, per arrivare a settembre e fare il punto della situazione con le categorie, come già concordato in un precedente incontro: la nostra intenzione è di aprire un tavolo di confronto per discutere delle nuove tariffe e di eventuali modifiche da apportare. Tutto questo, in vista dell'approvazione del nuovo Pef nel 2024, dove potremo incidere in maniera diretta e arrivare così ad applicare alcune diminuzioni mirate”