Cronaca
Al via in sei scuole di Lucca il progetto "Rise! Storie in Movimento" realizzato dal Lucca Film Festival
Al via in sei scuole di Lucca il progetto "Rise! Storie in Movimento" realizzato dal Lucca Film Festival: una web serie, 5 podcast e articoli rin formato blog per contrastare la dispersione scolastica. Un progetto realizzato nell'ambito del Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola, promosso dal Ministero dell'Istruzione e del Merito e dal Ministero della Cultura
I “venti di cultura” soffiano su Lucca: inaugurata la ventesima edizione di LuBeC
Venti sono gli anni, ma sono anche i venti di cultura che soffiano costanti sul nostro mondo e in particolare, almeno in questi giorni, su Lucca: sono nozze di porcellana tra la nostra città e LuBeC- Lucca Beni Culturali, l’incontro annuale organizzato da Promo PA Fondazione e sostenuto dagli enti del territorio, dalla regione Toscana e dal ministero della cultura
Sistema Ambiente lancia bando per l'assunzione di un dirigente amministrativo: ce n'era davvero bisogno?
Lo avevano detto, lo hanno fatto. Sistema Ambiente spa, la società partecipata del comune di Lucca che si occupa dello smaltimento dei rifiuti, ha appena firmato, attraverso il…
Aperte le iscrizioni per la nuova edizione del Premio Mario Tobino per le scuole medie e primarie della provincia di Lucca
Il concorso "Mario Tobino" per le scuole è rivolto alle classi 4° e 5° delle scuole primarie e secondarie di I grado della provincia…
La mostra fotografica "Lucca e le istituzioni" si sposta a palazzo Guinigi
La mostra fotografica "Lucca e le istituzioni" si sposta a palazzo Guinigi Grazie a un accordo fra Comune di Lucca e Amici dell'AFL resterà visitabile nei locali del palazzo restaurato fino alla fine del mese
Lucca Riscossioni e Servizi dismette una Panda del 2013 a gasolio. L'offerta dovrà pervenire entro il 31 Ottobre e l'auto può essere visionata
La società Lucca Riscossioni e Servizi ha messo in vendita, con un avviso pubblico di alienazione di veicolo usato, una Panda del 2013 a gasolio. Il mezzo, che…
Anticorruzione e antiriciclaggio: torna l'appuntamento con la Giornata delle Professioni
"Anticorruzione e antiriciclaggio: attualità e prospettive": sarà questo il tema dell'edizione 2024 della Giornata delle Professioni - organizzata dal Comitato delle professioni ordinistiche della provincia di Lucca - che torna nella Chiesa di San Francesco venerdì 18 ottobre, a partire dalle 15
Grande successo per il concerto inaugurale dell’anno scolastico della Toscana all’insegna di Giacomo Puccini: oltre 600 persone al teatro del Giglio
Oltre 600 studenti, insegnanti e personale scolastico ha preso parte, questa mattina, al Concerto inaugurale dell’Anno scolastico organizzato a Lucca, per il secondo anno consecutivo, dall’Ufficio Scolastico per…
Sabato 12 a Villa Bottini. LUCCAUTORI Giacomo Puccini e le mostre di LuccAutori. Trent'anni di immagini del festival e le opere dei ragazzi del liceo Passaglia
Sabato 12 ottobre alle 10 nella sala conferenze di Villa Bottini, Herman Cole presenta "Caro Giacomo ... Cher Edgar". Se Edgar Tinel e Giacomo Puccini fossero stati amici di penna...
Rinasce a nuova vita l'antico organo di Mutigliano su cui suonò il giovane Giacomo Puccini
Lo strumento, che non suonava da oltre 50 anni, è stato restaurato grazie al contributo del Comitato per le celebrazioni pucciniane, del Cei e della Parrocchia. Il 12 ottobre alle 21.00 concerto inaugurale a ingresso gratuito
Mese dell'affido: domenica 13 ottobre "La miglire versione di me" al Teatro Artè a Capannori
Dopo il tutto esaurito di domenica al Teatro del Giglio per lo spettacolo di Federica Sassaroli "La gabbianella e il gatto", proseguono le iniziative del Mese dell'Affido
Progetto "Carambole": nuovi eventi per sensibilizzare i giovani e la comunità sui rischi legati all'incidentalità stradale, alcol e droghe
Il progetto Carambole va avanti: nuovo calendario di eventi per il progetto lanciato dal comune di Lucca a marzo di quest’anno nell’ambito delle azioni finanziate dal Dipartimento politiche antidroga, con lo scopo di promuovere presso i giovani e le loro famiglie la prevenzione e il contrasto all’incidentalità stradale legata all’uso di alcol e droghe
Giovane marocchino ruba vestiti e scarpe da Pittarosso a San Concordio: trovato e denunciato dalla polizia
La polizia ha denunciato un marocchino presunto autore di un furto aggravato in concorso, avvenuto in un noto esercizio commerciale di Lucca. Nella giornata di ieri, alle ore…
Al via la XX^ edizione di LuBeC - Lucca Beni Culturali
Nella giornata inaugurale gli studenti di Caivano suoneranno l'Inno d'Italia, mentre Giordano Bruno Guerri e Paolo Nori dialogheranno sulla cultura nella prossima Europa. Al Real Collegio anche uno speciale su Puccini nell'anno del Centenario con il Sovrintendente del Maggio Musicale Fiorentino Carlo Fuortes
ADM e GdF: al porto di Livorno sequestrate e distrutte oltre 2 tonnellate di gelati non conformi alla normativa sanitaria scortati da documentazione falsa
L’importante operazione a tutela della salute pubblica, che ha portato al sequestro e alla distruzione di una partita di gelati a cono e a stecco per oltre 2.000 kg, è il frutto della stretta collaborazione operativa tra l’Ufficio delle Dogane di Livorno, l’UVAC PCF Toscana – Sardegna del Ministero della Salute e la Guardia di Finanza di Livorno
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Sono 238 (+ 54 rispetto a ieri) i nuovi casi positivi al Coronavirus registrati in Toscana a ventiquattro ore dal precedente bollettino. Salgono dunque a 2.699 i contagiati dall’inizio dell’emergenza, restano 21 le guarigioni virali (i cosiddetti "negativizzati") e 30 quelle cliniche. I nuovi decessi sono 21 contro i 17 di ieri. I casi attualmente positivi in cura sono 2.519.
Questi i 21 decessi che si sono verificati in Toscana nelle ultime 24 ore, con l'indicazione di sesso, età, Comune di domicilio: M 82 anni Firenze F 76 Carrara, M 86 Cascina, M 85 Massa, F 90 Livorno, M 78 Capannori, F 95 Mulazzo, M 79 Carrara, M 75 Pontedera, M 80 Pieve a Nievole, M 80 Pistoia, M 69 Pistoia, M 82 Pistoia, F 65 Figline e Incisa, M 77 Montecatini Terme, M 80 Ponte Buggianese, F 81 Monsummano Terme, F 92 Serravalle Pistoiese, M 69 Scandicci, M 84 Piancastagnaio e M 78 Sestino.
Spetterà in ogni caso all’Istituto superiore di sanità attribuire le morti al Coronavirus.
Per quanto riguarda i ricoveri, ad oggi sono in totale 1.162 di cui 244 in terapia intensiva.
Questi i numeri che fotografano la situazione toscana alle ore 15 di martedì 24 marzo, così come sono stati trasmessi dall’assessorato al diritto alla salute al Ministero della salute.
Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 1.850 tamponi, il numero più alto dall'inizio della crisi.
Dei 2699 tamponi risultati positivi questa è la suddivisione per provincia di segnalazione, che non sempre corrisponde necessariamente a quella di residenza: 622 Firenze, 243 Pistoia, 159 Prato (totale Asl centro: 1.024), 387 Lucca, 314 Massa-Carrara, 285 Pisa, 162 Livorno (totale Asl nord ovest: 1.148), 140 Grosseto, 176 Siena, 211 Arezzo (totale sud est: 527).
Dal 1° febbraio ad oggi nei laboratori toscani sono stati effettuati in tutto 15.701 tamponi su 14.149 casi. I laboratori impegnati nel testare i tamponi sono: i tre laboratori di microbiologia e virologia delle tre aziende ospedaliere universitarie di Careggi, Pisa e Siena, in funzione dall’inizio di febbraio, a cui negli ultimi giorni se ne sono aggiunti altri sei: Ispro (Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica), i laboratori di Arezzo e Grosseto (Asl sud est), Livorno e Lucca (Asl nord ovest), più un laboratorio privato.
Dal monitoraggio giornaliero sono 10.405 le persone in isolamento domiciliare in tutta la Toscana: 4.543 nella Asl centro, 3312 nella Asl nord ovest, 2.570 nella Asl sud est.
Le informazioni sui singoli casi saranno fornite dagli uffici stampa delle aziende sanitarie, nel rispetto della privacy, con successivi comunicati stampa o per telefono.
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Sono (siamo?) tutti degli irresponsabili. Senza alcuna distinzione. Coloro i quali dovrebbero trasmettere fiducia, ottimismo, speranza, in realtà lasciano che le televisioni trasmettano h24 il numero dei morti come un bollettino di guerra. Ma non siamo in guerra e questo è bene dirlo a voce alta. La guerra è altra cosa e i morti sono molti, ma molti di più oltre alla fame, alla distruzione di tutto il tessuto socio-economico, alla mancanza di ogni cosa, al caos e al terrore generalizzati. In guerra salta tutto, dall'acqua calda all'energia elettrica, dal carburante alle attività economiche, dai rapporti personali alla solidarietà che non esiste e si frammenta fino a scomparire suo malgrado. Noi, in fondo, una doccia la possiamo fare a qualunque ora e accendere il fornello pure.
Invece stanno seminando il terrore a piene mani. Trasmettono dati e immagini che riguardano una parte e anche minima della popolazione italiana e impongono a tutti misure che vengono applicate anche laddove le condizioni sono molto differenti. Con la conseguenza che la paura aumenta e con essa il rischio di perdere la testa. Le folle non sono individui a se stanti, ma greggi che agiscono in preda a istinti, spesso, ingestibili e incontrollati.
Il governo Conte sta agendo a colpi di decreti stringendo sempre di più il cappio intorno al collo dell'impiccato ancor prima e ancor più che dell'emergenza Coronavirus. La conseguenza di questo allarme generalizzato per un virus che, è bene dirlo e lo sostiene anche l'istituto superiore di sanità, colpisce molti, ma uccide solamente alcune categorie e soltanto a certe condizioni, è l'aumento del terrore che spinge ognuno a pensare da e per sé sperando che qualcuno, non certo dio che è oggettivamente impossibilitato, si preoccupi per tutti.
I lavoratori hanno paura e non vogliono lavorare. Accade ovunque, alle poste, nelle banche, nei supermercati, nelle fabbriche grandi o piccole, nei pubblici uffici, nelle aziende sanitarie e a tirare avanti la baracca ci sono una miriade di medici e infermieri e personale ospedaliero che, al contrario, rischiano e pagano in prima persona, ma non si tirano indietro. E sono sul punto di scoppiare.
Anche qui, come sempre accade, c'è una Italia che si fa il mazzo anche per l'altra mentre una buona parte di essa, al contrario, se ne sta a casa e se ne frega. Allora accade che gli stessi dipendenti si domandino perché un trattamento diverso per situazioni uguali, ossia perché loro devono essere al pezzo mentre altri stanno, comodamente, a casa senza correre rischi.
Non c'è un cane che dica che in questi momenti non serve l'unità come dice Mattarella alle Fosse Ardeatine - ma Mattarella la storia la conosce o gliela dobbiamo spiegare noi che un po' di libri, in proposito, abbiamo scritto? - bensì serve la responsabilizzazione di ciascuno di noi perché non se ne può più di un Paese, il nostro, dove la colpa è sempre degli altri e mai di qualcuno, quindi, di nessuno.
I sindacati pressati dai lavoratori e dalle categorie che non vogliono rischiare, hanno deciso di scendere, probabilmente, in agitazione cosicché altri settori importanti finiranno per essere messi in ginocchio. I benzinai, fondamentali nella catena della distribuzione, chiudono in autostrada perché si sentono abbandonati. Bene, qualcuno ci spiega come si potrà continuare a garantire il trasporto delle derrate alimentari e delle merci necessarie?
Ci rendiamo conto che piano piano stiamo correndo contro un muro dove ci spaccheremo la testa? E poi si lamentano se la gente si fionda a fare provviste nei supermercati e si dicono, per consolarsi, che è sempre meglio di quello che accade in America dove la gente fa la fila davanti alle armerie per acquistare pistole e fucili.
La nostra sensazione è che siamo immersi in una vera e propria follia collettiva dove chi dovrebbe rassicurare e assumersi sulle spalle il peso di scelte anche impopolari e apparentemente ciniche, segue, invece, l'emotività e finisce per preparare il terreno più adatto all'avvento del kaos.
Facciamo un semplice esempio. Anche i lavoratori del settore bancario premono affinché le filiali siano chiuse e, del resto, non si capisce per quale ragione qualcuno dovrebbe sacrificarsi quando tutti gli altri stanno a casa in congedo o in ferie o, peggio ancora, in malattia più o meno giustificata. Ma che cosa accadrà qualora dovessero chiudere davvero le banche?
Questo vale anche per la grande distribuzione e, in generale, per tutti quei lavori che comprendono una esposizione al pubblico. Lo smart-working, del resto, è un'altra favola che ci raccontano senza spiegarci che, alla fine, qualcuno a lavorare dovrà pure andarci altrimenti ci sarà poco working e altrettanto meno smart.
Bene anzi, male. Con le attività economiche rimanenti tra cui alcune davvero essenziali e il rischio che chiudano i battenti i distributori di carburante anche sulle strade ordinarie, con il blocco totale della circolazione e con la gente che, ovviamente, non potrà più nemmeno andare al lavoro o al supermercato a fare la spesa, l'anarchia e il kaos saranno serviti.
Certo, file estenuanti ai supermercati, ma per quanto e se non c'è la benzina, chi porta la roba da comprare/mangiare? E allora è prevedibile che scoppino incidenti e sommosse. Ed ecco che a sedarli, eventualmente, saranno chiamati i soliti, carabinieri, polizia e altre forze dell'ordine che devono sempre fare il lavoro sporco anche per chi se ne sta comodamente seduto in poltrona davanti al monitor. Ma che cosa accadrà se anche carabinieri e polizia, infiliamoci anche l'esercito, dovessero esitare e non rischiare di venire contagiati? Chi potrà biasimarli se preferiranno restare nelle caserme piuttosto che scendere in piazza e affrontare non tanto o non solo i centri sociali, ma la gente normale, quella che non era mai scesa a fare casino perché, in fondo, aveva preferito godersi quel poco di tranquillità che, oggi, purtroppo, sembra correre il pericolo di essere compromessa?
Negli ultimi giorni sono pressoché scomparsi i reati predatori, lo spaccio di droga, che c'è, avviene, sostanzialmente, a domicilio e la maggior parte degli interventi riguarda le liti in famiglia che sono aumentate a seguito della forzata segregazione. A mano a mano che passano i giorni e che le Tv continuano a seminare il panico anche a Matera che, perdonateci, ma sta leggermente meglio di Bergamo e di Brescia, cominciano anche a scarseggiare le risorse economiche. I contanti sono, pressoché scomparsi e la gente preferisce pagare con carte di credito e bancomat, ma quando sui conti correnti non ci sarà più molto da prelevare, dove si potrà andare per chiedere che qualcuno - chi? - ci versi sopra qualcosa?
Ecco perché vorremmo che tutti, governanti e politici compresi, si rendessero conto che se anche loro guadagnano 12 mila euro al mese, la stragrande maggioranza degli italiani è con le pezze al sedere o quasi. Pensiamo agli ambulanti, ai commercianti, ai liberi professionisti, alle partite Iva, ai precari, ai dipendenti dei settori turistici come la ristorazione e l'alberghiero. Ma abbiamo anche solo una vaga idea di che cosa accadrà fra qualche settimana e se, come abbiamo letto, le misure saranno estese fino a estate inoltrata?
Ma come cazzo pensano di far campare la gente se non versando, ogni mese, almeno 800 euro sui conti correnti di ognuno salvo dipendenti pubblici che, loro, di problemi non ne hanno se si pensa che, con le scuole che riapriranno, probabilmente, a settembre, gli insegnanti, ad esempio, saranno a casa per sei mesi regolarmente stipendiati. Beati loro.
E tutti gli altri?, quelli che per vivere devono lavorare, cosa faranno? Gli spostiamo le tasse e le imposte? Ma se non lavorano i soldi dove li troveranno fra quattro mesi se non li hanno già adesso? E le bollette, che avevano promesso di rinviare? Una presa per il culo. Pagatele perché fra qualche tempo, se sarete morosi e sarà finita l'emergenza, o vi staccano il contatore oppure dovrete, nella migliore delle ipotesi, rateizzare.
Cari lettori, è evidente che, mentre mezza Italia piange e ne ha tutte le ragioni e un'altra grossa fetta ha gli occhi lucidi, una piccola parte, al contrario, ha tutto il tempo di giocare in borsa e speculare. E chi ha i soldi, come è sempre avvenuto, ne farà ancora di più mentre chi pochi ne aveva, ne avrà ancora di meno.
Allora, suggeriamo noi, non sarebbe il caso di cominciare a pensare a analizzare ogni singola situazione a sé stante invece di trattare tutte le regioni allo stesso modo? E, soprattutto, qualora l'emergenza dovesse essere prolungata per settimane, non sarà il caso di far passare il messaggio che ognuno di noi, visto e non concesso che siamo uomini liberi, ha tutto il diritto, con le dovute precauzioni, di scegliere se preferisce rischiare il contagio e, difficilmente, la morte per Coronavirus piuttosto che la certezza matematica di finire in miseria e alla disperazione?
(Foto di archivio)
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Siamo attorniati da notizie alla televisione, sul web e anche via social, ma quante sono vere e quante invece sono solo fake news, che rischiano, ancor di più di confonderci, in questo difficile periodo di emergenza coronavirus? Una buona regola è quella di verificare una notizia, di non accontentarsi insomma di informazioni non verificate, parziali o deliberatamente false.
Ma come fare a riconoscere un'informazione vera da una falsa? Per prima cosa, quando si riceve un messaggio o una notizia, è buona norma, prima di divulgarla ad altri, verificarne le fonti. E' un sito attendibile? Se si tratta di un audio su Whatsapp è importante saper identificare la persona dalla voce: in un audio dove una persona si presenta come medico di un determinato ospedale ma non dice il suo nome e cognome, bisogna riflettere, cercare informazioni e aspettare prima di credere alle parole ascoltate.
E' importante verificare le notizie, cosa che di questi tempi non è poi così difficile, grazie anche alle molte fonti accessibili on line. Infatti quando due settimane fa circolava la falsa informazione che sulla città, avrebbero sparso a una determinata ora del disinfettante con gli elicotteri, bastava cercare su Google: elicotteri disinfettante coronavirus per trovare scritto che si trattava di una bufala. Quello che è ancora più preoccupante è quando tra le fake news troviamo consigli di salute
per contrastare il coronavirus: bisogna sempre stare attenti e non dare nulla per scontato e attenersi alle indicazioni fornite dal Ministero della Salute su http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioFaqNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&id=228
Per conoscere invece le fake news più frequenti ovvero le dodici notizie false che non hanno validità scientifica è possibile fare riferimento su https://bit.ly/2QyWP3l