Cronaca
Guardia Costiera di Viareggio: liberata tartaruga Caretta caretta rimasta impigliata in una rete
Nella mattinata di domenica 13 ottobre, a seguito di segnalazione da parte di un diportista in navigazione a largo del litorale di Torre del Lago, una motovedetta della…
Insultava, picchiava e sputava in faccia alla compagna, poi ex: condannato e arrestato dai carabinieri
Venerdì pomeriggio, a Lucca, i carabinieri della stazione del Cortile degli Svizzeri hanno eseguito un ordine di esecuzione per la carcerazione a carico di 41enne di Lucca, disoccupato, che lo scorso 16 settembre è stato condannato dal Tribunale di Lucca a 2 anni e 4 mesi di reclusione per il reato di maltrattamenti in famiglia
Le Contrade San Paolino Campioni d'Italia di Balestra da Banco LITAB 2024
Le Contrade San Paolino sono i nuovi Campioni d'Italia di Balestra Antica da Banco. L'associazione lucchese ha sbaragliato gli avversari conquistando il quarto titolo tricolore della sua storia al 38esimo Campionato Italiano LITAB, andato in scena il 5 e 6 ottobre a Ventimiglia
"Parole d'Estate" gli alunni della classe terza media dell'Istituto Valdilana vincono il contest letterario
Si è svolta questa mattina nella Casermetta San Regolo delle Mura urbane, la premiazione del contest letterario "Parole d'Estate" promosso da Adipa – Associazione per la diffusione di piante…
I carabinieri arrestano un giovane albanese per tentato omicidio e furto in casa
I carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Lucca hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Lucca su proposta della locale Procura nei confronti di un giovane d’origine albanese, a conclusione di una prolungata e intensa attività investigativa, dalla quale sono emersi gravi indizi di colpevolezza per il tentato omicidio di un carabiniere
La Caritas diocesana di Lucca celebra i 50 anni dalla fondazione. Sabato 12 ottobre primo appuntamento
Nel 1974 nasceva la Caritas diocesana di Lucca, che si appresta adesso a celebrare i cinquant'anni di questa ricorrenza con una serie di proposte che animeranno il periodo…
Roberto Vannacci, incursione e bagno di affetto alla nomina del nuovo comandante del 9º Reggimento d'assalto paracadutisti "Col Moschin"
Una giornata emozionante alla caserma Vannucci di Livorno per il generale di divisione ed europarlamentare che, dal 2011 al 2013, ha guidato il reparto più prestigioso dell'esercito italiano. Unica autorità politica presente alla cerimonia
Lucca, il beagle Toby ucciso a calci. Scatta la denuncia di LNDC Animal Protection e l'appello: "Chi sa parli"
L'associazione esprime indignazione e sporge denuncia per il brutale atto di violenza che ha portato alla morte del beagle Toby, colpito a calci fino a perdere la vita dopo 48 ore di agonia. Questo episodio è l'ennesima dimostrazione di una crudeltà inaudita nei confronti degli animali che non può e non deve essere tollerata
Tutte e 42 le frazioni comunali raggiunte, 1300 cittadini coinvolti: a un anno di distanza si è fatto il punto sul progetto CiVà
L'assessore Barsanti: "un intenso percorso di partecipazione che ha toccato tutte le frazioni del comune di Lucca". Parole di elogio della Regione Toscana che porterà il progetto lucchese a esempio per l'intera regione
Puliamo il mondo: anche gli assessori Consani e Testaferrata a lavoro sul parco fluviale con tanti giovani studenti del territorio
Questa mattina (venerdì 11 ottobre) erano presenti anche l'assessore all'ambiente Cristina Consani e l'assessore all'istruzione Simona Testaferrata per l'iniziativa di Legambiente 'Puliamo il Mondo', che ha coinvolto decine…
Concessionaria Ford BluBay a Lucca, una inaugurazione da star
La quinta sede della Concessionaria Ford BluBay, già presente a Piombino, Cecina, Livorno, e Pisa, ha aperto le proprie porte nella città di Lucca, in via Robert Baden Powell n° 45, e lo ha fatto, in grande stile, nel pomeriggio di mercoledì 9 ottobre, con l’inaugurazione ufficiale che ha richiamato moltissime persone
Nuovo ufficiale dei carabinieri alla biodiversità
Presso il Reparto Carabinieri Biodiversità di Lucca ha preso servizio un nuovo ufficiale. Si tratta del Tenente Gian Marco Dodaro, che collaborerà come ufficiale addetto, agli ordini del Tenente Colonnello Cecilia Tucci
Uno schiaffo a metà per lo sceriffo: il Tar annulla l'aggiudicazione della gestione della piscina del PalaTagaliate ad Omega Sport
È stata pubblicata ieri la sentenza del Tribunale amministrativo regionale relativa alla ricorso del Circolo del Nuoto Lucca per l'annullamento della assegnazione della gestione della piscina del Palazzetto dello sport di Lucca all'Associazione sportiva dilettantistica Omega Sport avvenuta nel dicembre dello scorso anno
Frantoio di Valdottavo: riprendono le attività, sarà posizionata la targa in ricordo di Walter Ulivi
Riprendono le attività del frantoio di Valdottavo: sabato 12 ottobre, alle 15.30, si apre la stagione con una novità. Durante il pomeriggio, infatti, sarà posizionata la targa dedicata al ricordo, fraterno e affettuoso, di Walter Ulivi, tragicamente scomparso lo scorso gennaio
Torna domenica 13 ottobre, la marcia non competitiva organizzata dalla Croce Verde di Lucca
Domenica 13 ottobre la marcia non competitiva e inclusiva organizzata dalla Croce Verde di Lucca, valevole per il Trofeo Podistico Lucchese. Partenza dalla Terrazza Petroni nell’orario 7:30-9:00; quota d’iscrizione: 3 euro tesserati, 3,50 euro occasionali. Premi per tutti gli iscritti e per le società sportive aderenti
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Si è svolta nella mattinata di lunedì la conferenza stampa per presentare il "Giorno della Misericordia e della Salute", che si svolgerà sabato prossimo 13 aprile dalle ore 10 alle ore 18 in Piazza Napoleone e all'interno del vicino palazzo della provincia di Lucca.
Presenti alla conferenza di presentazione, il proposto della Misericordia di Lucca Luca Papeschi, il vice-proposto Claudio Nieri e il direttore della Misericordia Sergio Mura, che assieme all'assessore alle Politiche Sociali del Comune di Lucca Giovanni Minniti, nonché vice-sindaco, hanno sintetizzato la giornata in programma.
Ha aperto la conferenza stampa il direttore Sergio Mura che ha introdotto tutti i punti salienti della giornata, evidenziando l'importanza che tale manifestazione avrà per la cittadinanza. "Saranno presenti quattro camper che si occuperanno di prevenzione sanitaria, cui i cittadini potranno usufruire gratuitamente" – commenta Mura. "Gli esami medici che i cittadini potranno usufruire saranno svolti dagli "Amici del Cuore" con il loro Cardiocamper, dall' "Unione Italiana Ciechi" con un medico oculista che si occuperà della misurazione del tono oculare, dall' "Acustica Umbra" per la misurazione audiometrica, dall'associazione U.N.U.C.I. che con un proprio medico effettuerà uno screening aneurisma dell'aorta addominale, e dall'associazione Lucchese Diabetici che effettuerà la misurazione glicemica e find risk: rischio predisposizione al diabete". Presenti nella location sanitaria, anche un gazebo del gruppo Donatori di Sangue "Mario Staderini" della Misericordia di Lucca, con il nuovo consiglio direttivo appena insediato e che potranno fornire ai cittadini informazioni inerenti la donazione del sangue. "Naturalmente i nostri volontari faranno in grande la loro parte" – aggiunge il proposto Papeschi. "Il gruppo formazione "Luigi Daneri", durante il pomeriggio, eseguirà dimostrazioni inerenti la rianimazione cardiopolmonare del Blsd adulti e pediatrica, oltre alla disostruzione della vie aeree.
Alle ore 16 ci sarà poi l'inaugurazione e la benedizione di un'ambulanza di emergenza e di due auto che andranno a potenziare il parco mezzi dell'Arciconfraternita, mentre subito dopo ci sarà la consegna degli attestati dei volontari che hanno superato i corsi di primo e secondo livello e la premiazione di alcuni volontari che hanno svolto più di 40 anni di servizio sanitario.
"Un sentito ringraziamento alla Misericordia, ricordando l'impegno che volontari e dipendenti in divisa giallo-ciano effettuano su tutto il territorio" – interviene l'assessore Minniti. "Con il comune esiste da sempre una collaborazione importante, e il convegno che si svolgerà la mattina del 13 presso l'Antica Armeria della provincia lo evidenzierà. Infatti il convegno di presentazione della "Stazione di Posta", vedrà come capofila per il terzo settore proprio l'Arciconfraternita di Misericordia di Lucca, capofila anche per gli enti pubblici dei comuni della piana come comune capoluogo, con un progetto che sarà effettuato presso Villa Pardini a Sant'Anna e ad Altopascio in un immobile della Misericordia locale" – conclude il vicesindaco che ringrazia tutti i soggetti che saranno partner di questo importante progetto, ricordando l'importanza di tutte le associazioni presenti sul territorio.
"Si tratta di un progetto frutto di un percorso di co-progettazione" – continua Mura - "Condiviso e approvato e che riprenderà quanto stabilito sul tema durante il percorso di amministrazione partecipativa, svolto ai sensi dell'art. 55 del D.Lgs 117/2017".
Durante la conferenza, è stata elencata la lunga lista delle associazioni collaboratrici con l'Arciconfraternita per portare avanti i vari progetti in cantiere: Edocr Onlusm, in qualità di gestore dell'emporio solidale, la Croce Rossa Italiana comitato di Lucca che metterà a disposizione l'attrezzatura odontoiatrica, gli Amici del Cuore di Lucca, che metteranno a disposizione i suoi ambulatori solidali, la Fondazione Casa Lucca, che collaborerà sulla gestione del progetto di accoglienza, la Fondazione CEIS, che si occuperà di eventuali beneficiari con problematiche legate a dipendenze come tossicodipendenza, alcolismo e ludopatia, la Misericordia di Altopascio e la Misericordia di Capannori che metteranno a disposizione un immobile di loro proprietà, il Comitato Lucchese Misericordie che effettuerà servizi di prossimità per la "Stazione di posta", la Cooperativa Lucchese Servizi, che si occuperà dei servizi di pulizie e manutenzioni, il Centro Impiego di Lucca, che sarà coinvolto in percorsi di accompagnamento e orientamento in ambito formativo/lavorativo, la Parrocchia di S. Anna, che collaborerà allo svolgimento dei servizi interni alla "Stazione di posta" e dei servizi di prossimità, così come l'associazione Fratres, che agirà come strumento di prevenzione e ricerca di nuovi donatori, l'Unità di strada formata da Croce Rossa Italiana, dall'Ordine di Malta, dalla Misericordia di Capannori, dalla Misericordia Santa Gemma Galgani, dalla Misericordia di Altopascio. Ruolo importante anche da parte delle la Comunità di S. Egidio che svolgerà un ruolo di aggancio e indirizzo verso le Stazione di Posta nei confronti delle persone in situazione di emarginazione ed esclusione sociale che rappresentano parte del bacino di utenza delle loro attività. "A queste associazioni potrebbero aggiungersi importanti aiuti da parte delle fondazioni bancarie del Rotary Club Puccini e dai Lions della Piana di Lucca e della Media Valle del Serchio per sostegno al mantenimento dell'ambulatorio odontoiatrico, anche attraverso soci medici del settore.
Nello specifico, questa la gestione del progetto che verrà descritto durante il convegno presso la sala della "Vecchia Armeria" della provincia di Lucca, a partire dalle ore 10.30.
Tramite la progettualità PNRR in oggetto, grazie anche all'operatività degli ETS co-progettanti, verranno attivati percorsi volti all'autonomia abitativa e all'inclusione sociale per almeno 12 beneficiari (persone o nuclei in condizioni di elevata marginalità). Si tratterà di progetti di Housing First/Led definiti ed implementati da un'apposita equipe multidisciplinare, composta da membri del Servizio Sociale Professionale Territoriale (Assistenti Sociali, Educatori Professionali sia dei Comuni dell'ATS, sia della Azienda Sanitaria Locale), ma anche da esponenti degli ETS coinvolti (la costituzione di tale equipe è stata formalizzata con DD 186 del 05/02/2024).
L'equipe si occuperà quindi della selezione dei beneficiari, della presa in carico integrata (tramite progetti individualizzati multidimensionali che vedranno il coinvolgimento e la condivisione dei beneficiari stessi) e del relativo case management, del matching tra beneficiari e alloggi, dell'implementazione e del monitoraggio dei progetti individualizzati. I suddetti progetti individualizzati, nell'ottica di un superamento dell'emergenza, saranno finalizzati a favorire il graduale recupero dell'autonomia, l'inserimento sociale e il rafforzamento delle risorse personali, il tutto secondo le indicazioni fornite dalle "Linee di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta in Italia del 5 novembre 2015" e dalle schede Housing First/Led e Housing Temporaneo (a cura del Ministero LPS e di fio.PSD). Al fine di dare concreta attuazione ai suddetti progetti, gli ETS co-progettanti, tramite specifici operatori e adeguate figure professionali, si occuperanno di attivare interventi multi-professionali di tipo socio-educativo e di mediazione socio-abitativa. Attraverso visite periodiche negli alloggi, si occuperanno quindi nel concreto di attività di accompagnamento all'abitare verso un graduale recupero delle autonomie e l'acquisizione abilità e competenze specifiche, attività di supporto sociale, orientamento ai servizi e alle opportunità del territorio (servizi sanitari, attività ludico – sportive, mondo del volontariato, ev. opportunità formative/lavorative), di promozione del coinvolgimento dei beneficiari in attività con valore relazionale e di socializzazione, affiancamento e supervisione nel disbrigo di pratiche e attività legate al quotidiano, servizi di prossimità, attività di animazione e mediazione, azioni di socializzazione e sostegno al corretto inserimento sociale all'interno dei contesti di vita, attività di alimentare buone prassi di mutuo aiuto tra coabitanti e con vicinato, attivare e promuovere dinamiche di inclusione tramite lavoro comunità. Il tutto in continua sinergia e dialogo con l'equipe, lavorando non solo sulla dimensione personale e del gruppo in coabitazione, ma, con un'apertura più ampia, sulla dimensione condominiale, di vicinato e di comunità locale, anche in un'ottica di partecipazione e sensibilizzazione della collettività.
MONITORAGGIO E RAGGIUNGIMENTO/VALUTAZIONE RISULTATI
Il monitoraggio del percorso sarà garantito nel modo seguente: produzione e aggiornamento di materiali (registri dei partecipanti, quaderno degli alloggi, ecc) finalizzati a tenere traccia di tutte le attività svolte, somministrazione di questionari pre e post attività, compilazione di schede di osservazione che attestino il percorso svolto, incontri periodici (adeguatamente verbalizzati) tra operatori ETS ed Equipe multidisciplinare in cui i primi daranno conto dell'andamento dei percorsi dei beneficiari. Sulla base di queste informazioni, l'equipe potrà monitorare l'efficacia delle azioni messe in atto e valutare eventuali implementazioni o correttivi.
I risultati complessivamente da raggiungere saranno la conclusione dei lavori di manutenzione straordinaria previsti, in modo da garantire l'inserimento abitativo dei beneficiari e la loro permanenza nell'alloggio per almeno 6 mesi entro la scadenza progettuale del 31/03/2026, oltre all'inserimento abitativo di almeno 12 beneficiari per almeno 6 mesi entro la scadenza progettuale del 31/03/2026. La valutazione della buon riuscita degli interventi multi-professionali di tipo socio-educativo e di mediazione socio-abitativa messi in atto dagli ETS sarà valutata dagli stessi qualitativamente in termini di progressi che i beneficiari avranno raggiunto nei seguenti ambiti, ovvero: cura degli spazi propri e comuni, cura della persona, conoscenza e la condivisione con gli altri "inquilini" e con il vicinato, recupero/acquisizione di competenze/soft skill in ambito abitativo, di socializzazione e nelle altre dimensioni specificamente individuate, sulla base delle specificità di ciascun beneficiario e di ciascun progetto individualizzato.
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È AriBorza! il titolo del "ricordo volgare di Ettore Borzacchini" che martedì (16 aprile) alle 18, nella sala Ademollo di Palazzo Ducale, Marco Malvaldi e Federico Maria Sardelli condivideranno con il pubblico di Lucca a dieci anni dalla scomparsa del mai troppo compianto Giorgio Marchetti (Lucca, 1943 – 2014).
Un omaggio allo scrittore, pensato dall'associazione culturale Millimètrica in collaborazione con la Provincia di Lucca, e affidato al genio di coloro che possono considerarsi, per cultura, capacità letterarie e senso dell'ironia, i suoi due più autentici discepoli. Tra irriverenti aneddoti, testimonianze, letture di testi editi – come le sagaci poesie de Il Bulanchio e altre stranezze – e addirittura inediti, Malvaldi e Sardelli traggeranno un ritratto scorretto e informale di uno dei più grandi umoristi contemporanei.
All'evento, introdotto dallo scrittore Stefano Tofani, parteciperà con un ricordo anche la famiglia Marchetti. La libreria LuccaLibri, partner dell'associazione Millimètrica, sarà presente con alcuni libri di Ettore Borzacchini. Ingresso libero fino a esaurimento posti.
I protagonisti
Ettore Borzacchini, pseudonimo di Giorgio Marchetti. Architetto, scrittore, umorista, nato a Lucca da genitori livornesi. Per anni è stato una delle firme di punta de Il Vernacoliere e de Il Tirreno, collaboratore di Comix. Per due volte ha vinto il Premio Satira di Forte dei Marmi. Tra le sue opere Il Grande Milvio, Il Borzacchini Universale (in 4 volumi), Il Galateo del Borzacchini, Le automobili del Borzacchini.
Marco Malvaldi, nato a Pisa nel 1974. Ricercatore del dipartimento di chimica dell'Università di Pisa, nel 2007 pubblica per Sellerio La briscola in cinque, il primo giallo della serie divenuta nota come il ciclo del BarLume. Inizia così la sua prolifica carriera letteraria che ad oggi vanta numerosi saggi, gialli storici e libri per ragazzi. Considera il Borzacchini un maestro e ha tenuto una lectio su di lui al Festival Letteratura di Mantova.
Federico Maria Sardelli, nato a Livorno nel 1963. È uno degli artisti italiani più poliedrici: direttore d'orchestra, compositore, flautista, musicologo, scrittore, pittore, disegnatore e incisore. È anche collaboratore e anima de Il Vernacoliere. Con il Borzacchini è tra i fondatori de Il Sodalizio Mvschiato, fulgido cenobio segreto che pratica "il volontariato della satira e la sottrazione delle ciabatte ai malati ospedalizzati durante il passo delle due". Ha pubblicato Il carteggio Borzacchini - Sardelli 1996- 2014.
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Il parere di Tronca. Per mesi maggioranza e opposizione si sono scontrati sulla vicenda dell’incarico affidato a Tronca; il quale, infine, amareggiato anche dalle polemiche relative ai suoi compensi, giudicati da alcuni eccessivi, si è ritirato, e se n’è andato sdegnato, attratto da offerte migliori; va ascritto certamente a suo merito che Tronca, pur lavorando in questo clima difficile, è riuscito a lasciare quantomeno all’amministrazione un parere relativo alla questione più importante che gli era stata sottoposta, relativamente, cioè, alla possibilità di prorogare la concessione a GEAL spa; Tronca sostiene di aver redatto il parere sulla base della normativa esistente; partendo da questa premessa, egli fornisce risposta al quesito a lui posto dall’amministrazione, negando con sicurezza che si possa anche soltanto ipotizzare ““una possibile proroga dell’affidamento del servizio idrico a Geal nel territorio del Comune di Lucca, quale società a capitale misto pubblico privato”. Un tale responso viene poi accompagnato, dal dr.Tronca, dall’ ovvio suggerimento, dato all’Amministrazione, di agire pertanto su di una tale questione, “nel rispetto del principio costituzionale di leale collaborazione” con gli altri enti interessati, ricercando, dunque, una soluzione condivisa tra tutti i soggetti a vario titolo coinvolti ( ossia, a suo avviso, Geal, AATO Toscana Nord, società Gaia, Lucca Holding spa e il socio privato Acea): una soluzione, suggerisce, naturalmente, il dr-Tronca, che sia improntata “all’efficienza e alla valorizzazione dei processi decisionali”, che miri, dunque, al nobile tentativo di porre il cittadino “al centro delle strategie anche industriali di gestione dei servizi e delle politiche di aggregazione” ( p. 1); .
Il parere del dr.Tronca è, come ora si legge, del tutto fermo e stringato; egli non si occupa di nessun problema, neppure delle conseguenze più gravi, che esso potrebbe creare all’Amministrazione, se essa ne seguisse le indicazioni.. Ne accenno ad una, che è forse la più evidente e concreta. Geal spa, infatti, come ben sa il prof. Tronca, che pur ne fa una breve menzione ( citando la “Convenzione” tra Comune e Geal spa, sottoscritta in applicazione del protocollo di Intesa con l’Autorità d’Ambito competente) è titolare, da quasi trenta anni di due derivazioni di acqua per usi idropotabili, di una certa consistenza, utilizzate dalle due città di Pisa e Livorno; sarebbe stato utile, quantomeno, che il prof. Tronca, chiarisse all’Amministrazione, attraverso il suo parere, cosa accadrebbe di esse, se e quando Geal avesse aderito a Gaia, come egli sembra suggerire; e più in generale, a chi spetterebbe, in ogni caso, la disponibilità dell’acqua, tramite derivazioni, del fiume Serchio.
Sono tutti problemi che l’ordinamento conosce e disciplina; ma ai quali sarebbe stato corretto almeno accennare, nel parere, ricordando, per esempio, che già la legge 36/1994, la c.d. legge “Galli”, aveva affermato che tutte le acque, superficiali e sotterranee, erano “ pubbliche”, posizione che aveva poi avuto il conforto popolare del referendum del 2011; ma che in seguito il Codice dell’ambiente, all’art.144, aveva specificato che tali acque pubbliche, appartenevano in realtà, al demanio dello Stato”; e, di conseguenza, aveva aggiunto ancora, all’art. 153, che “Le infrastrutture idriche di proprietà degli enti locali ai sensi dell’art.143 sono affidate in concessione d’uso gratuita, per tutta la durata della gestione, al gestore del servizio idrico integrato, il quale ne assume i relativi oneri nei termini previsti dalla convenzione e dal relativo disciplinare”; ed aveva poi ulteriormente chiarito, all’art. 154, che “la tariffa costituisce il corrispettivo del servizio idrico integrato” ed è determinata tenendo conto della qualità della risorsa idrica e del servizio fornito, delle opere e degli adeguamenti necessari, dell’entità dei costi di gestione delle opere, e dei costi di gestione delle aree di salvaguardia, secondo il principio del recupero dei costi e secondo il principio ‘chi inquina paga’”.
Stando così le cose, il dr. Tronca avrebbe potuto quantomeno chiarire all’Amministrazione comunale, che i due contratti di fornitura di acqua a fini idropotabili, stipulati con Pisa e Livorno, erano stati negoziati in maniera legittima, che essi, poi, rimanevano validi finche il Comune conservava la proprietà delle strutture idriche che ne assicuravano la fornitura, ma che tutto non sarebbe rimasto, verosimilmente, come prima non appena le strutture idriche fossero state trasferite ad un diverso gestore del servizio idrico, come per esempio Gaia ( altrettanto dovrebbe valere per la derivazione del “tubone” di Ponte a Moriano, sul quale però non mi pronuncio, in mancanza del possesso, da parte mia, di ogni precisa informazione al riguardo).,
2).Ma le carenze del parere del prof. Tronca sono ben più gravi e riguardano il limite legale di trenta anni che egli assegna alla concessione di servizi idrici affidata a Geal spa; egli, in verità, non riferisce da dove un tale termine provenga, né da quale fonte o prescrizione esso emani: si limita a riportare il termine legale, per la Geal, di “30 anni di affidamento”, attribuendolo genericamente ad un assetto normativo, mai invero indicato, che non vuol “far gravare sul cittadino eccessivi costi di gestione” ( p.5)
Se il dr.Tronca avesse esaminato un tale problema centrale, con maggiore attenzione, avrebbe dovuto richiamare innanzitutto la complessa disciplina sulle concessioni dei servizi idrici, che aveva avuto valore fino all’entrata in vigore della normativa contenuta nel Decreto legislativo 3/04/2006, n.152 e successive integrazioni ( il c.d. “Codice dell’Ambiente, come lo indicheremo più semplicemente): una disciplina, quella più antica, che ci può dare preziose informazioni anche per il nostro caso.
Essa era contenuta in un vecchio Regio Decreto, emanato con il numero 1775, l’11 dicembre 1933, che, all’art. 21, disciplinava la materia delle concessioni nel settore idrico nel modo seguente: “Le connessioni di grandi derivazioni ad uso di forza motrice si fanno per una durata non maggiore di anni sessanta, quelle di grandi derivazioni ad uso potabile, d’irrigazione o bonifica, non possono eccedere la durata di anni settanta, le concessioni di piccole derivazioni non possono eccedere la durata di anni trenta”. Come risulta evidente dalla formulazione riportata, l’ordinamento giuridico, fino all’entrata in vigore della nuova disciplina del Cosice dell’Ambiente, assegnava alle concessioni, relative alle risorse idriche, durate legali maggiori di quelle, come vedremo più ridotte, che saranno poi concesse.
Mi preme sottolineare, fin da ora, che, prima della entrata in vigore delle varie disposizioni del Codice dell’Ambiente, la durata legale massima delle concessioni idriche era differenziata in ragione e della diversa funzione idrica assicurata ( nel caso citato tra gli usi elettrici e gli usi potabili e di irrigazione) e della reale quantità derivata. Ci interesserebbe sapere, naturalmente, se questa differenzazione è stata conservata dalla nuova disciplina del Codice dell’Ambiente; la quale, però, avrebbe per noi un senso, se una tale differenzazione della disciplina potesse trovare un ancoraggio con le funzioni effettivamente attribuite alla società Geal spa dal Consiglio comunale.
E ciò effettivamente avviene, dal momento che le funzioni assegnata alla Geal spa, dal Consiglio comunale di Lucca, limitatamente ai servizi idrici ( che noi conosciamo tramite la “Convenzione per la gestione del servizio idrico tra Comune di Lucca e Geal spa), sono le più diverse, e sono contenute nello Statuto registrato dal Notaio Lazzareschi, il 29/03/ 1993 ( Rep.219915), finalizzate tutte alla “ gestione, nel bacino del Serchio e zone contermini del servizio di raccolta, depurazione e distribuzione delle acque per usi plurimi, idropotabili, civili, industriale, agricoli ed energetici, escluse le acque pluviali”; tutte queste funzioni della società, diverse da quelle per usi idropotabili, specificamente indicate a p.2, lett.a) ( che vanno dalla captazione, distribuzione e vendita, di acqua ad uso industriale, agricolo, o igienico-sanitario, ecc. ecc.) sono dette nella Convenzione ( sempre a p. 2) “altre attività idriche”; nella Convenzione viene anche ricordato che esse, a partire da quelle dedicate ad uso “agricolo” e non sono “rientranti nel servizio idrico integrato”.
Lo Statuto, dunque, ancora integralmente vigente, assegnava alla società Geal spa altre funzioni idriche, non solo quelle ad uso potabile, che risultavano, al tempo, sicuramente prevalenti. Bisogna verificare se questo fatto possa costituire un elemento che ci permetta di rispondere in modo del tutto diverso da quanto detto dal dr. Tronca con il suo parere sulla possibilità di tenere in vita la società Geal spa anche oltre la data fatidica del 31/12/2025. A noi sembra che possa essere data al riguardo una risposta positiva, perché la nuova disciplina introdotta dal Codice dell’Ambiente sui limiti legali delle concessioni idriche, è formulata in una modo che, a nostro avviso, lo permette.
Infatti, il Codice dell’ambiente,.al comma 8 dell’art.96, ha modificato la disciplina precedente,, come appare subito evidente dalla stessa titolazione dell’articolo, che suona: “Modifiche al regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775” e lo ha fatto per porre limiti legali, più ridotti di quelle precedenti, alle concessioni nel settore idrico, di cui pure si riaffermava la “temporaneità”, ma anche per differenziare ulteriormente il limite legale della durata delle concessioni in maniera nuova e diversa.
Per sapere se un tale precedente, di cui il Codice dell’Ambiente non poteva non tener conto, potesse avere una qualche rilevanza nel caso della società Geal spa, ci sembra opportuno far ricorso all’esame del suo Statuto e alle funzioni idriche per le quali essa era stata costituita. Per conoscere le funzioni assegnata alla Geal spa, dal Consiglio comunale di Lucca, bisogna allora ricorrere ad altri documenti ( nel mio caso alla “Convenzione per la gestione del servizio idrico tra Comune di Lucca e Geal spa), che attestano che la società, dopo l’approvazione da parte del Consiglio comunale, ha avuto uno statuto registrato dal Notaio Lazzareschi, il 29/03/ 1993 ( Rep.219915) “per la gestione, nel bacino del Serchio e zone contermini del servizio di raccolta, depurazione e distribuzione delle acque per usi plurimi, idropotabili, civili, industriale, agricoli ed energetici, escluse le acque pluviali”; tutte queste funzioni della società, diverse da quelle per usi idropotabili, è detto a p. 2 della Convenzione, per esempio quelle dedicate ad uso “agricolo”, “non sono rientrati nel servizio idrico integrato”.
Ora, il Codice dell’ambiente,.al comma 8 dell’art.96, ha modificato la precedente disciplina, come appare evidente dalla stessa titolazione dell’articolo, che suona: “Modifiche al regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775” e lo ha fatto per porre limiti legali, più ridotti di quelle precedenti, alle concessioni nel settore idrico, di cui pure si riaffermava la “temporaneità” della concessione assegnata alla società al momento della sua costituzione. Il Codice dell’ Ambiente, con una integrazione che ci è stata conservata nel comma 8 dell’art.96, modificava la precedente disciplina, sostituendola con una regolamentazione più contenuta che suona così: ”Il primo comma dell’art.21 del regio decreto 11 dicembre 1933,n.1775, è sostituito dal seguente: Tutte le concessioni di derivazione sono temporanee. La durata delle concessioni, fatto salvo quanto disposto dal secondo comma, non può eccedere i trenta anni, ovvero quaranta per uso irriguo e per le piscicoltura, ad eccezioni di quelle di grande derivazione idroelettrica, per le quali resta ferma la disciplina di cui all’articolo 12, commi 6, 7 e 8 del decreto legislativo 15 marzo 1999, n.79”.
Ora, il testo della modifica apportata, verosimilmente di getto, al Regio Decreto, contiene senz’altro delle imperfezioni formali; dal confronto con il contenuto del Regio Decreto si deduce, infatti, che il Codice, quando limitava le concessioni a trenta anni, si riferiva sicuramente a quelle ad esclusivo “uso potabile”. termine che, nella stesura definitiva, è stato pretermesso. Per noi, però, è sufficiente rilevare che il Codice dell’ambiente, nella formulazione vigente che ne dà l’art.96, e che possiamo adeguatamente utilizzare, esprime disposizioni che a noi sembrano molto utili, perché permettono di rilasciare a Geal spa una concessione per servizi idrici, che continui a mantenere i servizi idropotabili, con la sua propria regolamentazione, ma che aggiunga a questi , fino alla durata massima di quaranta anni, anche i servizi per “uso irriguo”, termine equivalente all’uso agricolo”, attribuito alla società dal Consiglio e che di fatto la società già esercita seppure in tono minore. Invero la durata di quaranta anni della concessione idrica alla Geal spa, le poteva esserle già attribuita nel 1985, dal Consiglio comunale, il quale, invece, ha limitato la concessione ai servizi idrici per uso potabile, che avevano una durata massima legale minore.
Ci dobbiamo chiedere se il Consiglio comunale possa fare oggi quello che non ha fatto nel lontano 1985 e soprattutto se sia possibile e lecito farlo? Le carte in nostro possesso ci permettano di dare una risposta positiva anche a questo secondo quesito, dal momento che, in un Atto importante, già citato, come la “Convenzione per la gestione del servizio idrico”,firmata ( cosa importante) anche in applicazione del Protocollo di Intesa sottoscritto dal Comune di Lucca e da Geal spa con l’Autorità d’Ambito Territoriale n. 1 Toscana Nord , si prevedeva, all’art. 22, comma 1, proprio che il termine legale della concessione potesse essere “prorogato”.
3). Importanti decisioni del Consiglio. A mio avviso, dunque, se il Consiglio comunale, soltanto lo volesse, potrebbe prorogare di altri dieci anni la concessione idrica, fondando la decisone del Consiglio su di una scelta politica, propria del nostro tempo, di voler impegnare la società, con più forza che nel passato , ai problemi dell’agricoltura del bacino idrografico, con particolare riferimento agli “usi irrigui”.
Nessun’altra condizione sembra richiesta al Comune per una tale operazione, nemmeno da parte della UE, trattandosi di una società mista che ha scelto il socio privato della società, proprio rispettando la condizione sempre richiesta dalla disciplina giuridica europea, di utIlizzare, per la scelta del socio privato di una società mista, procedure ad evidenza pubblica: un dato indiscusso e certo, questo, che, per la Geal spa, è stato addirittura attestato dal Consiglio di Stato, in una delle tante cause sollevate contro la società dall’Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale N.1 “Toscana Nord” (v. p. 14, della Sentenza n.04527/2011, REG.PROV. COLL:del 10/12/2010).
In conclusione, la nostra risposta alla domanda posta dall’Amministrazione al dr.Tronca, è del tutto diversa, anzi è del tutto opposta a quella da lui data, posto che noi riteniamo che, qualora il Consiglio comunale lo voglia, possa sempre prorogare con una semplice delibera, adeguatamene motivata e strutturata , di altri dieci anni, la concessione d trenta anni, a suo tempo affidatagli; una concessione che verrebbe affidata ora a Geal Spa, aggiungendo agli abituali usi potabili, disciplinati dalla relativa normativa, anche le importanti funzioni agricole, che già di fatto svolge, ma che possono essere ulteriormente migliorati e rafforzati con la proroga della concessione
Il problema, dunque, è, a nostro avviso, risolubile sul piano amministrativo, permettendo a Geal spa, di continuare a gestire anche i servizi idrici integrati, come ha fatto finora, una scelta amministrativa che ci soddisfa certamente; solo che a noi non interessa soltanto di continuare a permettere a Geal spa di operare efficacemente per quanto riguarda i servizi idrici sul territorio; noi vogliamo difendere invece l’acqua dei lucchesi, in via definitiva e permanente: un obiettivi di grande rilievo politico, che si raggiunge solo riportando ( come dovrebbe fare la Regione, se solo rispettasse legge) la regolamentazione dei servizi idrici del Serchio sotto l’imperio delle leggi dell’ambiente varate dallo Stato, sottraendola alla disciplina emanata, proprio in violazione delle leggi dello Stato, dalla Regione Toscana, che, manipolando e ribaltando le vere riforme ambientali, ha tentato e ancora tenta di sottrarre ai lucchesi quello che essi hanno appunto di più caro, cioè l’acqua, che costituisce per loro non solo un bene da tutelare, ma anche un radicato valore storico e morale. Tenteremo di suggerire a chi ci legge, di aiutarci a raggiungere un tale obiettivo; suggerendo anche all’Amministrazione alcune decisioni , che potrebbero favorirlo; rinviando, comunque, ad un altro momento, un’indagine più completa e adeguata sul punto.
4). Le partecipate lucchesi. I servizi di gas, acqua, rifiuti e trasporti, nel Comune di Lucca, risentono ancora delle scelte fatte su imput del Sindaco Giovanni Martinelli, e realizzate poi dalle Amministrazioni successive di Favilla, Lazzerini e Fazzi, negli anni ’70 e ’80; la prima concreta scelta, fatta dall’Amministrazione Favilla, fu infatti quella di gestire questi servizi attraverso aziende municipalizzate, a cominciare proprio da quella relativa al servizio di distribuzione del gas, realizzata da Favilla nel 1974, tramite un esproprio della società di gestione del gas, approvato da tutto il Consiglio: la società Italgas, infatti, che, con la sua azienda doveva assicurare la distribuzione del gas all’intero territorio comunale, non aveva effettuato investimenti significativi ed aveva ridotto praticamente l’azienda ad un puro rottame, assicurando a stento il servizio solo per la zona che andava da Porta S. Anna a Ponte S.Pietro; durante l’Amministrazione Lazzerini le municipalizzate furono trasformate in società partecipate, con il Comune che, con la sua quota maggioritaria, conservava il potere di governo e di controllo della società, mentre il socio privato ne garantiva il supporto tecnico e finanziario.
A proposito della Geal spa, invero, va ricordato, però, che le loro maestranze, nella previsione,che da loro viene giudicata certa, della scadenza della concessione, nel 2025, hanno contestato giustamente l’eccessivo potere attribuito al socio privato nella società ed hanno richiesto, di conseguenza, il ritorno ad una gestione assicurata interamente dal Comune; a mio avviso le critiche sono fondate, ma dirette in modo sbagliato e pericoloso al modello di società partecipata, che a me appare invece da mantenere; infatti, l’eccessivo potere di gestione del socio privato in Geal, che paralizza spesso le scelte del socio pubblico, non è dovuto al modello di società partecipata, ma all’errore del Sindaco Lazzerini (condiviso, invero, allora, da Vivere Lucca di Tambellini e dal Partito popolare di Del Magro e Maria Eletta Martini) che aveva elaborato e imposto al Consiglio comunale uno Statuto, per detta società, che prevedeva quote maggioritarie abbastanza alte per le scelte che la legge riserva, invece, normalmente, alla maggioranza del 51%; di qui l’ eccessivo potere del socio privato, che è e rimane inaccettabile e va, al più presto, modificato, per non snaturare la natura e la funzione di una società partecipata, a maggioranza, dal Comune).
5). La politica di Rossi, della Regione e di Tambellini. Quanto all’origine delle feroci critiche mosse da Raspini, nella vicenda del dr.Tronca, che Pardini giustamente, sul piano di principio, ha respinto, bisogna ricordare che esse, se pur talvolta giuste, erano tutte viziate, però, dai pregiudizi che derivavano dalla politica seguita dalle Amministrazioni che hanno fatto capo a Tambellini, nel decennio 2012-2022, nelle quali Raspini ha pur avuto un ruolo preminente: pregiudizi che discendevano dall’ossequio di Tanbellini alla linea politica dettata da Rossi in Regione, che, da politico “bipolare”, qual’era, si era sempre proclamato comunista (anzi “l’ultimo comunista”), ma aveva promosso con apposite leggi la privatizzazione dei servizi pubblici, cominciando, da prima, nel 1998 ( con la L.R. 31/07/1998, n.42), con la privatizzazione del trasporto pubblico locale (in verità l’unica riforma poi realizzata pienamente, che andrà giudicata nel tempo), poi, nel 2011, facendo approvare dal Consiglio regionale la scelta di un gestore unico per rifiuti e addirittura per l’acqua, tutte riforme che sottraevano, invero, sostanzialmente, ogni potere in materia ai Comuni, ma garantivano in compenso, furbescamente, alla Regione, che lui a suo piacimento amministrava, forti poteri di controllo e, indirettamente, di governo su tutti i servizi pubblici locali.
Bisogna ricordare, dunque, che la linea politica strutturale, nei dieci anni dell’Amministrazione di Tambellini e del suo fidato Raspini, è stata appunto quella, prona alla Regione, di sbaraccare del tutto le partecipazioni del Comune nelle diverse istituzioni, che le precedenti amministrazioni moderate e indipendenti della città ( democristiane), avevano acquisito, liberandosi così anche di ogni responsabilità nei confronti dei cittadini; una politica, dunque, che, a mio avviso, l’Amministrazione Pardini è chiamata, oggi, durante il suo mandato, possibilmente, a contenere e contrastare, come non ha fatto invero il centro-destra, in questi lunghi anni in Toscana , attratto, anzi incantato, dagli obiettivi di “privatizzazione” , che Rossi assicurava, e che solleticavano il suo profondo e inconfessato DNA.
6). Lo sbaraccamento delle partecipazioni azionarie portato avanti dalla Giunta Tambellini. Bisogna, poi, aggiungere che Tambellini, a Lucca, a questa politica di cessione delle partecipazioni dei Comuni, nei trasporti, nei rifiuti, nell’acqua, promossa dalla Regione, alla quale aveva sempre partecipato con convinzione ed entusiasmo, aveva aggiunto anche del suo, impegnandosi in tutti i modi, per esempio, per regalare la partecipata Gesam Reti a Toscana Energia, cioè praticamente al socio dominante Italgas al quale il Comune, come già ricordato, l’aveva tolta, per irresponsabile inettitudine, nel 1974.
Tambellini aveva continuato, poi, in questa sua politica di succube sbaraccamento delle partecipazioni lucchesi, procedendo alla svendita sistematica di tutte le partecipazioni azionarie, a cominciare dalla vendita, per 20 milioni, sia delle azioni Polis ( 4 milioni), che delle azioni Salt ( 16 milioni), quest’ultima giustificata con il fatto, da lui garantito, da illuminato amministratore qual’era, che la concessione autostradale, di successiva scadenza, non sarebbe stata mai più rinnovata.
Io sono stato uno ( se non ricordo male, l’unico) che in Consiglio comunale aveva espresso obiezioni contro tale avventata profezia e aveva votato, perciò, contro una tale decisione; e infatti la concessione autostradale alla Salt è stata poi, come era prevedibile, regolarmente rinnovata; la conseguenza di tutto ciò è che Tambellini ha incassato 16 milioni dalla vendita delle quote Salt, scelta particolarmente grave, perché, con la cessione delle quote Salt, ha privato il Comune dell’unico strumento in suo possesso (realizzato, non a caso, dalle Amministrazioni DC) per incidere sulla politica della grande viabilità, come era suo dovere e come era già avvenuto per quanto riguarda la “complanare”. Ma, soprattutto tanto più grave, poi, perché Tambellini ha fatto tutto ciò “rubando” in realtà questi 16 milioni alle amministrazioni successive, a partire da quella attuale di Pardini, che avrebbero incassato nel tempo, dalla ripartizione degli utili della società Salt, molto più di quello che Tambellini aveva voluto, invece, da subito, a spese loro, arraffare.
A tal riguardo, senza volerne fare un dramma, mi dispiace che l’Assessore Bruni, non solo all’inizio dell’ Amministrazione Pardini, ma anche più recentemente, nel presentare il bilancio comunale per il 2024, per pura compiacente debolezza con chi teme o spera, com’è sua natura, non abbia fornito neppure un dettaglio sull’impiego di questi 20 milioni, inducendo così il Consiglio a credere che la situazione finanziaria positiva, lasciata dall’Amministrazione precedente, sia stata il frutto di una buona gestione, non invece, come in realtà è avvenuto, della svendita dei beni pubblici e dei servizi, che ne ha costituito la linea politica prevalente. Tambellini gliene sarà certamente grato, noi assolutamente no.
7). Giudizio positivo sulla gestione delle altre società partecipate. Per quanto riguarda la gestione delle società partecipate del Comune di Lucca, se pur sarebbe necessario un qualche tempo per esaminarle una ad una, penso che certamente alcune abbiano presentato qualche criticità ( a cominciare dal Clap, dove il presidente Glauco Moscardini, con la serenità che gli assicurava la sua immeritata indennità di 5.000 Euro al mese, ha finito per affidare il giudizio sulla sostenibilità economica dell’azienda e dunque sulla necessità della svendita, ad un sindaco revisore, nominato dalla Coop di Prato, che aveva tutto l’interesse a deciderne la cessione, per dar vita così ad un forte raggruppamento con il quale affrontare, meglio attrezzati, la gara regionale per il gestore unico; altra situazione critica quella dell’Amit, dove l’intervento improprio e inefficace della Procura sulla vicenda di Monte Niquila ( progetto proposto e sostenuto, si ricordi, non dal Comune, tantomeno dal sottoscritto, ma da quel galantuomo di Marco Marcucci, uno dei migliori Presidenti della Regione toscana, cacciato malamente dal falso moralista Ochetto), ha lasciato il nostro territorio privo di ogni impianto di smaltimento dei rifiuti); però, nel complesso il sistema delle società partecipate nel nostro Comune ha funzionato bene, a partire dalla Gesam spa, che Tambellini ha cercato in tutti i modi, durante la sua amministrazione, di far rifluire nell’Italgas, alla quale noi democristiani, per buoni motivi, come detto, a suo tempo l’avevamo meritatamente strappata; al riguardo l’ottimo direttore Vantaggiato, di recente, ne ha messo in rilievo il profilo positivo raggiunto con queste parole: “Gesam è una società nata tra il 1973 e il 1974… al tempo era una municipalizzata del valore di 28 milioni di euro. Nel 2018, in occasione della scissione asimmetrica, è stata valutata 130 milioni di euro; attualmente ha un valore stimato intorno a 75 milioni di euro: grazie alla gestione di questi anni”.
Altrettanto si deve dire della GEAL spa, di cui ora ci vogliamo occupare, ricordando che, attualmente, essa appartiene, per il 52%, al Comune di Lucca ( tramite Lucca Holding), ed è riconducibile, per il 48%, al Comune di Roma ( tramite Acea spa). A Geal spa il Consiglio comunale, con delibera n. 142 del 28 luglio 1997 ( e successiva convenzione del 6 novembre 1995), aveva affidato le gestione del servizio idrico nel proprio territorio; in data 11 maggio 1998, è stato scelto, come già detto, tramite gara ad evidenza pubblica, un socio privato, rappresentato oggi da Acea SpA, che detiene appunto il 48% delle azioni.
8). Le partecipate lucchesi nel quadro della legislazione nazionale. Va anche ricordato che il sistema delle partecipate lucchesi, in particolare la Geal sps, si inseriva bene nel quadro delle riforme ambientali, varate dal Parlamento nazionale, che, talvolta, come vedremo, addirittura la richiamavano. L’esigenza di riforme ambientali, in particolare a tutela dell’acqua e del suolo era stata innescata dalle evidenti carenze legislative messe in rilievo dai danni arrecati. nel 1966, dall’’alluvione di Firenze; chi, come me, vi era rimasto coinvolto (ho passato mesi, da assistente nella Facoltà di Giurisprudenza, a ripulire dal fango le biblioteche danneggiate) aveva compreso, già da allora, che erano urgenti e necessari interventi legislativi per proteggere, dai dannosi eventi atmosferici, l’acqua e il suolo del nostro Paese: interventi che, come era facile già da allora prevedere, non solo si sarebbero intensificati, ma sarebbero divenuti più pericolosi e dannosi proprio per l’opera dell’uomo, che, con un eccessivo consumo di suolo
Entrato in Parlamento, dedicai ai temi ambientali, soprattutto a quello dell’acqua, il massimo impegno; Dopo anni di lavoro, aiutato da un gruppo di amici DC, tra cui l’on. Galli, dopo aver ricercato e convinto quasi tutte le altre forze politiche, di maggioranza e di opposizione; a lavorare insieme per un obbiettivo di tale importanza e rilievo, riuscii a far approvare, dal Parlamento, la legge 183 del 18/05/1989, per la tutela dell’acqua e del suolo, di cui sono stato, dunque, il reale artefice: cosa riconosciuta da tutti, a partire dal Ministro dell’ambiente Ruffolo, che, in Parlamento, al momento della votazione finale della legge alla Camera ( vedi il verbale), in riconoscimento del mio decisivo ruolo, aveva proposto di chiamarla “legge Angelini” ( proposta da me respinta). Fu lo stesso gruppo di lavoro di parlamentari da me costituito a far approvare dal Parlamento, qualche anno dopo , la legge 36/1994, la cosiddetta “legge Galli”sulla riorganizzazione dei servizi idrici. Entrambe le leggi avevano valenza generale, per tutto il Paese; ma dopo la legge Costituzionale n. 3 del 18/10/2001, che ha modificato l’art. 117 della Costituzione, ed ha inserito “governo del territorio” tra le materie concorrenti, la competenza legislativa in materia spetta in realtà alle Regioni, le quali, però, trattandosi appunto di materia concorrente , sono obbligate a conformarsi ai principi fondamentali espressi dalla legislazione statale.
Ora, le due leggi citate, la L.183/1989 e la 36/1994 hanno costituito una svolta nella disciplina giuridica di questo settore, dando vita ad una vera e propria rivoluzione copernicana, almeno per quanto riguarda, appunto, la tutela dell’acqua e l’organizzazione dei servizi idrici; le due leggi, infatti, hanno stabilito, in maniera vincolante, che una politica dell’acqua, sia per quanto riguarda la sua tutela, che la sua organizzazione idrica, dovesse avvenire non più sulla base di territori delimitati da confini amministrativi ((quali i Comuni, le Province, le Regioni), come si era fatto fino allora) , ma sulla base delle realtà naturali dei diversi BACINI IDROGRAFICI: , che, secondo la definizione data dall’art.55, comma r) del Codice dell’ambiente, costituiscono quel “territorio nel quale scorrono tutte le acque superficiali attraverso una serie di torrenti, fiumi ed eventualmente laghi per sfociare al mare in un’unica foce, a estuario o a delta”; La legge 183/1989, che assegnava la gestione e la redazione di piani di bacino dei maggiori di essi a comitati di ministri, prevedeva anche all’art.30, la creazione di un bacino sperimentale, che veniva individuato poi nel bacino del Serchio: bacino sperimentale che, una volta individuato, era poi trasformato e parificato ai bacini di rilievo nazionale dalla legge 253/1990; esso, per le particolari condizioni di dissesto idrogeologico, rischio sismico e inquinamento delle acque, per le quali, appunto era stato scelto ( sulla base di criteri individuati dalla legge 183/1989), veniva sollecitato a predisporre, come poi è avvenuto, la redazione del primo piano di bacino, che si sarebbe caratterizzata dal fatto di doversi conformare alla disciplina contenta nelle nuove norme varate dalla legge 183/1989.
. Ma la legge 183/1989 conteneva un altro principio fondamentale, che doveva contrassegnare la legislazione regionale al riguardo; ed era contenuto nell’art. 17, comma 1, che attribuiva appunto al piano di bacino, redatto secondo le nuove regole e rispettando i nuovi indirizzi, il “valore di piano territoriale di settore” essendo lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme d’uso finalizzate alla conservazione, alla difesa e alla valorizzazione del suolo e la corretta utilizzazione delle acque sulla base delle caratteristiche fisiche ed ambientali del territorio interessato”.
Disposizioni queste, che stanno a significare che tutte le pianificazioni del territorio esistenti, dovevano essere raffrontate, coordinate ed eventualmente modificate, se trovate contrastanti, con il piano di bacino, che risultava, dunque, sempre prevalente; a tal punto che, come specificato al comma 5 per il settore dell’urbanistica, le Regioni dovevano controllare l’adeguamento al piano di bacino della normativa esistente per il settore urbanistico: una disposizione semplice e concreta che attesta impegno ad attuare un serio controllo sul consumo di suolo, che doveva essere fortemente contenuto per i motivi detti sopra ( in effetti l’unico tentativo di dare in Toscana una legge siffatta, basata sulla riduzione del consumo di suolo, è stato quello della prof. Marson, con la legge urbanistica regionale 65/2014, che è stata poi, in Regione, attraverso un’infinità di leggine, propose dalla sinistra, ma appoggiate con convinzione dalla destra, del tutto stravolta; anche a Lucca, purtroppo, accomuna destra e sinistra l’impegno a costruire sempre di più, attenti i due poli soltanto a scaricare l’uno su l’altro la responsabilità di questa progressiva cementificazione, senza dare alcun ascolto a persone ragionevoli, come per esempio Clara Mei, alla quale rimprovero soltanto l’errore fatto, nel 2012, quando, dando credito alle false promesse di Tambellini sullo Steccone, gli fece una efficace campagna elettorale; la politica di contenimento dell’uso del suolo( non gode, tuttavia, di un grande consenso, a Lucca, sia nel campo del centro-sinistra, dal momento che, nel Piano strutturale da lei fatto approvare, l’ Amministrazione Tambellini ha pensato bene di introdurre entro il perimetro del territorio urbanizzato -rendendoli dunque nel tempo edificabili- più di un milione di mq di aree rurali, mentre il centro destra, a parte poche voci inizialmente critiche, come quella di Di Vito, si appresta, a quanto pare, con l’approvazione del piano operativo, ad aumentare le quantità edificabili, cassando comunque senza pietà qualsiasi possibile riduzione: tutte scelte scellerate di cui noi o i nostri figli pagheremo un caro prezzo)
Quanto alla c.d “Legge Galli”, anch’essa conteneva il principio costituzione fondamentale, che doveva contrassegnare la legislazione regionale, secondo cui il riordino del sistema idrico doveva avvenire attraverso il rispetto delle realtà del bacino idrografico. Affermava, infatti, la legge 36/1994, all’art. 8, comma 1, che +”I servizi idrici sono riorganizzati sulla base di ambiti territoriali ottimali delimitati secondo i seguenti criteri: a) rispetto dell’unità del bacino idrografico o del sub-bacino o dei bacini idrografici contigui… b) superamento delle frammentazioni delle gestioni”; alle ripartizioni politiche amministrative si doveva riguardare, a norma del comma 2, soltanto per il necessario ed eventuale “conseguimento di adeguate dimensioni gestionali.; “ quanto ai bacini di rilievo nazionale, che venivano debitamente delimitati dalle Autorità di bacino nazionale, la legge 36/1994 ( la cosiddetta “legge Galli”), all’art. 8 comma 2, ne aveva assegnato a loro la gestione dei servizi idrici; lo stesso doveva avvenire per il bacino del Serchio, almeno dal momento che l’art.8, comma 2 della L.253/1990, lo aveva trasformato e parificato ai bacini di rilievo nazionale; ma in pratica,come vedremo, questo non è mai avvenuto.
L’indirizzo costituzionale della politica di tutele dell’acqua e del suolo secondo il criterio del rispetto della realtà del bacino idrografico è rimasto un principio costituzionale fondamentale osservato anche dopo la nuova formulazione data all’art. 17 dalla riforma della Costituzione, Il testo legislativo più importante in materia, il Codice dell’Ambiente, che pure ha assorbito e fatta propria gran parte della legge Galli, la richiama proprio su questo punto, prescrivendo, all’art. 147, che “I servizi idrici sono organizzati sulla base degli ambiti territoriali ottimali definiti dalle regioni in attuazione della legge 5 gennaio 1994, n.36”.
Perfino la L.28/12/2015, n.221, con la quale Matteo Renzi ha introdotto in Italia il modello tedesco dei più ampi distretti idrografici ( utili in Germania, dove il pericolo quasi esclusivo causato dall’acqua è quello delle inondazioni, non altrettanto da noi, dove si deve tener conto maggiormente, nei bacini idrografici, e nei piani di bacino conseguenti, delle frane, dei rischi sismici e delle conseguenze di un eccessivo consumo di suolo), li indica e li specifica, all’art. 64, come un insieme di bacini idrografici che continua a distinguerli, citando anche il Serchio come un bacino idrografico, precisamente il “bacino pilota ai sensi della legge 18 maggio 1989”.
89. LA LEGISLAZIONE TOSCANA SUI SERVIZI IDRICI.
La Regione toscana, che pure ha emanato norme di salvaguardia successivamente a quelle fondamentali sopra indicate, , ha tenuto tutt’altro atteggiamento, senza sentirsi in alcun modo obbligata, come pure giuridicamente doveva, al rispetto dei principi costituzionali fondamentali, che provenivano dalla legislazione nazionale in materia di tutela dell’acqua.
Il segno evidente di questa contrapposizione, anarcoide e radicale, nei confronti della legislazione nazionale, i cui principi fondamentali, di natura costituzionale, essa doveva pur rispettare, sta nel fatto che nella legge regionale 28 dicembre 2011, n.69, che ha istituito, appunto, l’autorità idrica toscana, non compare mai, neppure una volta, neppure per sbaglio, l’espressione ”bacino idrografico”; la legge regionale toscana 69/2011 è tutta strutturata sull’antica cultura, che noi, ingenuamente, ritenevamo superata, come di fatto essa è , di una politica di tutela dell’acqua e del suolo tutta incardinata su di un territorio limitato amministrativamente, che questa volta viene individuato, addirittura, nell’intero territorio regionale, come è proclamato all’art.2 della legge, là dove si afferma, appunto, che, “ai fini della gestione del servizio idrico integrato è istituito l’ambito territoriale ottimale comprendente l’intera circoscrizione territoriale regionale”.
Queste scelte della politica regionale Toscana si riflettono in maniera evidente nella applicazione della normativa del Codice dell’Ambiente, innanzitutto per quanto riguarda il bacino idrografico del Serchio, che, parificato, per legge, ai bacini di rilievo nazionale, avrebbe dovuto vedere coinvolti nella gestione dei servizi idrici tutti i comuni del Bacino idrografico, a partire da quelli della Garfagnana, associati invece dalla legge regionale a quelli della Luinigiana, posti, cioè, nel territorio del bacino idrografico del fiume di rilievo interregionale della Magra.
Ma una tale scelta della Toscana di creare per legge un “ambito territoriale comprendente l’intera circoscrizione regionale” dà vita, progressivamente, ad una serie di incongruenze gravi, a partire da quelle che riguardano l’approvazione del fondamentale Piano di bacino, che dovrebbe stare, come detto, alla base di tutte le pianificazioni del territorio; il Piano, evidentemente, non può che essere approvato da tutti i soggetti dell’ambito territoriale, creato dalla Regione; alla fine avviene che i comuni di ogni assemblea, seppur divisi e parcellizzati nelle numerose assemblee delle Autorità d’Ambito in cui la legge li divide, sono chiamati alla fine a pronunciarsi e decidere per piani di bacino relativi a bacini idrografici, che neppure conoscono; con la conseguenza evidente che tutto approda, poi, nelle mani di chi tutto in realtà conosce e decide, che è poi il Direttore nominato dal Presidente della Regione.
La legge regionale 28 dicembre 2011, n.69, dunque, al di là delle buone intenzioni e della propaganda, costituisce una legge che ha contribuito a innescare, in Toscana, per quanto riguarda i servizi pubblici, un forte processo di concentrazione delle decisioni, prima spettanti ai Comuni, e che ha contribuito a creare un potere economico, che induce a considerare i servizi pubblici sempre più nella loro valenza economica e addirittura industriale: senza un reale controllo da parte di quei cittadini, a cui viene fornita la spiegazione consolatoria che dovrebbe acquietarli, che infine, tutto è fatto per il loro bene.
9). L’ ALTRA NOVITA’ DELLA LEGGE REGIONALE 28 DICEMBRE 2011, Ma la legge regionale 28 dicembre 2011, n.69, contiene anche un’altra novità legislativa, introdotta dal Presidente Rossi. Rossi, infatti, ha proposto, e fatto approvare una legge, sul finire del 2011, la 69/2011, appunto, che, mirava a dare un gestore unico regionale, non solo nel caso della gestione delle risorse idriche, ma anche nel settore dei rifiuti. A differenza dell’unico gestore dei servizi idrici, la vicenda della legge regionale sui rifiuti, in verità, si é trascinata a lungo, in Regione e si é conclusa da poco tempo, non senza contestazioni, intorno al dissidio che permane, anche se rimane per qualche tempo dissimulato, intorno al problema della termo utilizzazione; la legislazione parallela della gestione unitaria di alcuni servizi i pubblici, proposta da Rossi, nel suo caso tra risorse idriche e rifiuti, traeva spunto, in verità, dalla scelte parallele, contenute nella legislazione nazionale e promossa poco tempo prima, dal Presidente Monti ( nominato presidente del Consiglio solo un mese prima, nel novembre 2011), il quale, nella emergenza economico-finanziaria che era stato chiamato a gestire, aveva pensato bene di dar vita ad una legislazione, caratterizzata, appunto, per pressanti ragioni economiche, da esigenze di risparmio e di riduzione delle spese pubblica, a partire dai servizi oubblici.
Per quanto riguarda i servizi pubblici, Monti trovava nell’ordinamento giuridico un importante precedente. Infatti nel 1995, in seguito alle decisione europea di chiedere ai vari Stati di instaurare nel settore dell’energia, precise regole di concorrenza, il Parlamento aveva emanato una legge, la L.14/11/1995, n.481, che, all’art.3, assicurava la liberalizzazione dei settori dell’energia elettrica e del gas naturale, creando, per assicurare il controllo di una tale politica nei due settori, appunto, un ente pubblico di controllo.
Monti, allora, ispirandosi ad una tale politica di accorpamento dei servizi pubblici, tra i primi atti del suo governo, come detto imposta per motivi di controllo della spesa pubblica, che intendeva garantire anche nei servizi pubblici, emanava il Decreto Legge 6/12/2011, che, all’art. 21, comma 19, decretava che “ con riguardo all’Agenzia nazionale per la regolazione e la vigilanza in materia di acqua, in deroga a quanto previsto all’allegato A, sono trasferite al’Autorità per l’energia elettrica e il gas le funzioni attinenti alla regolazione e alla vigilanza della tariffa relativa ai servizi idrici”;. la L. . 27/12/2007, n. 205, completava il processo, anticipato , come detto, in questo settore, dalla Regione toscana, delegando ad un nuovo Ente, chiamato ARERA, l’incarico di esercitare un forte controllo, oltre che su gas energia e risorse idriche, anche sui rifiuti.
Segno distintivo di una politica di accorpamento dei servizi, siffatta, è proprio quello di una gestione di carattere industriale, cosa che può andar bene a mio avviso, però, per gas, ed energia, non certo per l’acqua, che presuppone interventi , naturalmente, di carattere conoscitivo e preventivo, che è inevitabile che siano i primi ad essere sacrificati da una politica che privilegia essenzialmente l’aspetto economico della gestione.
Eppure, molti difendono la cosiddetta politica di multiutility, espressione con la quale viene indicata questa politica di gestione dei servizi pubblici associatI; una politica che, si può ben dire, sta furoreggiando in Toscana, in primo luogo a Firenze, che, per il peso che essa sarebbe in grado di esercitare nel contesto toscano, finirebbe per governare tutto il settore dei servizi idrici della Toscana; ci sono però anche esponenti politici di opposizione, come il capo gruppo di Fratelli d’Itala nel Consiglio comunale di Firenze ( diverso e saggio, devo confessare. l’atteggiamento del consigliere regionale della Lega), che vaneggiano, lodando oltre misura una tale scelta, soprattutto quella che associa la multiutility alla conseguente misura di quotazione della società; in questo caso le lodi della multi utility sono fatte con toni che meravigliano, perché la interpretano, non per quel che essa effettivamente è, cioè il massimo di una politica di privatizzazione e di spoliazione degli utenti locali, privati di ogni diritto, il contrario, cioè, di quello previsto con il referendum del 2011; ma perché, dimenticando per un momento la fastidiosa litania della gente che non riesce ad arrivare alla fine del mese, vede addirittura nella multiutiliy con quotazione in Borsa, una sorta di vera pubblicizzazione dei servizi, tramite un controllo azionario, per loro effettivo, dei cittadini, che, con un acquisto di azioni in Borsa che, per loro, evidentemente, costituisce una pratica continua e frequente di ogni buona famiglia toscana.
Tra le tante numerose dichiarazioni di adesione e applauso all’iniziativa della creazione della multiutility, molto frequenti in Toscana, voglio ricordarne una , proveniente dal Presidente di Intesa, a Siena, desideroso in verità, di aderire al progetto; che dice, però, con schiettezza e senza ipocrisie, che egli è mosso in verità, dall “interesse a valutare la propria partecipazione al processo di costituzione di un soggetto industriale di livello industriale, a forte caratterizzazione pubblica, espressioni queste che mai si conciliano con una corretta politica di tutela dell’acqua e del suolo: una cultura politica, però che sta prendendo campo, se lo stesso dr. Tronca mostra di condividerla, quando, al termine del suo parere , là dove sollecita gli enti ad una più stretta e leale collaborazione tra di loro, invita poi tutti a perseguire “le strategie anche industriali di gestione de servizi”, indispensabili, a suo avviso, per contribuire ad assolvere al vero benessere dei cittadini.
10), CONCLUSIONI. In conclusione, se io fossi il Sindaco:
A) , non rinuncerei innanzitutto a riproporre, come mi sembra che anch’ egli voglia fare, le ragioni che pure avevano indotto il legislatore, con il comma 147, 2 del Codice dell’Ambiente, ad autorizzare la proroga, in presenza di alcuni requisiti, delle gestioni in forma autonoma esistenti; invero, secondo il comma 2 ter, la domanda per il riconoscimento doveva essere presentata, all’Ente di governo dell’ambito, entro l’ 1/07/2022: ma, non avendo, l’Ente competente, assunto ancora nessuna decisone al riguardo, come pur doveva, ci sarebbe, a mio avviso, ancora spazio per la presentazione della proposta, se la Regione non dimostrasse anche in questo caso la solita chiusura e ostitlità.
Si tratta, dunque, di chiedere di mantenere in vita l’attuale gestione, in presenza dell’esistenza di quattro condizioni, che, a mio avviso, tutte ricorrono: a condizione che si tenga conto non esclusivamente dell’acqua che bagna le sponde della città, ma si valuti l’esistenza dei criteri nel quadro del bacino idrografico del Serchio, di cui soltanto parlano le leggi nazionali, ( stravolte dalle disposizioni regionali) quando accennano al Serchio, a partire dallo stesso comma 1 dell’ articolo 147, che richiama, per l’organizzazione degli ambiti territoriali ottimali, proprio la “legge 5 gennaio 1994, n.36”, basata, come si sa, interamente, sulla realtà dei bacini idrografici.
Del resto, alcuni dei criteri richiesti dall’art. 147 , comma 2 bis, non hanno niente a che fare col comune, ma soltanto con il bacino idrografico, come, per esempio, l’appartenenza delle sorgenti del fiume ad un parco naturale; quanto all’altro discusso requisito richiesto, dell’approvvigionamento idrico da fonti “qualitativamente pregiate”, faccio presente innanzitutto che il “pregio” dell’acqua non si può misurare con criteri geologici ( auguro, naturalmente, al Sindaco di poterlo fare), ma costituisce una qualità che si rileva dall’uso che ne viene fatto nel bacino idrografico: che permette non solo di ricavare in Garfagnana l’acqua minerale “azzurrina”, ma soprattutto, come certificato nella Convenzione per la gestione del servizio idrico più volte citata, di utilizzare,da quasi trenta anni, acqua tratta dal Serchio, da Pisa e Livorno ritenuta pregiata, perché utilizzabile, con adeguati interventi, come acqua potabile per i loro cittadini, a differenza dei liquami, non certo “pregiati”, a cui si è ridotto, a Pisa, l’Arno, .
B). In secondo luogo, promuoverei una forte campagna che impegni tutti gli enti interessati, a partire da Geal spa, ad una verifica della qualità dell’acqua del Serchio. Per quanto mi riguarda ha destato in me grande impressione e allarme il ritrovamento, nelle acque del Serchio, di sostanze denominate PFAS, , cioè di sostanze che contengono composti di fluoro e che servono per rendere impermeabili i materiali prodotti; sostanze che hanno il difetto di conservare oltre ogni limite, al pari, di quel che succede per gli inquinanti di provenienza nucleare, la loro virulenza. Di questo grave inquinamento si sta discutendo anche in Toscana; anche perché Assocarta, tramite il suo direttore generale Massimo Medugno, ha affermato che un tale inquinamento esiste anche nella nostra regione, anche se, poi, ha negato che possa essere ricondotto alla produzione dell’industria cartaria. Ritengo che la nostra città, fino a poco tempo fa bacino pilota, debba impegnarsi fino in fondo, per un controllo della qualità dell’acqua, in primo luogo nel nostro bacino idrografico, impegnandosi a fondo per la lotta e il divieto legale di un loro uso, per le nuove sostanze inquinanti, usate sempre più dall’industria, soprattutto da trafficanti senza scrupoli.
C). metterei in campo, poi, una politica tesa a convincere la Regione a ricostituire l’unità del bacino idrografico del Serchio, voluto da tutte le leggi nazionali e smembrato sciaguratamente dalla Regione, adottando a tal fine una serie di misure progressive che consistono: a)innanzitutto, nell’ inserimento nel Consiglio di Amministrazione della Geal spa ( tramite rinunce chieste e ben compensate) di un valido rappresentante della Garfagnana che, attualmente non potrebbe essere che il Sindaco di Castelnuovo Andrea Tagliasacci, accompagnato possibilmente da un altrettanto valido rappresentante del Comune di Capannori; b). una politica tesa a modificare il contenuto della Convenzione con Pisa e Livorno, per aumentare in modo significato, i canoni di concessione, dal momento che è giusto che il cittadino di Pisa e Livorno sia chiamato a pagare adeguatamente il costo dell’acqua pregiata che Lucca, ormai da trenta anni, gli offre. ( la stessa regolamentazione dovrebbe riguardare la derivazione d’acqua, proveniente dal “Tubone”, su cui dico ancora che taccio, perché, non ne so niente); c). dividerei i proventi che provengono al Comune dai vari prelievi retribuiti , a cominciare da quelli che, appunto, provengono da Pisa e Livorno, tra tutti i comuni del bacino idrografico del Serchio ( magari associati in un consorzio), perché l’acqua del Serchio appartiene a tutti i Comuni del bacino idrografico, non solo a Lucca.
d. Infine darei inizio ad una campagna politica, che, a mio avviso, avrebbe anche un riscontro popolare, affinché al bacino idrografico del Serchio venga riconosciuta una sua identità, che costituirebbe, in verità, la migliore difesa,nella storia lucchese, dell’acqua di Lucca.
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